Alessandro Profumo, detto “Arrogance”, è stato amministratore delegato del gruppo
UniCredit, presidente del Monte dei Paschi di Siena e da ultimo a.d. di Leonardo, ex
Finmeccanica.
Alessandro non è figlio di operai, e dopo il liceo non raccoglie mele in Val Tidone e non fa
il cameriere, ma va a lavorare in banca. Si sposa a 19 anni, con una ragazza, Sabina, il cui
padre è uomo di fiducia di un certo Cefis. Sabina, cattolica, rampante, interventista,
disinvolta motociclista, è stata, fino alla sua defenestrazione (pare per il suo aspro carattere),
direttore esecutivo della Fondazione Eni “Enrico Mattei” (un club di bella gente, con
presidente Emma Marcegaglia).
Nel 2007 Sabina è eletta nella Costituente del Pd (con Rosy Bindi). Insomma, una signora di
sinistra, come Luca Josi (lo Schopenhauer di Lilli Gruber), che non mette in tavola le bottiglie
di champagne ma le scaraffa per non sembrare cafona. Non è una snob, non è una di quelle
che “prendono il tè, lei lavora”. Ama i luoghi remoti, gli angoli off, non contaminati da lussi,
musiche e piazzette (intollerabili romanità); nemmeno le Maldive, molto meglio il
Mozambico, per poter dire: “ci sono stata solo io”.
Anche il marito, Alessandro Profumo, è di sinistra (ovviamente, direi), già veltroniano e
prodiano, a volte anche bersaniano, ma dichiara di non aver mai avuto la tessera del Pd.
Pur essendo un genio precoce, Profumo si laurea a 30 anni. Quindi lascia il settore bancario
e passa per McKinsey (cursus honorum obbligatorio). Successivamente è capo relazioni
istituzionali alla Bain, una delle più ambiziose società di consulenza al mondo, quindi
direttore centrale per il gruppo assicurativo RAS. A soli 37 anni, Alessandro è già direttore
generale del Credito Italiano, non proprio una banchetta.
Con la nascita del gruppo UniCredit (1998) assume la guida del nuovo colosso bancario,
dove ha guadagnato 97,7 milioni in dieci anni, più altri milioni di azioni gratuite. Il merito
va premiato. Nel 2010 riceve dalla banca una buonuscita di 40 milioni di euro (UniCredit
aveva offerto “solo” 25 milioni, ma è stata la moglie Sabina a impuntarsi per un assegno
d’oro più consistente). Però attenzione, il 5% Profumo lo devolve in beneficenza. Sotto la
dura scorza del banchiere, batte un gran cuore di filantropo.
Per quale motivo ne parlo oggi? Pur essendo noto per essere “abituato più ad annuire e a
rispondere per monosillabi”, ha rilasciato una intervista al quotidiano di Confindustria.
Intervista che apre così:
«Esiste una struttura della realtà che sfugge ai più. Ho guidato una banca come Unicredit e un gruppo industriale come Leonardo e ho presieduto Monte dei Paschi. Mi sono reso conto
che in alcuni passaggi accadono cose poco comprensibili, che sembrano basate su logiche
guidate nell’ombra e dall’ombra e dunque lontano dalla chiarezza e dalla nitidezza del
potere e delle responsabilità, che con tutti i loro limiti caratterizzano l’economia e la politica.
Quindi unisci i puntini, capisci che esiste un disegno. Il problema è che non è sempre chiaro di chi sia questo disegno. Qualcuno definisce tutto ciò massoneria. Io non so quale nome
attribuirgli. Anche per questo, sto tanto bene adesso a fare quello che faccio».