domenica 17 agosto 2025

Scoperto qualcosa in cui credere

 

Sul Sole 24 ore di oggi, Simone Filippetti intervista la signora del Big Tech. Inizia con questa frase di senso incompiuto: «Nel tritacarne globale dei social media, una mattina di qualche tempo fa era apparso un video dove Donald Trump e l’ex amico Elon Musk».

Subito dopo, attacca: «Che fosse un falso era abbastanza facile da “sgamare”. Ma molto meno, però, quello che Trump ha pubblicato mesi dopo: l’ex presidente Barack Obama viene arrestato dall’FBI che lo sbatto in galera: non è vero ma è talmente realistico che molte persone ci sono cascate». Molte, quali? Ipotizzo una persona a caso: la zia di Filippetti.

Chi è dunque la signora del Big Tech? È tempo di svelarlo: Kate Burns. Una Maria Rossi nata nell’Ontario e poi trasferitasi con la famiglia a Londra. Non si stente né canadese né inglese: «io mi sento pan-europea». Sognava di fare l’attrice, ma i suoi genitori la volevano avvocato. «Alla fine abbiamo trovato una via di mezzo con la linguistica, ricorda sghignazzando.» Eh sì, tra l’avvocatura e la recitazione la via di mezzo d’elezione è proprio la linguistica.

La signora del Big Tech dichiara di avere “molte vite alle spalle”. Non tutte parallele, poiché le capitò di lavorare per Rupert Murdoch, «in una boller room (letteralmente il “locale caldaie” ma – precisa – è un’espressione per indicare attività fraudolente, al limite della legalità». Alla mancata avvocatessa andrebbe ricordato che le attività fraudolente non sono “al limite della legalità”, sono per definizione degli imbrogli, dunque attività illegali.

Specialista nella pubblicità online, Burns agli inizi di questo secolo ha lavorato per Daily Motion (sito di video online), dirigente di Bebo, il social media di AOL dedicato agli adolescenti, Buzzfeed e Google (2001). In una sua vecchia intervista a Business Insider, si esprimeva così: «Ogni giorno salto giù dal letto e mi spacco il culo”, dice raggiante».

Burns perde però «l’occasione di diventare ultra-milionaria a meno di 30 anni, ma avrà altre soddisfazioni». «Giovanissima divento capo di un intero continente», si legge nell’intervista di Filippetti. Povera Meloni, anche lei ha studiato lingue, al liceo, ma non ha la “cazzimma” di Burns per diventare leader di un intero continente. Dice Burn: «mi ritrovo a dover chiudere divisioni e licenziare centinaia di persone».

Ora ha aperto una società che si chiama IdentifAI. «È una società innovativa nata appena un anno fa a Milano: l’hanno messa in piedi Marco Ramilli e Marco Castaldo. Il primo è un ex dirigente di Tinexta. L’idea di «un programma intelligente che riconosce i deepfake, i falsi sofisticati, gli era venuta due anni prima, il giorno di Marzo del 2023 in cui i social media venne invaso da una foto inusuale di Papa Francesco: E lo scomparso Bergoglio indossava un bianco piumino Moncler. Un falso clamoroso».

Avete capito di che cosa si occupa IdentifAI diretta da Kate Burns? Sviluppare “un modello proprietario che ci permette di identificare i cosiddetti deepfake con il 94% di successo”. Dicono che stanno ricevendo un sacco di denaro di finanziamenti. C’è anche il lato altruistico: in tal modo si «vuole garantire che le tecnologie emergenti servano il bene comune e non diventino strumenti di destabilizzazione, anche grazie a tecnologie altrettanto efficaci in grado di limitare questi rischi». Puro evergetismo.

Ah, dimenticavo. Kate si dice preoccupata dal fatto che le nuove generazioni «Vivono in un senso di smarrimento continuo, non sanno più a cosa credere». Eppure al Giubileo dei Giovani erano presenti a milioni che credono nei vangeli e nei papi.

P.S.: Nella versione web la frase d'apertura è stata completata:

7 commenti:

  1. Avevo uno zio, si chiamava Francesco ma tutti lo chiamavano Cecco. Livornese puro sangue, ateo, anarchico e grande bestemmiatore. Ogni domenica l'amatissima moglie lo costringeva ad accompagnarla alla messa. Emergeva dal rito settimanale brontolando e smozzicando nomi di santi e madonne. La tua rassegna settimanale del Domenicale mi ricorda il simpaticissimo zio Cecco.

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    1. Avevo anch'io un commento analogo, ma quello di Zio Cecco è meglio.

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  2. Io sono napoletano anche se vivo da decenni a trento e dunque so cosa è la "cazzimma"; ma gli altri lettori lo sannno? se no si perdono il senso; ma Olympe tu sei napoletana? come ti è arrivato il conceto di "cazzimma"?

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    1. poliglotta, come molti lettori del blog.
      le ho risparmiato: vaiassa

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  3. insomma il senso è kate burns è una vaiassa cazzimmosa; e poi dicono che l'inglese è una lingua concisa.

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