mercoledì 20 agosto 2025

Un agente del KGB?

 

È stata l’estate (ormai possiamo parlarne al passato: mentre scrivo è in atto un temporale e temperature in picchiata) del caro ombrellone (solo quest’anno?), del botulino, delle zanzare killer, delle “catene umane per salvare bimba dalle onde”, e simili temi estivi a bordo piscina o stesi in spiaggia. Indipendentemente dalla classe sociale, il mare è la nostra identità.

S’è parlato anche di ciò che accade nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, quindi di venti gelidi e tappeti rossi ad Anchorage, ma sotto l’ombrellone (chi se l’è potuto permettere) è prevalso altro, da ultimo la morte di un ex mito televisivo, cotonoso profeta della domenica pomeriggio, uno che a suo tempo aveva scoperto i Beatles e i Chants de Maldoror di Lautréamont. È stato un “rivoluzionario”, dice commosso un deficiente a tempo indeterminato.

Nel mio blog, perseverando nelle mie ossessioni, s’è parlato anche di IA e di robot. A tale proposito, il mio vicino sta cercando il suo robot tagliaerba che gli è scappato via approfittando del cancello aperto. Chissà quanto durerà la sua batteria, a meno che, nel frattempo, non abbia trovato un’altra famiglia e non venga ricaricato da loro. Serve un’etichetta con il numero di telefono o un localizzatore GPS, affinché una cosa del genere non accada più. Intanto il proprietario ha attaccato degli avvisi in tutto il quartiere.

I nostri beniamini hanno lasciato i loro stazzi televisivi a giugno e per metà settembre dovrebbero riprendere il loro posto nella lanterna magica. Ci sorprenderanno con un nuovo capolavoro sulla cui copertina sarà stampigliato il loro nome e un titolo che termina con un punto di domanda, tipo: “Donald Trump sarà il Neville Chamberlain del XXI secolo?”. No, non credo sarebbe questo un titolo adatto, perché il rifermento al mistero di Neville rischia di ridurre del 73,5% gli acquirenti del libro. Meglio: “Trump un agente del KGB?”.

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