Portamento altezzoso, andatura sicura, sguardo diretto: Christine Lagarde, avvocato, già di Baker & McKenzie, modesta azienda che impiega 4.700 avvocati in 60 paesi, esperta di “ottimizzazione fiscale”, quale ministro dell’Economia, al tempo di Sarkozy presidente, confidava agli intimi: “le tasse fanno cagare”. Fu suo, per esempio, l’abbassamento della tassazione sulle successioni, che comunque resta stratosferica rispetto a quella italiana.
Suo anche lo “scudo fiscale” francese, che garantiva che nessuno avrebbe pagato troppe tasse all’orco di Stato. Abbassare le tasse ai più ricchi per incoraggiarli a investire, vi ricorda qualcosa? Quasi tutta la vita per ridurre le tasse alle grandi aziende e le persone facoltose. Quando fu direttrice del Fondo monetario internazionale veniva pagata solo 1.000 euro al giorno e però, da funzionaria internazionale, non pagava le tasse.
Come attuale presidente della Banca Centrale Europea ha disertato il conclave annuale della scorsa settimana convocato dalla Federal Reserve statunitense a Jackson Hole, motivando che è presa nella lettura dell’Ulisse di James Joyce. Una bufala circolata in Italia. In realtà Christine Lallouette sta rileggendo Port-Royal di quell’imbecille di Saint- Beuve (il tagliente giudizio non è mio).
Un partecipante al sabba finanziario nel Wyoming ha candidamente distinto tra quelli che possiedono una conoscenza superiore dei fatti economici, giustappunto quelli che presiedono all’economia globale, e tutti gli altri comuni mortali che invece sarebbero “finanziariamente meno alfabetizzati”, per dirla con educazione.