mercoledì 7 aprile 2021

Forbes: la classifica dell'espropriazione

 



Non ho nulla di personale contro i miliardari, i ricchi e i super ricchi in generale. Fanno semplicemente il loro mestiere, ossia quello che gli è consentito di fare: incrementare i profitti e accumulare denaro. Discorso diverso per quelli che glielo lasciano fare, per quelli che benedicono questo sistema economico sostenendo che ad esso non c’è alternativa potabile. E mentre lo dicono agitano lo spauracchio del cosiddetto “comunismo”. Se le ombre di Stalin e Mao non incutono più timore, di scorta ci sono Putin e Xi Jinping.

Il patrimonio privato dei miliardari del mondo è esploso di oltre il 60% lo scorso anno, da 8.000 miliardi di dollari a 13.100 miliardi, secondo l’annuale classifica dei miliardari globali della rivista Forbes, pubblicata ieri.

Il numero di miliardari nel mondo è cresciuto da 660 a 2.775, il più grande numero totale e il più elevato aumento annuo mai registrato. Ogni 17 ore viene coniato un nuovo miliardario. Di questo passo diventeremo tutti miliardari in qualche milione d’anni e vivremo felici e contenti. È noto che a tutto il resto ci penseranno i robot e l’intelligenza artificiale.

Qualche articolo di stampa si prende la briga di chiedersi come abbia potuto Zuckerberg “guadagnare” 50 miliardi e Elon Musk 130 miliardi lo scorso anno. Guadagnare? Il termine stesso è un’assurdità. Non si può “guadagnare” una cifra equivalente al prodotto interno lordo di un paese di medie dimensioni.

Si può parlare di esproprio della ricchezza socialmente prodotta, non di “guadagno”. Questo esproprio è il risultato di determinate politiche economiche volte a garantire la costante ascesa del mercato azionario attraverso una combinazione di stimoli monetari (l’indice S&P 500 è quasi raddoppiato dal suo minimo a marzo 2020) e l’offerta di manodopera a basso costo da sfruttare.

Queste politiche hanno lo scopo dichiarato di espandere la ricchezza dell’oligarchia del denaro, ossia della classe capitalistica.

Quando i mercati globali sono entrati in caduta libera nel marzo del 2020, i governi e le banche centrali degli Stati Uniti, della Ue e di tutto il mondo, sono intervenuti con migliaia di miliardi per acquistare i crediti inesigibili delle banche e delle società e sostenere i mercati. Tutto ciò mentre centinaia di milioni di persone hanno perso o perderanno il lavoro e vedono ridurre o svanire i loro redditi.

In altri termini, i governi e le banche centrali hanno provveduto a una massiccia creazione di nuovo debito pubblico, il cui controvalore è stato trasferito, dal meccanismo dei mercati, nelle fortune private dell’oligarchia finanziaria.

Non so che altro debba succedere perché questa follia diventi il tema centrale del dibattito pubblico. Ah già, dimenticavo, quel dibattito è sotto il controllo dei proprietari dei mezzi di comunicazione, ossia dei padroni del mondo. Molti dei loro tirapiedi, volontari e no, il lavoro d’intossicazione sui social lo fanno gratis o quasi.


1 commento:

  1. Jeff Bezos chiede un accordo bipartisan (Dem e Rep) per un piano di miglioramento delle infrastrutture, finanziato con un incremento della corporate tax. Qualcuno dice che è per mandare fuori mercato i concorrenti, altri che tanto lui i redditi li realizza in paradisi fiscali. E saranno vere ambredue le cose. Ma quello che a me fa rabbrividire è il proporsi come gestore illuminato, magari in comitato con altri ricchi. Una cupola di plutocrati che, avendone in quantità illimitata, può permettersi di destinarne una parte al "bene comune". Come Vespasiano, che non a caso fece il Colosseo, e pure, dicono, i cessi pubblici.

    RispondiElimina