lunedì 12 aprile 2021

Profilo di un'ameba

 

La copertura mediatica in occasione della morte di Philip, marito di Elizabeth Sassonia- Coburgo-Gotha (Windsor è un cognome totalmente inventato per mascherare l’origine germanica), è stata disgustosa e servile. I media non hanno offerto alcuna visione reale dell’uomo e del suo ruolo, a parte qualche divertita nota biografica sul fatto che fosse un distinto puttaniere.

Un principe balcanico screditato, di nessun merito o distinzione particolare, un individuo irrilevante, cinico, strenuo difensore del proprio privilegio di classe che temeva di perdere.

Aveva esperienza personale di quanto fosse precario il potere di una famiglia reale europea. Nacque nell’isola di Corfù, come principe Filippo di Grecia e Danimarca. Suo nonno, il principe William Glücksburg di Danimarca, sposò una nipote dello zar Nicola I. Il principe William aveva accettato l’invito del governo greco del 1863 di diventare re degli elleni. Col nome di Giorgio I fu ucciso nel 1913 da Alexandros Schinas, che morì al modo di Giuseppe Pinelli.

Gli successe il figlio maggiore, Costantino I di Grecia.

Il padre di Filippo era Andrea, figlio minore di William/George. Sua madre era figlia del principe tedesco Luigi di Battenberg e pronipote della regina Vittoria. Insomma, la solita promiscuità matrimoniale e incestuosità familiare (*).

Costantino I fu deposto nel 1917, poi reintegrato nel 1920. Nel 1922 fu nuovamente rovesciato a seguito di una rivolta dell’esercito. Il principe Andrea fu arrestato e processato dalla corte marziale per “aver disobbedito a un ordine” durante la battaglia di Sakarya, nel conflitto greco-turco. Privato della nazionalità greca, Andrea dovette affrontare accuse di tradimento. Il britannico Giorgio V, temendo la sua esecuzione, inviò un incrociatore per trasferire la famiglia non in Inghilterra, ma fuori dai piedi, in Italia, incluso Filippo, di un anno.

La sua famiglia si trasferì in Francia, fuori Parigi. Suo padre si appassionò ai casinò di Montecarlo, e rimase a Vichy fino alla sua morte nel 1944.

Le sorelle di Philip sposarono tutte dei principi tedeschi. Tre dei suoi cognati si sono uniti al partito nazista e hanno combattuto per loro. Il primo marito di sua sorella Sophie era membro delle Ss. Nel 1937, una sorella, Cecilie, che aveva aderito al partito nazista, rimase uccisa in un incidente aereo. A Darmstadt, Philip ha seguito la sua bara tra gerarchi nazisti e la folla che saluta a braccio teso.

Il gerarca nazista cerchiato in rosso è il principe Philipp von Hessen-Kassel, marito di Mafalda di Savoia (figlia di V.E. III), emissario di Hitler presso Mussolini, poi confidente intimo dello stesso Führer. Al suo fianco il principe Philip.


Nel 1933, Philip frequentò la prestigiosa Schule Schloss Salem di Kurt Hahn in Germania. Prima della guerra fu mandato al collegio navale, dove incontrò per la prima volta Elizabeth, ancora adolescente. Nel 1940, entrò nella marina britannica. Anche qui la sua reputazione fu di uomo arrogante e intollerante.

Quando iniziò a corteggiare Elizabeth, la famiglia di lei lo considerava al di sotto del loro rango, con un carattere ruvido e la mancanza di titoli adeguati. La regina madre lo chiamava “l’Unno”. Altri lo liquidavano come “un tedesco”. Tuttavia il matrimonio è stato concordato. Prese la nazionalità britannica e adottò il nome anglicizzato di Mountbatten (cognome della madre). Il giorno del suo matrimonio, nel 1947, fu nominato Duca di Edimburgo.

Philip prese congedo dalla marina nel 1951, quando sua moglie stava assumendo le funzioni regali dal padre, malato, che l’anno dopo morì ed Elizabeth divenne regina.

È da questo punto in poi che si concentra la maggior parte dei “coccodrilli” su Philip: il suo ruolo di marito della regina per quasi sette decenni, il più longevo consorte reale nella storia britannica. Ci raccontano che ha interpretato questo ruolo lealmente e con aplomb, mantenendo la distanza necessaria dietro la sua regale sposa.

Di veri sentimenti autocratici, la sua vita fu dedicata a rendere la monarchia appetibile a quella parte della popolazione che negli ultimi decenni del secolo scorso vedeva con sempre maggior ostilità la monarchia, travolta dagli scandali e mantenuta a spese dell’erario nei lussi e anacronistici privilegi.

Philip insisteva sul fatto che la monarchia deve adattarsi per sopravvivere, tanto che passò per esserne un suo “modernizzatore”. Le vicende della sua famiglia originaria gli avevano insegnato la lezione. Si dedicò ad “opere di beneficenza” e a onorare i suoi numerosi impegni pubblici, perché questo era il prezzo da pagare per una vita privata di straordinario privilegio, fatta di cricket, polo, yacht, cene, feste e ozio.

Ha presieduto il Way Ahead Group dei principali reali e dei loro consiglieri, per analizzare e contenere le critiche rivolte a una monarchia in declino.

Il gruppo segreto denominato Way Ahead fu istituito, per così dire, negli anni Novanta, quando il principe Carlo si separò da Diana, la principessa Anna divorziò da Mark Philips, Andrew Morton pubblicò il suo libro esplosivo: “Diana: Her True Story” e Fergie fu ritratta sulla prima pagina dei tabloid mentre si faceva succhiare le dita dei piedi dal manager finanziario americano John Bryan nel sud della Francia.

Si rammaricava di non aver potuto continuare la sua carriera in marina e si lamentava del fatto che i suoi figli portavano il nome di Windsor anziché di Mountbatten, dichiarando: “Sono l’unico uomo nel paese a cui non è permesso dare il suo nome ai suoi figli. Non sono altro che una dannata ameba”.

Le sue numerose gaffe, talvolta apertamente razziste e classiste, erano espressioni dettate dalla sua posizione di classe, dalla personalità repressa e dall’insoddisfazione per il ruolo subordinato. Anche il tanto decantato ambientalismo di Philip era basato sul privilegio di classe. La sua difesa della conservazione della natura era accompagnata dal diritto di cacciare cospicui capi di selvaggina per sport. Ha unito la difesa delle specie contro l’estinzione con una cruda ostilità verso la “plebe”: “Sono tentato di chiedere la reincarnazione in un virus particolarmente mortale, ma forse è troppo”.

In un futuro, si spera non troppo lontano, si guarderà increduli a questa ridicola e parassitaria istituzione, che ancora nel 2021 non è definitivamente relegata nei libri di storia.

(*) Una sorella di William (Giorgio I di Grecia) sposò Edoardo VII d’Inghilterra, il cui figlio Giorgio V (che aveva sposato Maria di Teck, figlia di un nobile tedesco) fu il nonno di Elizabeth II. Pertanto, Elizabeth e suo marito Philip erano parenti.


13 commenti:

  1. In quinta elementare, la mia maestra, che era molto brava, si accinse a raccontare la rivoluzione francese con l'intento di essere obiettiva. Quando, dopo avere elencato le cause, arrivò agli effetti (il Terrore) si rese conto con sgomento che la maggior parte degli scolari approvavano le decapitazioni. Cercò energicamente di dissociarsi dalla violenza, ma non ci fu nulla da fare. E io (insieme ai miei compagni, suppongo) mi portai dietro per tutta la vita un'idea, diciamo, vigorosamente antimonarchica.
    Le vicende della casa reale britannica mi hanno sempre infastidito, soprattutto per l'interesse pettegolo e servile alimentato in Italia dalle riviste non solo femminili. Ovvio che il parossismo fu toccato con la principessa Diana, ma certamente le corna di Elisabetta, e quindi le gesta del principe Filippo, ebbero il loro spazio.
    Perciò apprezzo molto il tuo post, che riempie mie lacune che mai sentii il bisogno di colmare. E bada che non sono ironico, perché non mi glorio mai della mia ignoranza. Tuttavia non posso dipartirmi, alla mia età, da quella sbrigativa convinzione forcaiola maturata in quinta elementare.

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    1. grazie.
      come ti ho già detto una volta, questi post, oltre che per mio diletto (ovvio), li scrivo per te e pochissimi altri.
      del resto non si può vivere solo di vaccini sì e vaccini no. tra parentesi mi rendo sempre più conto che la mia prima intuizione (2020) a riguardo di quest'incubo non era molto distante dal bersaglio.

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    2. Come ho già detto, concordo da sempre con la tua prima intuizione. E sono molto incazzato.

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    3. qual era l'intuizione?

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    4. Nessun mistero, niente di niente, ma non mi va di parlarne. Magari un'altra volta.

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    5. La prego di annoverarmi tra i pochissimi. Grazie. Muzio

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    6. Farò il possibile per trovarle un posto in platea. Grazie

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  2. Va bene Madame, anche se lei scrive solo per Erasmo e pochissimi altri io continuo a leggerla lo stesso. Quotidianamente e da gran tempo. E se stesse pensando di smettere, come ogni tanto,qua e là, accenna di voler fare, la prego non lo faccia.
    Saluti

    Un ammiratore

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  3. Buonasera sono assolutamente d'accordo con il suo punto di vista sulla monarchia britannica.
    Condivido pure l'opinione di Erasmo sulla Rivoluzione francese anch'io dalle elementari.
    Film consigliato: DANTON Andrzej Waida 1983
    Un saluto Silver

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