mercoledì 26 febbraio 2020

Più pericolosi del coronavirus


Dopo aver scatenato il panico, ora vorrebbero fermarlo, e ciò più per ragioni economiche e di gestione dei flussi ansiogeni che per altro. C’è quasi da sospettare che siano davvero degli stupidi. A sentirli chiacchierare in televisione il sospetto diventa certezza. De Gasperi e Togliatti non parlavano quasi mai a braccio, sapevano bene quale peso avessero le parole dette in pubblico. Oggi chi ha responsabilità politiche o di governo si sente autorizzato a rendere pubblica qualsiasi cosa gli passi per la testa, salvo far seguire smentite e precisazioni che non smentiscono e non precisano.

*



Queste parole non sono rimaste inascoltate a Wall Street, che aveva raggiunto livelli record la scorsa settimana. Ieri è caduta bruscamente per il secondo giorno consecutivo, con il Dow Jones sceso in una settimana di circa 1.900 punti. Lunedì scorso l’indice era sceso di oltre 1.000 punti, il terzo maggior calo giornaliero della sua storia. La Borsa aveva aperto con un recupero di alcune delle perdite subite lunedì, ma poi ha iniziato a scendere rapidamente. Il DJ ha chiuso a 879 punti, con un calo del 3,1 per cento; lo S&P 500 è sceso del 3 e il Nasdaq del 2,8. In tal modo i principali indici hanno perso circa 2,1 trilioni di valore azionario, ossia i loro guadagni dell’anno in corso.

Ovvio che non si tratti solo del virus e che la caduta degli indici registri una situazione di recessione economica generale che non poteva essere ignorata dal mercato finanziario ancora a lungo. Infatti il mercato era stato sostenuto dalla convinzione che gli effetti del coronavirus sarebbero rapidamente passati e che qualsiasi conseguenza negativa sarebbe stata contrastata dalla solita iniezione nel sistema finanziario di denaro da parte della Fed e delle altre principali banche centrali.

Se il mercato azionario non ride più quello delle obbligazioni dava segnali negativi da tempo. La curva dei rendimenti USA si è nuovamente invertita, poiché il rendimento del debito a lungo termine è inferiore a quello a breve. Una curva dei rendimenti invertita è ampiamente considerata come un indicatore di recessione, poiché un tale evento ha preceduto ogni recessione negli ultimi 50 anni.

Si è avuta una forte svendita delle obbligazioni spazzatura ad alto rendimento, in particolare quelle emesse da società energetiche, colpite dalla caduta dei prezzi delle materie prime e del 15% del petrolio dall’inizio dell’anno a causa dei timori di un rallentamento dell’economia mondiale.

A livello generale a tutto ciò si va ad aggiungere la diffusione di un’epidemia che causa malattia, morte, voli a terra, fabbriche chiuse e città fantasma. Un paio di esempi della situazione: le vendite di auto in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, sono crollate del 92% nelle prime due settimane di febbraio rispetto a un anno prima; le spedizioni di container sono diminuite di quasi la metà verso l’Asia e il Nord Europa, con una riduzione di 300.000 spedizioni di container a settimana.

Con un massacro globale di posti di lavoro già ben avviato a causa della transizione tecnologica ed energetica in atto, la faccenda si sta facendo molto seria e ciò dimostra una volta di più la fragilità e pericolosità di un’economia globale lasciata senza regole e governo.

12 commenti:

  1. questi del CDC sono dei cazzoni, ancora non hanno pronti i kit diagnostici,i primi sfornati avevano un reagente che non funzionava. può darsi,lavedo dura,che questa storia entri anche nelle presidenziali

    RispondiElimina
  2. A me sembra incredibile che ci sia ancora chi li sta a sentire.
    Pietro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 40 gg di oscuramento delle tv sarebbe una quarantena che farebbe bene alla psiche, ai corpi e favorirebbe la socialità

      Elimina
    2. Approvo. E, a seguire, una quarantena non dei blog, ma del flusso continuo dei battibecchi e dei cinguettii sui social più famosi.

      Elimina
  3. Come si può vedere qui, la curva dei rendimenti è appiattita ma non invertita https://www.treasury.gov/resource-center/data-chart-center/interest-rates/Pages/TextView.aspx?data=yield

    Si deve però aggiungere che il termine "yield" usato dal Tesoro americano non è tecnicamente identico a "rendimento", in quanto non tiene conto delle quotazioni di mercato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. nel post ho inserito ora una tabella, ma se vuoi ne inserisco altre

      Elimina
    2. Prima di tutto mi correggo: il concetto di "yield" usato dal Tesoro americano è effettivamente quello di "rendimento", ossia si rifà alla quotazione di mercato anche per i bond emessi nel passato e ancora outstanding. Per quanto riguarda la gibbosità della curva entro l'anno dalla maturità, ritengo che rifletta semplicemente i tassi correnti, e non previsioni sul futuro. Quanto ai bassi rendimenti a partire dai 2 anni, con leggera inclinazione a crescere man mano che la maturità si allontana, penso che non abbia a che fare con aspettative sull'economia, ma, più semplicemente, con le aspettative sull’inflazione, considerata, a torto o ragione, un fenomeno del passato. La tabella che tu riporti compara i rendimenti a lungo con quelli a breve, ed è influenzata dal picco dei mesi vicini. Complessivamente, ritengo che il tasso di interesse, per secoli trattato dagli economisti come variabile chiave, abbia perso peso dagli anni ’90. La stagnazione giapponese è stata la tomba non solo delle teorie economiche sullo sviluppo, ma anche dei tentativi degli economisti di mettere finalmente le mani in pasta. Viene da citare la storia, anche se spuria, di Matteo Bandello a proposito dell’incapacità pratica di Machiavelli autore de L’arte della guerra: “si conobbe alora quanta differenza sia da chi sa e non ha messo in opera ciò che sa, da quello che oltra il sapere ha più volte messe le mani, come dir si suole, in pasta”.

      Elimina
    3. ok caro, ma stai lontano da Burioni :)

      Elimina
    4. Lo so che ci faccio una brutta figura, ma non ho capito.

      Elimina
    5. era solo una battuta. quanto alle brutte figure ci vuole ben altro. pensi che qualcuno legga i nostri commenti, su un simile argomento? figurati. credi che ci capiscano qualcosa? forse uno su cento. e so chi è!

      Elimina
    6. Meglio così. Temevo proprio che qualcuno mi accusasse di blasfemia antikeynesiana.

      Elimina