giovedì 13 aprile 2017

Un paese fallito


4.453.400.000.000.000. È la cifra, espressa in lire, del debito pubblico italiano. Senza contare i derivati sottoscritti e le cosiddette sofferenze delle banche italiane, le quali per altro detengono i titoli che rappresentano buona parte del debito pubblico. Davanti a queste cifre mostruose ogni chiacchiera su euro sì o euro no è priva di senso.

Il debito era di lire 3.096.047.323.000.000 nel 2007. È poi salito a 3.674.935.000.000.000 di lire a fine 2011, con un aumento di oltre 100.000.000.000.000 per anno. Nei successivi cinque anni il debito è aumentato, mediamente, di circa 145.220.000.000 di lire l’anno. Ciò significa che in nove anni il debito in termini assoluti è aumentato complessivamente di circa 1.350.000.000.000.000, vale a dire mediamente di 150.000.000.000 l’anno. In buona sostanza la tendenza, nonostante riforme pensionistiche, tagli alla spesa sociale, le vantate privatizzazioni e razionalizzazioni, non solo non è mutata ma anzi aggravata, e nulla (ma proprio nulla) lascia presagire che possa cambiare.

Anche se si riuscisse a non fare nuovo debito – ipotesi irrealistica – e anzi a ridurlo anno per anno di 100.000.000.000.000 di lire – ipotesi assolutamente fantastica –, ci vorrebbero vent’anni solo per vederlo ridotto del 40 per cento circa. Pertanto si tratta di un debito che non solo non si riuscirà mai a ripagare, nemmeno in parte, ma che continuerà a crescere, qualunque esito potranno sortire le elezioni politiche e quale che sia il programma e l’azione dei prossimi governi.

Buona pasqua.



5 commenti:

  1. Siamo creduloni che pagano le tasse fidandosi, come fece Pinocchio con gli zecchini d’oro, di Gatti e Volpi.
    Buona pasquetta.

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  2. il paese è fallito perchè non c'è lavoro VERO cioè produttivo di beni e servizi utili alla società e con il quale tutti si guadagnino i proprii consumi .
    Il lavoro di TUTTI unito a una moderata retrocessione dei crediti/debiti ( non superiore al 2% annuo ) renderebbe redimibile il debito sia pubblico che privato ( esiste con massa equivalente anche la zavorra del debito privato ) nell' arco di una generazione.
    e buona pasqua a tutti voi
    ws

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  3. Sono i numeri, quelli che dai, di un fallimento sociale. Certo non ci metteremo qui a dare ricette, come dicono i media, per salvare il capitalismo italiano dai capitalisti italiani e non. invece mi pare di poter collegare lo spaventoso debito pubblico e privato accumulato con la tradizionale opacità con cui gli italiani affrontano la maligna dimensione capitalistica.

    rapporti sociali generalmente merdosi vengono rappattumati di continuo e in maniera volutamente temporanea dalle italiche minchiate: la famiglia, la pastasciutta, il campanile, il bene del paese.

    le riforme di tipo "luterano" sono sempre nate esangui, i 5 stelle non sono eccezione e confermano pervicacemente la regola; detto questo è comunque il nord che, non a caso, continua a essere la parte che più ha da dire qualcosa in termini di elaborazione politica.

    siamo un paese malato, detto -diversamente dal solito- da un punto di vista poco patriottico, e non solo dal punto di vista capitalistico: una condensazione storica ingarbugiata al punto tale da essere, mutato il quadro internazionale, una camicia di forza.

    Come dici anche tu, in senso più ampio, i problemi sono tali che non si possono risolvere più uno alla volta ma solo tutti insieme; per ora ciò però si traduce nell' inazione e le orecchie rivolte ai narratori e alle loro storie, in ossequio alla tradizione.

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  4. Prima di Mani Pulite il debito pubblico era 1/3 di quello attuale.
    Ma per fortuna nostra, i fantastici magistrati milanesi hanno purificato la cosa pubblica e i rapporti tra cosa pubblica e impresa, e così, oggi, gli unicorni volano nei cieli.

    Buoni giorni a voi.

    ===

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