martedì 25 aprile 2017

Il carattere di classe del processo lavorativo (e distributivo)


Il percorso dell’avventura umana non è per nulla ineluttabile, lo sappiamo bene. Se 66 milioni di anni or sono non fosse piovuto dal cielo un certo sassolino, a dominare in questo pianeta sarebbero probabilmente ancora dei rettili giganteschi. E chissà quanti altri analoghi petardi ci hanno mancato per un colpo di vento divino. Del resto era già tutto scritto, altrimenti Gesù e Maometto non sarebbero mai nati. Se poi siamo passati dalle palafitte ai grattaceli, dalle lucerne ad olio alle lampade a Led, da Michelangelo Buonarroti a Michelangelo Pistoletto, qualcosa vorrà pur dire.

Anche se forse non ce ne rendiamo ancora ben conto, stiamo incominciando a vivere tempi molto interessanti. Almeno noi che non viviamo sotto i cieli intensi di Siria e Afghanistan. Per molti aspetti è in atto non solo una cesura col Novecento ma con gran parte della nostra storia precedente. Nonostante miliardi d’individui stentino a campare, si fa sempre più leggibile la possibilità di separare l’economia dalla vita, dal nonsenso dell’impero del valore di scambio, dalla funzione che aliena il lavoratore, dalla curva variabile dei mercati che decide a distanza il destino dell’umanità.

Il capitalismo esibisce la sua verità e la sua menzogna e mette in scena il proprio fallimento con la stessa dedizione con la quale aveva messo in piedi lo spettacolo del benessere per tutti e senza fine. Ormai sono degli organismi privati che si sostituiscono allo Stato borghese vacillante, gestiscono tutto, dalle carceri alla miseria, dalla previdenza sociale al gioco d’azzardo, dall’acqua a ogni tipo d’inquinamento. Ciò segnala l’imminenza del diluvio e la necessità di costruirci un’arca dove trovare posto. È già ciò che hanno fatto, mentre molti di noi s’attardano con elezioni e sondaggi, i ricchi nei loro rifugi esclusivi e sorvegliati.

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La disoccupazione e il precariato di massa sono aspetti della contraddizione crescente tra sviluppo delle forze produttive e vecchi rapporti di produzione, contraddizione che deflagrerà per alcuni dei motivi apparentemente casuali che si sono andati accumulando. E, al solito, si guarderà a quei motivi trascurando il fattore dinamico per eccellenza del capitalismo, quel fattore che il professor Cacciari chiama “risparmio di lavoro necessario”. E tutto ciò non perché la produttività del lavoro cade ma anzi perché è aumentata enormemente.

Questa realtà in qualche modo si sta chiarendo anche al senso comune, insinuando possibilità che però non avranno futuro se non si procederà con un violento rovesciamento dell’attuale sistema coercitivo di estrazione del plusvalore e dunque, cosa che ogni benpensante piccolo borghese trascura, con il superamento del carattere di classe del processo lavorativo (e distributivo). È tutto interesse degli ex rigattieri del marxismo, al servizio della borghesia, far credere ai fanciullini che blaterano di salario di cittadinanza che attraverso un riformismo di facciata sia possibile risolvere le catastrofi della società borghese.


Questi fanciulli pensano che siano fatti neutrali la scienza e la tecnica, le relazioni mercantili, il processo lavorativo capitalista e, per analogia, quello di ricevere dei sussidi per campare senza lavorare. Che ciò non implichi invece l’assoggettamento e l’esautorazione dei proletari dalla sfera economica, il controllo e il ricatto politico di qualsiasi loro iniziativa. Allo Stato, espressione degli interessi della borghesia, per esercitare le proprie prerogative e rigori, basterà, in nome delle sovvenzioni accordate ai cittadini, escludere o revocare i suoi benefici a coloro i quali avranno demeritato i suoi temibili favori (il terrorismo previdenziale, anche se vicenda assai diversa per certi riguardi, dovrebbe illuminare).

1 commento:

  1. i ricchi nei loro rifugi esclusivi e sorvegliati.
    Quando pioverà m... pioverà su tutti.Hai idea la vita di questi "drogati" inadatti a qualunque lavoro manuale dopo essere sopravvissuti ( forse) sepolti per anni in una cella sotto una montagna della Nuova Zelanda?
    Per dirla in termini biblici , meglio avrebbero fatto ANCHE LORO a non esser mai nati...
    ws

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