giovedì 6 aprile 2017

Il pappagallo


C’è nell’aria bulimia di potere, tanta voglia di elezioni anticipate. Non di questo scriverò stamane. Ieri, in un’azienda che fa la felicità del nostro export, sentivo una testa di birillo dire, in riferimento alla pausa caffè dei dipendenti: “Questi qua invece di prendere il caffè e chiacchierare dovrebbero andare a lavorare che sono in ritardo con le consegne”. Nulla di che, sia chiaro.

Non solo si sopporta con fastidio la pausa caffè o per il cesso, ma anche per quanto riguarda l’attività lavorativa, in questa come in altre aziende si cerca di ridurre al minimo il contatto dei lavoratori tra di loro. Il tipo di organizzazione del lavoro tende a ridurre sempre più lo scambio diretto, di tipo verbale, quando non è espressamente vietato. Tutto viene rigidamente predeterminato, i lavoratori sono trasformati in appendici di catene invisibili. L’organizzazione capitalistica del lavoro rende superflui i rapporti personali, dunque i rapporti umani.


Lo sviluppo dei rapporti capitalistici di produzione si qualifica pienamente con la sua natura regressiva, che contraddice il sorgere di nuovi rapporti sociali continuamente presupposti dallo sviluppo delle forze produttive. Se Ford nello scorso millennio riteneva ideale per il lavoro di fabbrica un gorilla ammaestrato, i nuovi Ford aspirano ad un pappagallo ben educato!  

4 commenti:

  1. http://www.internazionale.it/opinione/marta-fana/2017/04/05/coca-cola-nogara-lavoratori

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  2. più su vai e più si chiacchiera;
    più si chiacchiera e più su si va.
    Tacere, in Italia, è sospetto.
    Lavorare poi, semina terrore.

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  3. Con i loro narcotici di falso oro e di merda hanno violentato la natura umana al punto da annientare perfino il riconoscimento della perdita di qualsiasi dignità, per non dire l'aspirazione a riappropriarsene contro il padrone.

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