Faceva una certa impressione vedere, ieri, in
un’atmosfera surreale, un’assemblea di parassiti autoreferenziali votare
l’arresto di un loro sodale, di un furfante reo confesso. Non per ragioni di
diritto, ma anzitutto per vendetta e poi per calmierare una plebe la cui rabbia
ha ben più di un motivo di manifestarsi, ma che in tal modo si dimostra garantista
a senso unico, com’è del resto costume dei disonesti padroni della stampa e
dell’opinione pubblica. Anche l’ingiustizia deve servire per il trionfo della …
giustizia.
Non provo pena per il furfante incarcerato (migliaia
di persone sono in carcere in attesa del primo grado di giudizio, spesso per
reati che sono tali solo in Italia), e nemmeno per l’insensibilità di una
classe politica intimamente corrotta sotto ogni aspetto e a ogni livello e che
s’illude basti un voto come questo per salvare la faccia e allontanare da sé la
catastrofe, convinta quindi che sia ancora possibile far sperare tutto, con le
manette ai polsi di un farabutto confesso prima del processo, e non concedere
in realtà nulla di serio e di concreto.
Questi fatti e ciò che si può presagire per il futuro
prossimo, mi ricordano per certi versi quanto avvenne circa un secolo or sono con
la caduta di quattro secolari monarchie e delle relative classi sociali e ceti
politici. Che quell’accozzaglia di privilegiati deliranti rappresentasse ormai
un anacronismo storico, sembra a noi oggi patente e senza discussione, e
tuttavia per sbarazzarsi di quei detriti furono necessarie decine di milioni di
morti.
Questi partiti “di sinistra”, con dotazioni e spese monarchiche
per le loro rappresentazioni coreografiche, fanno grandi annunci sull’urgenza
delle più drastiche economie di ordine finanziario e poi si dimostrano subito
solidali nelle più grandiose dissipazioni di denaro pubblico. E se c’è qualche esempio
che in ciò vuole distinguersi a parole, è solo per mercato elettorale. In fondo
questi partiti “di sinistra” hanno le stesse idee e abitudini, i medesimi
propositi e costumi della destra nuda e vuota, tanto che nulla vieta loro di
associarvisi per tenere in piedi un esecutivo costituito di banchieri e
tecnocrati che non fanno alcuna riserva di dichiarare e dimostrare il proprio
odio di classe per i salariati.
Finché dura.
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