mercoledì 13 giugno 2012

Giuseppe Brotzu e altre curiosità


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Chi fu questo Carneade, un pastore sardo della banda Mesina? Non proprio. Fu un medico, ma se chiedete a un medico di oggi chi fosse Brotzu difficilmente vi saprebbe rispondere. A meno non si tratti di un medico sardo, magari cagliaritano, e allora collegherebbe quantomeno questo nome al più importante ospedale della Sardegna che a Brotzu è intitolato. Altri sardi, non giovanissimi, potrebbero invece ricordarlo come presidente della regione Sardegna, ma poco di più.

A questo acuto osservatore e sperimentatore si deve una classe molto diffusa di antibiotici, le ciclosporine. Più che su wikipedia, la vicenda di questa scoperta è ben riassunta da Daniel Bovet, in Vittoria sui microbi, storia di una scoperta, Boringhieri, 1991. E chi era Bovet? Chiedetelo al vostro medico quando vi prescrive, per esempio, un antibiotico. Se non sa rispondervi, ditegli che è normale: fa parte della “cultura dell’ignoranza”, come direbbe lo stesso premio Nobel Bovet.

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La battaglia di molti “ambientalisti” contro l’uso del cloro, ha fatto sì che in Perù, fra il 1991 e il 1996, ottocentomila persone si siano ammalate di colera e seimila siano morte. Per non dire che guai se ci servono un piatto dove la quantità di cloruro di sodio non sia giudicata esatta. La parola chimica ha assunto per molti di noi in genere una valenza negativa; ma anche l’acqua o l’ossigeno sono sostanze chimiche ed è  spesso grazie a molti prodotti chimici che non ci ammaliamo o se colpiti dalla malattia possiamo guarire o comunque tirare a campare. Ma il termine “naturale” è molto più accattivate. Un po’ come la storia della “decrescita”.

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Un certo Paul Ehrlich, già assistente di un tale di nome Koch, oltre a coniare il termine chemioterapia (che indica in genere la lotta chimica contro i germi patogeni e non solo le terapie antitumorali), nel 1876 aveva ottenuto in laboratorio il blu di metilene, utile in istologia e nelle indagini su alcuni organismi. Infatti, poi, gli italiani Angelo Celi e Giuseppe Guarnieri, avevano indicato tale sostanza come buon colorante per rivelare gli agenti della malaria. Probabilmente Ehrlich lo venne a sapere; sua comunque l’intuizione che questa particolare affinità potesse servire ad attaccare selettivamente tali agenti.

Ehrlich nel 1904 scoprì anche un colorante rosso (non il Prontosil, del quale si possono trovare dettagliate notizie nel libro di Bovet), la benzoporporina, la quale agiva contro la malattia del sonno. Sennonché tale sostanza non era solubile in acqua e perciò Ehrlich chiese ai chimici della Bayer di preparare qualche derivato solubile: il caso volle, come spesso accade, che nacque così il rosso trypan, il cui nome ricorda il germe della malattia (Trypanosoma).

Ma scrivo di Ehrlich per segnalare un altro fatto curioso che ha a che fare con la guerra e i suoi falsi miti, soprattutto quando si tratta di commercio e quindi di lucro. La maggiore notorietà pubblica di Ehrlich derivò dai farmaci antisifilitici a base d’arsenico (anche a Marx furono a suo tempo prescritte dosi d’arsenico, ma per una patologia diversa, il carbonchio, cioè l’antrace polmonare). Nome commerciale del prodotto: Salvarsan e poi Neosalvarsan, della Hoechts. Sennoché durante la prima carneficina mondiale, quando gli Usa non vi concorrevano ancora, due sottomarini tedeschi, sfuggendo al blocco navale nemico, raggiunsero l’America per procurarsi materiali strategici e, alla faccia degli inglesi, gli Usa cedettero ai tedeschi alcuni prodotti in cambio di altre varie mercanzie, tra le quali il Neosalvarsan. Quel farmaco aveva effetti collaterali pesanti, ma nell’insieme era molto apprezzato, anche se in Germania un invasato (mancano mai) aveva dato vita a un movimento per vietarlo: la sifilide è un castigo del cielo e quindi non bisogna curarla.

Ehrlich nel frattempo era morto e a Francoforte gli intitolarono la Ehrlichstraße. Poi venne il nazismo e siccome lo scienziato era ebreo, la strada cambiò nome (il toponimo è stato poi ripristinato, è una parallela della Kennedyallee) e la sua vedova venne perseguitata e i beni confiscati. Nel dopoguerra Ehrlich ricomparve sulle banconote da 200 marchi, soppiantata poi dell’euro …



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