giovedì 12 gennaio 2012

«I bot a ruba»



La consueta polemica infuria e ci tiene distratti, mi riferisco a quella relativa alle cosiddette liberalizzazioni, specie la vendita di farmaci e di licenze dei taxi (tutte cose in sé positive). Aumenteranno quindi i punti vendita di farmaci e la varietà dell’offerta (il farmaco e i prodotti di farmacia sono anzitutto merci), di conseguenza incrementerà il consumo (anche dei farmaci per i quali ora serve la ricetta, la quale nel tempo tenderà a non essere in certi casi un obbligo come ora) e non è detto che diminuiranno i prezzi.

Aumenterà anche il numero dei taxi, quindi forse diminuiranno le tariffe, ma nel tempo li useremo senz’altro di più (anche perché i servizi pubblici …) e complessivamente spenderemo di conseguenza. L’esempio più cogente è la telefonia, dove le singole tariffe sono diminuite ma sono aumentati i “servizi” offerti e quindi le bollette sono più alte. Come sa qualsiasi commesso di negozio o supermercato, è l’offerta che determina la domanda.

Quello a cui si punta, al di là del fumo farmaceutico, è la privatizzazione dei servizi pubblici, compresa l’acqua. È lì il grande affare. Negli ultimi decenni le privatizzazioni hanno dimostrato, dato empirico che chiunque può constatare se ha conservato le bollette, che in termini reali le tariffe sono aumentate consistentemente e si sono formati cartelli e monopoli, come è legge di natura in regime capitalistico.

* * *

Per quanto si privatizzi, si liberalizzi, si tagli e si rifili, resta che l’euro, da solo, senza un governo comune europeo effettivo, è destinato presto o tardi (pochi anni) a saltare. In tal caso ci ritroveremmo con il nostro debito nazionale calcolato in lire svalutatissime (poco più di carta straccia), con stipendi, pensioni e risparmi senza più valore o quasi. Per la “grande Germania”, così ormai è chiamata – senza alcuna ombra d’ironia – sui giornali tedeschi, l’uscita dall’euro sarà molto meno traumatica poiché il marco si rivaluterà e con tale rivalutazione pagheranno i loro debiti e rivolgeranno le loro esportazioni verso la Russia.


No, non può andare così, sarebbe una tragedia. E poi gli interessi sui bot “crollano”, dicono. Nella media annuale non è vero, ma crediamolo. Invece l’indice della produzione industriale, corretto per gli effetti di calendario, in novembre diminuisce in termini tendenziali del 4,1% (i giorni lavorativi sono stati 21, come a novembre 2010). Gli indici corretti registrano un calo tendenziale per tutti i raggruppamenti: del 4,6% per i beni intermedi, del 4,5% per i beni strumentali, del 4,4 % per l'energia e del 3,1% per i beni di consumo. Tra i settori in calo che in novembre registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-13,6%) e la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-12,8 %).

Possono liberalizzare tutti i taxi che vogliono e moltiplicare i notai per cento, e sono “misure per la crescita” che senz’altro vanno fatte (queste), ma il resto sta andando a remengo, naturalmente per colpa degli operai, notoriamente poco produttivi come da decenni scrivono i professori. E la Marcegaglia, la quale, tornata abbronzata delle brevi e frugali vacanze natalizie, si è subito cimentata dicendo che l'art. 18 è "un'anomalia tutta italiana". Bene, comici a darci in cambio dell'art. 18 i contratti, i salari e le tutele dei tedeschi, lo stesso orario di lavoro di francesi e spagnoli! Che buona donna.

Leggetevi questo articolo della BBC sulla situazione dell’infanzia in Grecia, la quale sta diventando un paese filomaoista: si va a zappare in campagna!

2 commenti:

  1. Lessi tempo fa, un suo post che conteneva una disamina di Marx sul debito pubblico, tratto dal capitale, libro primo cap.24.
    Non mi segnai il link del post, e debbo farlo leggere ad altri, mi costerebbe troppo trascrivermelo dal libro.
    Potrebbe indicarmi il link del post?
    Tantissime grazie.

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  2. http://diciottobrumaio.blogspot.com/2011/06/marx-e-il-signoraggio.html

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