martedì 3 gennaio 2012

Il mercato degli schiavi



Capisco che molti s’illudono perché credono di vivere in una democrazia garantita sostanzialmente dalla costituzione e bla bla bla. Non hanno semplicemente compreso la natura di questo sistema, e da ultimo s’aspettano qualcosa di “positivo” da gente come Monti, Fornero, Passera, Di Paola. La riforma dello Stato, l’aggiustamento delle storture del sistema, quindi sburocratizzazione e riorganizzazione, nonché i famigerati interventi “per la crescita”.

S’illude Valentino Parlato che punta sul ministero Monti e finanche sui partiti, “soprattutto il Pd”. Sostanzialmente d’accordo con Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, i quali sostengono, cita Parlato, che “siamo in una situazione con una produttività oraria del lavoro che è la più bassa in Europa e, correlativamente, con basse retribuzioni orarie, quindi con bassa domanda di beni di consumo e scarso stimolo alle imprese di produzione”. Bravo, continua così e poi chiediti perché il tuo quotidiano perde lettori.

“Senza crescita non si aggiusta niente”, scrive Parlato. E ti pare che i profitti siano cresciuti poco nell’ultimo ventennio? “Mario Monti ha - positivamente - chiesto un incontro con i sindacati. Spero non per chiedere ulteriori sacrifici ma per rilanciare l'economia, per fronteggiare l'incombente recessione”. Parlato può veramente credere che chi scrive articoli come Liberismo con rigore abbia un programma poi diverso da mettere in pratica?

Vogliamo parlare dei sindacati? I segretari generali dei tre maggiori sindacati hanno affermato solennemente che la partita sulle pensioni non era ancora chiusa. E quando mai è stata aperta, con due o quattro orette di sciopero? Ora la Camusso ha detto di non accettare gli incontri separati con il governo (ma ha firmato gli accordi del giugno scorso). E gli altri sindacati dicono che si tratta di una presa di posizione non rilevate. Divide et impera: il governo usa i sindacati come una foglia di fico, solo per “consultazione”, ma poi farà ciò che è già stato deciso.

Conclude Parlato: “Non siamo né in Italia, né in Europa in una condizione di normalità e tutti sappiamo che le crisi economiche, se non sono seriamente contrastate e sconfitte portano non solo alla recessione dell'economia, ma anche la recessione della democrazia. Mario Monti dovrebbe rendersi conto che il suo governo deve fronteggiare non solo una crisi dell'economia, ma anche la più seria crisi della democrazia”.

Dove vive Valentino Parlato, possibile che una persona di così grande esperienza non si renda conto della reale natura del neoliberismo, l’ideologia e la pratica della sottomissione totale della forza-lavoro agli interessi del capitale? Possibile non si renda conto che se siamo arrivati fin qui è proprio per l’azione inesausta di quelle forze economiche e politiche, di quegli ambienti accademici e circoli opachi dai quali provengono le teste di cuoio del governo Napolitano-Monti? Non un nuovo New Deal come auspica vanamente Parlato, le uniche riforme promosse dai super-agenti del capitale sono fatte di misure per succhiare il sangue a chi lavora per un salario che non basta più, quando c’è, e per offrire ai padroni condizioni di maggiore sfruttamento  della manodopera confidando nella sua rassegnazione e disorientamento programmati scientificamente. La brama di potere e di profitto dei nuovi feudatari ha devastato il pianeta e comprimerà sempre più le nostre vite. Di quale democrazia parliamo allora? Ma di quella del mercato degli schiavi, naturalmente.

2 commenti:

  1. il manifesto è ormai da tempo un giornalaccio con il compito di continuare a far sperare ad un ravvedimento in quel partito di merda che è il pd.

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  2. mi spiace luca non essere d'accordo con te, il manifesto non è un giornalaccio. per il partito sono d'accordo

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