Tutti ‘sti difensori della costituzione che ne piangono lo stravolgimento sono francamente patetici. Di quale costituzione parlano?
In generale è una costituzione dove a quasi ogni articolo, laddove al primo comma è stabilito un principio, un diritto, un dovere e quella roba lì, poi segue un secondo comma che nei fatti è una marcia indietro, una rimarchevole limitazione, un rinvio ad altre leggi di fatto revocatorie del diritto stesso.
Che dire di una costituzione che proclama la repubblica fondata sul lavoro, ma che di fatto tace sulle condizioni in cui tale lavoro si svolge, laddove il lavoro non solo non è un diritto tutelato, ma viene regolato, quando è regolato, da una miriade di contratti fatti a misura del padrone? E quei mille e passa disgraziati che di lavoro, ufficialmente, muoiono ogni anno? Le migliaia di invalidi che non raggiungendo l'85% dell'invalidità (non basta l'amputazione di un braccio!) non hanno diritto a pensione? E del caporalato e del lavoro nero? Forse sono tutelati concretamente dalla costituzione e dalle relative leggi?
Prendiamo l'art. 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Ebbene, secondo i padroni e i loro funzionari governativi, anche un salario di poche centinaia di euro (quello che viene dato ai cassaintegrati, ai precari, ai parasubordinati, ecc.) è un salario sufficiente per l'operaio (per i manager invece si parla di milioni di euro). Anzi, lamentano che sia ancora troppo elevato, non competitivo con i salari polacchi o cinesi. E così anche per i redditi da pensione: 500 o 700 euro al mese sono considerati sufficienti ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Libera da cosa? Se non è libera dal bisogno non è realmente libera e tantomeno dignitosa.
Prosegue l'art. 36: La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Che cazzo significa, se non che i vari Marchionne possono fare quello che vogliono? Ci voleva tanto a stabilire che non può superare in ogni caso le otto ore?
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività (art. 53) ma ciò non toglie che le società di capitali dichiarano un cazzo e la borghesia evade alla grande. La Marcegaglia queste cose le sa, perciò gli vien da ridere quando una sprovveduta padroncina fa la proposta di abolire l'art. 75 (divieto di referendum in materia fiscale).
Insomma, si tratta di una costituzione che tratta in modo indipendente le questioni relative alla distribuzione della ricchezza da un lato e il modo di produrla dall'altro, quando è di palmare evidenza che tali questioni fanno parte di uno stesso rapporto.
Prendiamo l'art. 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Ebbene, secondo i padroni e i loro funzionari governativi, anche un salario di poche centinaia di euro (quello che viene dato ai cassaintegrati, ai precari, ai parasubordinati, ecc.) è un salario sufficiente per l'operaio (per i manager invece si parla di milioni di euro). Anzi, lamentano che sia ancora troppo elevato, non competitivo con i salari polacchi o cinesi. E così anche per i redditi da pensione: 500 o 700 euro al mese sono considerati sufficienti ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Libera da cosa? Se non è libera dal bisogno non è realmente libera e tantomeno dignitosa.
Prosegue l'art. 36: La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Che cazzo significa, se non che i vari Marchionne possono fare quello che vogliono? Ci voleva tanto a stabilire che non può superare in ogni caso le otto ore?
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività (art. 53) ma ciò non toglie che le società di capitali dichiarano un cazzo e la borghesia evade alla grande. La Marcegaglia queste cose le sa, perciò gli vien da ridere quando una sprovveduta padroncina fa la proposta di abolire l'art. 75 (divieto di referendum in materia fiscale).
Insomma, si tratta di una costituzione che tratta in modo indipendente le questioni relative alla distribuzione della ricchezza da un lato e il modo di produrla dall'altro, quando è di palmare evidenza che tali questioni fanno parte di uno stesso rapporto.
L’articolo 11, invece, dice che l’Italia ripudia la guerra. Ed infatti mandiamo migliaia di giovani (altrimenti disoccupati) a cinquemila chilometri da casa, dove è in corso un conflitto non dichiarato ma bensì combattuto da nove anni e laddove questi giovani trovano la morte dilaniati dalle bombe. Tanto non sono figli della borghesia: per evitarlo hanno sospeso, cioè abolito, il servizio di leva.
E l’articolo 21? Ti consente di scrivere che Berlusconi è un fesso dove nessuno ti caga, ma in televisione e sui giornali puoi dire e scrivere solo quello che dice Berlusconi, la Confindustria e i partiti, compresi quelli che fingono di fare l’opposizione a Berlusconi ma poi votano le sue leggi oppure disertano il parlamento per farle passare.
Nonostante la costituzione, abbiamo avuto decenni di stragi con coinvolgimento degli apparati dello stato, quindi l’impunità, gli omissis, l’apposizione del segreto di stato e tante altre cose che sappiamo.
E non parliamo poi dell’articolo 7, quindi del finanziamento alle scuole clericali, del diritto allo studio, ecc..
Con o senza la costituzione i padroni e i partiti fanno comunque quello che vogliono, semmai in suo nome si fanno la guerra tra di loro. E se per caso, per via referendaria, si riesce ad abrogare qualche legge (finanziamento partiti, nucleare), trovano subito il cetriolo giusto per mettercelo in culo. A noi non resta che lavorare e pagare, senza amnistie e scudi fiscali.
Nessun commento:
Posta un commento