giovedì 22 dicembre 2022

La terapia della felicità

 

Sogno di visitare tutti i musei, le chiese e i monumenti. Non è un capriccio, una moda o una posa, anche se in questo sogno totalitario riconosco una malattia emotiva e un’ambizione (piccolo) borghese. È un modo per evadere da una realtà che parla la lingua delle sue macchine, un antidoto al culto dell’attimo presente.

Nel 2018, l’Italia vantava 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico. Un patrimonio diffuso su tutto il territorio: una struttura a carattere museale ogni 6.000 abitanti. La maggior parte sono musei, gallerie o raccolte di collezioni (3.882), cui si aggiungono 630 monumenti e complessi monumentali, 327 aree e parchi archeologici e 69 strutture ecomuseali.

A differenza di quel tronfio ignorante che disse «Signori miei, se l’arte non fattura, non è grande arte», mi piacciono soprattutto i piccoli musei, quelli poco noti e frequentati (chi si spinge fino a Cividale, per esempio?), così come le chiese (Santa Felicita, la tavola del Pontormo, a due passi oltre Ponte Vecchio, verso Pitti) e le aree archeologiche, innumerevoli e sconosciute, trascurate dai grandi flussi turistici. Non basterebbe una vita intera per vedere, con gli occhi e con il cuore, ciò che merita.

Adoro partire la mattina, passare la giornata tra le bellezze, rientrare la sera. Ti dà la sensazione di scolpire la tua vita: una rotondità, una calma e un’intensità che altre esperienze raramente possono offrirti. Oppure rientrare la sera in piccoli alberghi, scrivere qualche nota che esalti le virtù esistenziali e medicinali dell’arte (anche quelle civiche, ovviamente). Vivere meglio attraverso l’arte: un museo al giorno, la terapia della felicità.

Penso per esempio alle due Flagellazioni di Cristo del Caravaggio, molto simili, dipinte entrambi nello stesso anno, una delle quali è nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli. L’ho vista esposta al Museo di Capodimonte, nel 2019, con altre opere del Merisi in occasione di una mostra non troppo bene allestita e con un uso dell’illuminazione orribile (*).

Il torso scintillante di Cristo emergere dal buio della tortura. Attorno a lui si agitano i carnefici, lo legano, preparano le verghe, lo afferrano per i capelli: la cattiveria degli uomini è sempre meticolosa. Sembra piacere fare qualcosa di sbagliato; lo chiamano lavoro; lo soddisfano altruisticamente. La smorfia dei carnefici che si accaniscono su questo corpo indifeso ci rivela quanto la specie umana, fin dall’inizio, tenda al crimine.

I fanatici si danno sempre ragioni per uccidere, ma faticano a nascondere il loro gusto per la morte. A Kiev, a Mosca, a Washington, a Teheran, una mappa del sangue vastissima.

(*) William-Adolphe Bouguereau, un pittore troppo frettolosamente classificato “pompier”. Il dipinto in effige al blog è suo, troppo accademico, ammetto, e però invece la sua Flagellazione di Cristo, 1880, merita a mio avviso attenta considerazione (ancora più bello è forse il carboncino su carta).

7 commenti:

  1. Intanto, sti pazzi americani forniranno nuove e più sofisticate armi a Zelensky e i suoi scagnozzi neonazi.
    Non prevedo niente di buono per il 2023!

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  2. Ti invito a Città di castello , in alta valle del tevere per vedere ...la Pinacoteca comunale con una potente flagellazione di Luca Signorelli ed una madonna di Neri di bicci che volevo rubare fin da bambina...poi un Pinturicchio emozionante al museo del Duomo . I due musei Burri ,uno dei quali voluto da lui nei seccatoi del tabacco ...enormi stanzoni dove si esprimone i grandi cicli pittorici...( poi a due passi c' il Museo civico di S. Sepolcro con le opere di Piero della Francesca. )...Anghiari ed un gioiellino ...il Museo Taglieschi

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    1. Di san sepolcro ho, tra l'altro, un ricordo indelebile del superbo ristorante fiorentino. Non comune davvero.

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    2. E Monterchi a due passi, con la splendida Madonna del Parto di Piero

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    3. e si..."il fiorentino" e' un ottimo ristorante !!

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  3. Se non altro, questa disponibilità di bellezza diffusa su tutto il territorio, è qualcosa che difficilmente perderemo almeno nel breve periodo. Ci stiamo (ci stanno) impoverendo ma almeno un Caravaggio rimane un Caravaggio. Una piccola consolazione.

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