giovedì 18 agosto 2022

Impareremo

 

Le vacanze sono un momento curioso in cui tutto sembra fermarsi e invece tutto continua ad esistere. Mentre in spiaggia le mamme stendono sui loro figli la crema solare per evitare scottature, ogni mattina le madri siriane sotto il sole vanno a prendere l’acqua per tutta la famiglia in contenitori di plastica.

I nostri piccoli cervelli hanno difficoltà a far convivere le nostre preoccupazioni personali con le infinite sofferenze degli altri. Ci sdraiamo tranquillamente sulla spiaggia e altri invece in quello stesso momento stanno morendo, uccisi e violentati.

Nei prossimi mesi impareremo anche noi di che cos’è fatta la guerra con le relative sanzioni e i blocchi commerciali, e anche quel poco di geografia politica che serve a distinguere il peso diverso che può avere la Russia e la Cina rispetto all’Afghanistan o alla Siria.

A nostre spese qualcosa impareremo, ma non sarà così per tutti: non i Chiaberge, i Capone, i Seminerio, eccetera. La compiaciuta combriccola sa già tutto e sta sempre dalla parte “giusta”. Non ammetteranno mai che la guerra è fatta solo di bastardi, che non c’è aggressore e aggredito ma solo vincitori e sconfitti. E gli sconfitti sappiamo bene fin da principio chi sono, non è questione ideologica o di bandiera.

I cosiddetti pellerossa erano aggressori o aggrediti? Gli schiavi africani, dopo essere stati deportati attraverso l’Atlantico e venduti come animali per lavorare fino alla morte nelle piantagioni di cotone, erano aggressori o aggrediti? Parlare di “spirale prezzi-salari” sono solo delle felici banalità o non è forse una forma aggressiva della lotta di classe?

Il calo dei salari reali comporta tagli alla spesa per consumi, accelerando la spinta recessiva. Non servono analisti per comprendere ciò che è ovvio anche per una casalinga. Stanno arrivando le bollette del gas alle industrie e alle attività commerciali, cui s’aggiungono grosse difficoltà di approvvigionamento e prezzi insostenibili.

Leggo che la Germania avrebbe scorte di gas per due mesi e mezzo, eccetera. I dati tedeschi, pubblicati all’inizio di questa settimana, mostrano che le vendite al dettaglio sono in calo dell’8,8% rispetto a un anno fa. Anche qui da noi, chiudere le attività non diventerà solo un modo di dire.

Nei prossimi mesi la crisi non sarà il risultato di uno scostamento congiunturale del ciclo economico cui seguirà una ripresa, ma un segnale del crollo generale dell’economia capitalista globale.

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