martedì 28 gennaio 2014

L'antico germe


Nei tempi di crisi si assiste, come fatto naturale, a una polarizzazione tra le classi sociali, tra predatori e predati, poiché la questione decisiva diviene sempre più quella su chi deve subire le conseguenze della recessione e della cosiddetta globalizzazione. È questa l’ennesima conferma che viene dalla vicenda paradigmatica di Elettrolux, così come da tante altre situazioni. È ben noto, tuttavia, che di questo stato di cose non importa seriamente a nessuno, tranne, di volta in volta, ai diretti interessati.

Questo mutamento di mentalità è legato senz’altro a fenomeni di natura economica, laddove è prevalsa l’idea che il diritto al consumo secondo gerarchia, ossia della privazione divenuta più ricca, corrisponda a una legge di natura e sia il massimo risultato consentito al quale possa ambire lo schiavo salariato. Un mutamento di mentalità e di atteggiamenti diffuso non solo tra le nuove leve, in genere anarcoidi, qualunquiste, etiliche, sottoconsumistiche a bischero sciolto, fanatici dell’Apocalisse, nietzcheani di “destra” e di “sinistra”, ma riguarda anche le generazioni più anziane.



In una società dove il senso mercantile della vita è espresso con tanta prevalenza di dettaglio, dovremmo semmai stupirci del contrario, ossia di un qualunque reale e generale interesse per ciò che è collettivo e pubblico. Parliamoci chiaro, siamo a un punto di non ritorno, questo sistema non è riformabile in nessun caso, e quei comici omologati che fanno passare la fola riformista per realtà, l’abnegazione più sordida al sistema della rappresentanza parlamentare borghese, in definitiva ha interesse a intossicare ognuno di noi.

Del resto la crisi generale di questo sistema sociale e delle sue burocrazie istituzionali, che qualche idiota a piè di lista vuol far passare per mancanza di leadership politica, si faceva sentire alla coscienza comune già ben oltre mezzo secolo fa, senza peraltro che la critica criticante mettesse in alcun pericolo la classe regnante. E ciò a causa, allora come oggi, del destino sociale che ci definisce (*), ed è perciò in malafede scandalizzarsi per questa logica sempre esplicitamente dichiarata dagli agenti del capitale.



(*) Allora lo studente giocava su due tavoli: quale potenziale quadro del capitalismo, per il semplice risultato dei suoi studi; sull’altro tavolo, sognandosi bolscevico o maoista, laddove il cambiamento dei poteri (si sa mai) giungesse a rispondere alle sue aspettative di quadro rivoluzionario. Non era dunque casuale che i sogni di dominio dei gruppuscoli pseudo-marxisti (potrei fare, se non fossero universalmente ben noti, alcuni nomi oggi mediaticamente “illustri” di esponenti d'allora) si traducessero spesso maldestramente in espressioni di disprezzo di fronte ad alcuni aspetti delle rivendicazioni operaie che qualificavano – questi figli di cani borghesi specialisti autopatentati degli interessi generali del proletariato – come semplicemente “alimentari”. Ma questa è acqua passata da un pezzo. Oggi, quegli stessi specialisti, smessa ogni prospettiva, reale o velleitaria, di cambiamento, si sono agevolmente e ben remunerativamente trasformati in portatori dell’antico germe che a parole avevano  combattuto.

9 commenti:

  1. Le piante infestanti vanno sradicate prima che soffochino le verdure.
    Se le lasci crescere non si fermano mai:

    L’ Europa verso le Costituzioni private
    http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2013/11/05/l-europa-verso-le-costituzioni-private/
    Un trattato per il Medioevo dell’Europa
    http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2014/01/28/un-trattato-per-il-medioevo-delleuropa/
    ciao,g

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    1. Parliamoci chiaro, siamo a un punto di non ritorno, questo sistema non è riformabile in nessun caso, e quei comici omologati che fanno passare la fola riformista per realtà, l’abnegazione più sordida al sistema della rappresentanza parlamentare borghese, in definitiva ha interesse a intossicare ognuno di noi.

      compresi i semplici

      ciao caro

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  2. Credo si possa aggiungere che ieri, come anche oggi del resto, era presente il trionfo narcisista per cui l'impegno politico assolveva la stessa funzione affidata oggi alle psicoterapie, quella di riempire i vuoti, soddisfare le esigenze di rinnovamento emotivo e consentire la massima espressione della personalità. Sulla psicologia dei gruppi poi si sono scritte enciclopedie.
    Al tempo Rosa Luxemburg ha sottolineato che la classe lavoratrice dovrà acquistare la comprensione di una nuova forma di disciplina,l'autodisciplina, originata dal libero consenso.

    Volando molto basso, per i più semplici ma quelli più complicati non ne sono esentati ,dato per certo che la sicurezza alimentare è una variabile dipendente dai profitti, sarà meglio che l'autodisciplina parta dal carrello del supermercato.
    L'escatologia marxista e la sua maieutica forse non prevedevano questi livelli di intossicazione pubblica.

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    1. Dici delle cose molto vere. Aggiungerei che la classe lavoratrice moderna non ha studiato Marx, mentre gli ideologi borghesi lo hanno studiato eccome, lo hanno negato pubblicamente, ma hanno invece utilizzato ogni riga dei suoi scritti per lavorare in direzione opposta. Oggi viviamo in un gregge di pecore anestetizzate, e anche chi come "noi" cerca di disintossicarsi, ha vita ben difficile in mezzo alla massa di rimbecilliti che lo circonda.
      Sentire la Serracchiani che di fronte al caso Electrolux dice "dobbiamo aumentare la nostra competitività" la dice lunga su chi sono i padroni (ideologicamente e economicamente parlando) della nostra classe polica. Questo è il partito che molti lavoratori vede come il partito di sinistra... il partito che dovrebbe difendere i suoi interessi. Ormai solo pochi hanno la consapevolezza della sostanza del sistema in cui viviamo. Un sistema che propugna l'idea che non si lavora per se stessi, per il benessere e la realizzazione di tutti (e quindi, giocoforza, del singolo), ma si lavora per competere, per prevaricare... ma questo non è un gioco, dannati idioti... è la vita...
      Invece un'alternativa c'è, basterebbe aprire gli occhi..

      Ho imparato che non bisogna mai nascondersi per non guardare in faccia la realtà e sempre bisogna trovare la forza per pensare. (Primo Levi)

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    2. non dobbiamo scandalizzarcene, è il loro mestiere puntare al massimo profitto. un tempo contro queste situazioni si sarebbe proclamato almeno uno sciopero generale, diventato un tabù

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    3. Sul fatto che la Serracchiani abbia studiato MARX, ho i miei dubbi, probabilmente è uno delle tanti anestetizzati dal sistema......PD=DC
      AG

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  3. Credo si possa convenire che l'intossicazione nazionale - e non solo - sia dovuta ad una infinità di cause che trovano il loro condimento in una sana ignoranza storico-politica (estendibile ad ogni ideologia).
    Sulla diagnosi/terapia marxiana del mercato capitalista che leggiamo nella rubrica telematica, a parte le singole formazioni e 'dogmatiche' personali, si può altrettanto convenire (Parentesi:sul capitalismo è interessante "Il denaro.Genesi e essenza" che dopo il valore d'uso e di scambio ne viene sottolineata la caratteristica di sistematicità - credo sia il fondamento di tutto il discorso successivo e l'origine di ogni guaio dopo la sua invenzione).
    Ora in queste passeggiate ermeneutiche sarebbe interessante prefigurare ,o meglio sognare, come esercizio di curiosità gli scenari fantasticostrategici - suggeriti dal bar sport all'accademia - successivi alla grande catarsi. Sto dilat ? Che fare ? come diceva Vladimir Il'ic Ul'janov.

    Tempo fa abbiamo considerato gli sviluppi della tecnologia che hanno portato indubbi e sostanziali miglioramenti sotto diversi aspetti – sul ‘progresso’ apportato si dovrà aprire l’ennesimo dibattito -. Restano da valutare nel conto il Pacific Trash Vortex ( residui di plastica galleggianti in oceano che misurano quanto l’Europa) o i tacchini e polli lavati al cloro oppure il pesce dopato col cappados.Ma ho un dubbio: ce la facciamo ad arrivare all’autodisciplina o creperemo prima ?

    Pensieri da paleopatologo.

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  4. Chi sono i «fanatici dell’Apocalisse»?

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  5. Anche a me la questione Electrolux non stupisce. Mi verrebbe da dire, come già detto su questo blog, "è il capitalismo, bellezza"... Il capitale va dove il profitto è più alto a riprodurre gli identici meccanismi che produce qui solo a costi molto più bassi. Ci eravamo illusi che il management Electrolux fosse, in quanto svedese, keynesiano o socialdemocratico? I problemi sono tanti: i rapporti di forza, cioè i rapporti di classe. Warren Buffett lo ha detto chiaro e tondo "non è vero che la lotta di classe non esiste, esiste e stiamo vincendo noi". Più chiaro di così... Un altro problema è la mancanza di coscienza di classe- anestetizzata dai consumi e dalla vita a debito. La ricaduta politica di tutto ciò sono i comportamenti delle forze politiche e dei sindacati. I sindacati in questa fase altro non fanno che agire da tappo per il sistema laddove hanno ancora una funzione: le crisi aziendali seguono tutte lo stesso copione senza- purtroppo- particolari scosse. Altrove- nei servizi ad esempio- i lavoratori altro non sono che "solitudini competitive" perchè è questo che il capitalismo vuole. Del resto i contratti collettivi sono fatti passare- anche dalla stampa considerata di "sinistra" come archeologia. E- per tornare alla Electrolux- non si può non pensare alla vicenda Fiat. Come una volta quel che succede alla Fiat succede dappertutto e purtroppo avviene nella direzione opposta alla nostra, a quella praticata e vissuta qualche decennio fa...

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