giovedì 29 dicembre 2011

L'equità


Un po’ di numeri relativi all’equità, anche a raffronto con la Germania, la Francia (dove l’Iva su molti prodotti e servizi è passata – incredibile a dirsi – dal 5 al 7,5%), la derelitta Spagna e la fallita Grecia.

Nel febbraio 2008 il prezzo del greggio era a 90 dollari il barile, la benzina costava in Italia 1.271,89 il litro. Il dollaro aveva un rapporto con l’euro non molto distante da oggi. Il top storico intraday di 147.27 dollari il petrolio lo raggiungeva l'11 luglio 2008, la benzina costava 1.524,64 il litro. Oggi, 29 dicembre, il greggio è quotato sotto i cento dollari, precisamente 99,54. Diciamo giusto un 10% in più rispetto al febbraio 2008. Però oggi la benzina la paghiamo 1.722, che non è proprio il 10% in più, ma quasi il 30%. E il gasolio sta poco sotto a quel prezzo, aumentato cioè di oltre il 15% negli ultimi dodici mesi.

In Germania, dove salariati e pensionati guadagnano di più, secondo i dati ufficiali, il 19 dicembre 2011 la benzina senza piombo costava 1.507,00 e il gasolio da autotrazione 1.399,00 mentre quello da riscaldamento prezzava 891,91. Da noi, secondo i dati del Ministero dello sviluppo, quello da riscaldamento costava sotto la stessa data 1.405,38, vale a dire che lo paghiamo 513,47 centesimi in più il litro, cioè oltre un terzo rispetto alla Germania. In Francia lo stesso gasolio costava 932,20 e la benzina 1.491,00. In Grecia gasolio da riscaldamento a 968,00 e benzina a 1.643,00. In Spagna, rispettivamente a 897,01 e 1.296,07. Alla stessa data, la differenza con l’Italia rispetto alla Spagna era di 377,43 per la benzina e 508,39 per il gasolio da riscaldamento.

C’è poco da ridere e far battute in conferenza stampa, tanto più che il Tesoro non è riuscito a piazzare tutti i btp in vendita all’asta di oggi.

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