La vita delle persone è considerata solo dal punto divista del calcolo di bilancio. Ma non vale per tutti, ovviamente. Il teatrino mediatico, miscuglio di cialtroneria e cinismo, permette di mettere in luce qualche scampolo di povertà afflitta e di ricchezza tutelata. Per esempio, il sindaco di Castelfranco Veneto, Luciano Dussin, è anche deputato per la Lega Nord. Ha 52 anni e ha deciso di dare le dimissioni da deputato visto il doppio incarico. Infatti, per chi è primo cittadino di comuni con oltre 20.000 abitanti è stata dichiarata finalmente l’incompatibilità. Sono sei i deputati interessati ma Luciano Dussin ha già annunciato le dimissioni dalla Camera. Bel gesto quello di Dussin, applaudito dai suoi quando è stata annunciata la sua decisione nell’aula di Montecitorio. Bel gesto che gli permette di andare subito in cassa. Il deputato che è del ’59 ed ha due legislature alle spalle andrà in pensione col vecchio trattamento, senza dover aspettare il compimento dei 60 anni.
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Il consiglio regionale del Veneto ha deciso per il contributivo. Molto bene. Ma non subito, nel 2015, a babbo morto.
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Nel caso al professor Mario Monti fosse sfuggito, desidero rispettosamente informarlo, prima che glielo riveli Bruno Vespa, che le fondazioni bancarie sono in totale 89 e dispongono di un patrimonio complessivo di oltre 50 miliardi di euro, oltre la metà in mano alle prime cinque (Cariplo, MPS, Compagnia di S. Paolo, Ente CR di Roma e Fondazione Cariverona), i due terzi in mano alle prime 11: le altre sei sono Fondazione CR di Torino, Ente CR di Firenze, CR di Cuneo, Fondazione Banco di Sardegna, Fondazione CR di Genova e Imperia, Fondazione CR di Padova e Rovigo (collegate fra loro).
Da questo capitale le fondazioni ricavano ogni anno lauti guadagni, devoluti ad attività di utilità sociale: il settore maggiormente finanziato è quello artistico e culturale. Tale mecenatismo è dovuto al fatto che le manifestazioni culturali sono un’ottima occasione per fare pubblicità alla propria banca, oltre al fatto che i soggetti privati hanno ricevuto il 57,4% dei finanziamenti e i soggetti pubblici il 42,6%.
Prima della beneficenza, bisognerebbe pagare le tasse. Le fondazioni in questione beneficiano tutte dello status di no-profit, pertanto sono esentate dal pagare le tasse anche sugli utili. Non parliamo poi dell’Ici sui palazzi e gli immobili di proprietà.
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