Costa crociere mi ha mandato una mail: ci sarebbero 200 euro per me. A bordo. Il problema è salirci per ritirarle. Telekom invece mi vuole regalare una fantastica cornice digitale, ma non saprei che farmene. Episodi questi che mi richiamano alla mente un post recente di Grillo: La civiltà dei consumi ha creato il nuovo miserabile, colui che non può accedere ai consumi. Più consumi, meno sei miserabile, più sei invidiato. Qualcuno la chiama evoluzione, altri progresso. Io lo chiamo capitalismo, ma di questo dirò nei prossimi paragrafi.
E allora cosa proponi, caro Grillo? La rinuncia a un bene inutile è un atto rivoluzionario. Se le masse ne prendessero coscienza, il mondo cambierebbe senza un solo colpo di fucile. Prova a convincere le multinazionali, gli industriali che producono quei “beni” e pure chi in quei settori lavora per procurarsi il pane. Fatti un giro per i negozi di Genova, cerca di convincere i commercianti o almeno gli acquirenti. Forza, la verve e le illusioni necessarie non ti mancano, qualcuno che ti darà retta lo si trova sempre.
Un po’ del tuo patrimonio l’hai costituito facendo la réclame ai “beni inutili” e ora che ti sei convertito alla parsimonia (per gli altri) perseveri con i tuoi gadget che naturalmente reputi utilissimi. Così utili che non li regali, ma li vendi. Ecco il punto che ti sfugge e non potrai mai acchiappare dal tuo punto di vista di modesto demagogo.
Domanda metodologica: se sono “beni”, com’è che sono diventati inutili? Visto che questi “beni” vengono venduti e non ceduti gratuitamente, perché non chiamarli con il loro vero nome e cioè “merci”? Non lo fai per un semplice motivo: la tua mistificazione ideologica non reggerebbe più e l’inganno della richiamata “coscienza rivoluzionaria” svanirebbe.
E chi decide l’utilità di una merce e soprattutto: cos’è una merce? Caro ragioniere, una merce non è solo un valore d’uso utile o inutile, ma diventa un “bene” solo in quanto è un valore di scambio. Solo lo scambio può provare che una merce è utile. Se una merce non è utile, non diventa nemmeno un valore di scambio. Perciò chi decide dell’utilità di una merce, di un “bene” come lo chiami tu, è il mercato e non la “coscienza”. È il capitalismo bellezza e tu non ci puoi fare niente.
Ma mettiamo la faccenda dal tuo punto di vista piccolo borghese. Il frigorifero, il cellulare, il computer, portare otto giorni i bambini al mare, sono cose utili? Farsi la doccia e cambiarsi tutti i giorni è uno spreco insalubre? Bere l’acqua in bottiglia perché quella che esce dal rubinetto sa di merda, nonostante il cloro e le analisi fatte alla fonte e non al consumo, è utile o no? Se poi dici che è meglio imbottigliare in vetro piuttosto che in plastica siamo quasi tutti d’accordo, ma allora basta una noticina sul prossimo decreto milleproroghe, non serve fare la rivoluzione, nemmeno quella delle “coscienze”.
La verità è che tu vuoi solo migliorare il sistema delle “merci”, producendo solo quelle utili, quelle che non dovrebbero inquinare e bla bla bla. Tutta roba vecchia di secoli, caro Grillo. Dove domina la produzione di merci, lo scambio stabilisce anche tutto il resto, salvo dettagli per appagare i “rivoluzionari della coscienza”. Ma forse ciò che ti spaventa veramente è un sistema economico esausto che racimola quanto può per concentrarlo nel circuito del casinò finanziario. Da buon samaritano vorresti salvarlo, riportarlo alle origini.
Scrivi: La crisi può diventare un ritorno al passato, un momento di ripensamento delle nostre priorità e dei nostri bisogni. Non so quali siano state le tue esperienze di vita, ma personalmente al passato, ai tempi della contessa Onigo, non ci vorrei tornare e non ne ho più voglia di spiegarne i motivi. Se poi insisti nel dire che si andava in vacanza dai parenti in treno, magari in terza classe con le panchine di legno, ma il treno era puntuale, pulito e i passeggeri cortesi, allora vuol dire che non hai mai viaggiato su quei treni oppure sei in totale malafede. Guardati il film Café Express di Nanni Loy con Nino Manfredi, era solo il 1980.
Obietti ancora: Negli anni 50 i nostri fiumi erano chiari e pescosi, l'aria decente, i prati circondavano le città. Sì, ma non è necessario tornare alla miseria diffusa degli anni ’50. Si tratta di un problema economico la cui soluzione è politica, e proporre il “ritorno al passato” è una soluzione reazionaria (quando dico “soluzione politica” deve essere chiaro che il cretinismo parlamentare non c’entra). E soprattutto, caro Grillo, la crisi è una fregatura soprattutto per chi già sopravvive con 1000 euro al mese o anche meno. E non è una bella cosa nemmeno per le famiglie a 2000 euro al mese.
Quanto al fatto di “prendere coscienza” per cambiare il mondo, questo conferma che non capisci proprio un cazzo, ma non è colpa tua, è la tua posizione di classe che non ti fa fare un passo avanti (vai, continua a raccogliere firme). Apprezza l'utilità della franchezza.
Questo post è davvero grandioso. E' la summa di quanto ho sempre pensato su Grillo. E aggiungerei alla sua analisi: è un opportunista e pure tendente a destra. Perché? Perché parla di nazionalizzare le banche e di tornare alla lira, concetto che ormai cavalcano tutti, persino alcuni "compagni" che hanno perso la bussola (o forse non ce l'hanno mai avuta), per non parlare dell'area neofascista. Il tutto con buona pace del suo dirsi "né di destra né di sinistra". Purtroppo per lui queste minchiate non ce le beviamo: quando si dice così si è SEMPRE tendenti a destra.
RispondiEliminaUn caro saluto e continui così!
Le segnalo questo articolo, qualora avesse voglia di farsi due risate: http://www.corriere.it/editoriali/11_dicembre_20/severgnini-trappola-pessimismo_7606956e-2ad1-11e1-b7ec-2e901a360d49.shtml
RispondiEliminaPer Severgnini per rialzarsi dalla crisi basta volerlo! Basta poco, che ce vò?
grazie, ho letto il titolo e per oggi mi è bastato
RispondiEliminaNel mondo immaginario di Grillo si cura il cancro con le erbe, dai rubinetti esce idrogeno già pronto per alimentare le automobili (peccato che il metodo più economico per ottenere idrogeno è quello di ricavarlo dai combustibili fossili), nelle lavatrici non si usa il detersivo ma una pallina di zeolite dal suggestivo nome di biowashball (che, dati alla mano, ha lo stesso potere pulente di una bella strofinata con la spugna). Questo magico mondo, a metà tra il new-age e il peggior ambientalismo all'amatriciana, vive sul suo blog e nel movimento antipolitico che ha fondato. Ma lui ci crede veramente? C'è o ci fa? La seconda che ho detto.
RispondiEliminaCommento pubblicato sul blog del saltimbanco Grillo, nel post in questione:
RispondiEliminaLA VERA RIVOLUZIONE: LIBERARE IL LAVORO DAL CAPITALE.
La rivoluzione è nella spesa?
Il popolo alla fame, già la fa questa rivoluzione.
Infatti, sono sempre più frequenti casi di persone che vengono sorprese a rubare cibo dai supermercati.
Quindi, chi dovrebbe farla questa rivoluzione della spesa? ovvio, coloro che se lo possono permettere.
Ma coloro che se lo possono permettere, sono dominati dall'alienazione imperante.
E poi lo sappiamo tutti, che a chi sta dentro, non gliene frega un'emerita cippa di chi sta fuori (un effetto dell'estraniazione da se, dagli altri e dalla natura che ci circonda, che pervade l'uomo capitalistico).
L'esercito di disoccupati, precari, cassintegrati, e Lavoratori supersfruttati nel fisico e nella mente, rincoglioniti e imbambolati dall'ipnosi collettiva e massmediatica, NON SE LO PUO' PERMETTERE DI FARE LA RIVOLUZIONE DELLA SPESA, SONO OBBLIGATI A FARLA, CHIARO?
Tutti i cambiamenti, avvengono prima nelle cose, e poi nella testa.
Quando capiremo tutti, sulla nostra pelle, che per la stessa sopravvivenza nostra e della natura che ci circonda, dovremo abbattere questo mostro, questo moloch chiamato capitalismo, (abolendo tutti i suoi meccanismi di produzione e rapporti di produzione cui ad esempio il lavoro salariato, fondati sulle logiche del capitale) in cui alla base di esso, vi è lo schiavismo salariato, "vera linfa vitale" del capitalismo, allora inizieremo ad essere RIVOLUZIONARI, ma non basta.
Rivoluzionari che non solo vogliano abolire lo stato di cose presenti, ma liberare per sempre, l'umanità, dalle ragioni e dagli effetti del CAPITALE, e che si propongono dunque, un uomo nuovo, libero dai rapporti coercitivi capitalistici.
Un ruolo ed una necessità storica dunque.
Nuovi rapporti di produzione urgono, e quindi, ...ABOLIZIONE DEL SISTEMA DEL LAVORO SALARIATO!
http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807819476/Antologia/Karl_Marx.html
Vento...Rosso
grazie per avercelo ricordato. ce ne sono ovviamente anche altre. c'è o ci fa? credo che in gran parte hai ragione tu, ci marcia
RispondiEliminaquella sui titoli di stato però è un suo leit-motiv. ha cominciato nel 2008 a dire che di lì ad un anno saremmo falliti, poi nel 2010 e infine un mese fa ha rivendicato di aver predetto il default del debito. grazie, anche mia nonna 30anni fa disse che con questo debito aumentava di pari passo il rischio titoli. è come pannella, ne spara talmente tante che il rischio di azzeccarci è sempre superiore a zero
Cosa ha che non va, per non essere pubblicato il mio commento su Grillo?
RispondiEliminaMi sembra un buon contributo sulla discussione del saltimbanco Grillo.
Vento...Rosso
il commento di vento rosso, il primo commento, non era stato pubblicato per un solo motivo: non compariva tra i commenti del blog (e non so perché)
RispondiEliminal'ho recuperato nella mia posta, altro luogo dove finiscono tutti i commenti. quindi solo un motivo tecnico
non ho mai, finora, omesso di pubblicare commenti
Interessante e condivisibile. Come scrivevo qualche tempo fa in risposta ad entusiasmi decrescitisti di un mio amico-blogger, la decrescita e pensieri affini e derivati non sono male sul piano individuale, ma se non sono accompagnati da una critica globale sulla produzione rischiano di diventare uno strumento di falsificazione ideologica, di eliminazione del conflitto, insomma di feticismo bucolico, che distingue piuttosto ingenuamente consumi buoni e consumi cattivi.
RispondiEliminaPer di più, quando mi capita di parlare di questo argomento, spesso si aggiunge questo romanticismo che innalza il passato a stile di vita assolutamente sano, bello, armonico, equilibrato ("dovremmo tornare indietro di 50 anni!"). Non proprio progressista, questa cosa. Pare che secondo questi la storia si sarebbe dovuta fermare cinquant'anni fa.
Grillo è Grillo. Uomo con assonanze di pensiero con la destra (immigrazione, fisco e lavoro), ma anche con la sinistra (ecologia). E' un comico e niente di più; non è un esperto di niente che non sia far ridere, eppure un qualche piccolo tentativo di far riflettere su certe cose il popolo italiota l'ha fatto, si è esposto e sicuramente questo non gli avrà reso la propria vita più semplice. In fondo l'aveva fatto anche quando fu cacciato dalla Rai e bandito dalle trasmissioni televisive. Sembrerà poco, ma non butterei tutto quello che dice nella categoria del "paraculismo". Poi che dica a volte delle castronerie sono d'accordo.
RispondiEliminaM
posso essere d'accordo, ma il punto è questo: le sue "teorie" reazionarie quali impatto e quali effetti producono?
RispondiEliminale sue "teorie" reazionarie quali impatto e quali effetti producono?
RispondiEliminaLavano le coscienze che dice di voler svegliare, dando la possibilità a masse intrise di pensiero unico di apparire contrarie ad esso, pur non agendo in vista di un suo superamento, ma anzi mantenendosi in un'ottica monoliticamente neoliberista e capitalista.
Ricordiamoci sempre, sempre, sempre, che chi dice di voler "superare la distinzione tra sinistra e destra" è in realtà di destra.
lui la riduzione dello stipendio lo vuole per gli altri, tanto il suo non glielo tocca nessuno
RispondiEliminaè la versione genovese di bossi