«La volontà del capitalista consiste certamente nel prendere quanto più è possibile.
Ciò che noi dobbiamo fare non è di parlare della sua volontà,
ma di indagare la sua forza, i limiti di questa forza e il carattere di questi limiti».
Nel post precedente ho preso spunto da un articolo di Mario Seminerio sul blog Phastidio. Insisto oggi su un altro intervento di Seminerio (qui) poiché a mio avviso esso rappresenta bene il limite delle analisi economiche borghesi, anche di quelle migliori, in quanto in esse si concentra l’attenzione, per quanto riguarda la crisi e le sue cause, quasi esclusivamente sulla struttura della circolazione, cioè sui movimenti finanziari, monetari, distributivi, commerciali, anziché sulla struttura produttiva e segnatamente sulle contraddizioni del modo di produzione capitalistico sul quale poggia tutto il resto.
Ciò è dimostrato dal fatto che anche quando – come nel caso di Seminerio – non si punta l’indice sulle questioni fiscali, si finisce comunque per parlare della crisi come di un fenomeno che “nasce da un irrisolto squilibrio delle partite correnti, cioè dall’interscambio commerciale intracomunitario”. Il che è indiscutibile dal punto di vista dei fenomeni macroscopici, ma essi non vanno confusi, per quanto si presentino rilevanti, con la causa effettiva della crisi.
Scrive Seminerio: Lo scorso anno, la Germania ha registrato un surplus delle partite correnti del 5,7 per cento del Pil […]. Un paese che ha un surplus delle partite correnti deve, per definizione, acquisire attività estere. Ma così facendo può determinare problemi economici transfrontalieri. E questo è il punto fondamentale con cui confrontarsi: un surplus delle partite correnti è uno squilibrio, esattamente come lo è un deficit, che del primo è immagine speculare. […] I tedeschi riciclano abitualmente il loro surplus commerciale senza assumersi rischio valutario, cioè comprando soprattutto titoli di stato dei paesi dell’Eurozona in deficit commerciale. Da qui si è originata e si origina la “intossicazione” del sistema finanziario.
In altri termini Seminerio dice che se vi è debito da una parte, dall’altra vi è un credito. I debitori sono i paesi del Sud Europa e i creditori sono soprattutto tedeschi, i quali investono il loro crediti in “titoli di stato dei paesi dell’Eurozona in deficit commerciale”. In sostanza il credito finanzia il debito. Quindi – obietto – ci dovrebbe essere equilibrio. E invece, sostiene Seminerio, da qui si è originata e si origina l’“intossicazione” del sistema finanziario. Magari fosse così semplice e si potesse risolvere la questione con le ricette offerte da Seminerio, le quali puntano come solito sulle “liberalizzazioni”. Sono decenni che ci scassano le scatole con queste ricette crudeli e che non riescono a mettere un freno a questa rovina, come se il cambio nominale del titolo di proprietà potesse risolvere le crisi.
La domanda che Seminerio non si pone e non può porsi data la sua pregiudiziale posizione ideologica è molto semplice: per quale motivo i capitalisti tedeschi così come qualsiasi capitalista ha bisogno di accumulare “surplus” che poi spesso reinveste in speculazione finanziaria? La risposta a questa domanda varrebbe anche come risposta sulle cause effettive della crisi e poi anche sugli squilibri dal lato della speculazione finanziaria.
La formazione di un’immensa massa sovrabbondante e vagante di capitale monetario, la conseguente speculazione nei mercati finanziari, le crisi cicliche che si susseguono per svalorizzare questa pletora di capitali, sono conseguenze dell'insufficiente capacità di auto valorizzazione del capitale nella sfera della produzione. Fatta questa indispensabile premessa, solo dopo si può passare a considerare anche il resto.
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Lo schiavo riceve una quantità fissa e costante di mezzi per il suo sostentamento; l'operaio salariato no. […] Se egli si rassegnasse ad accettare la volontà, le imposizioni dei capitalisti come una legge economica permanente, egli condividerebbe tutta la miseria di uno schiavo, senza godere la posizione sicura dello schiavo (K. Marx, Salario, prezzo e profitto).
Stupendo articolo!
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/politica/2011/12/14/news/spinelli_europa-26573841/?ref=HREA-1
RispondiEliminaGradirei un suo cortese e illuminante commento circa il succitato articolo, grazie.
rispondo, indirettamente, nel prossimo post
RispondiEliminaciao