L’altro giorno guardavo la squadra di calcio dell’Olanda scesa in campo per una partita. Nella mia romantica ingenuità non credevo a quello che vedevo. Degli undici in campo, gli unici che in qualche modo assomigliassero ai personaggi ritratti da Rembrandt erano il portiere e il n. 24. Gli altri nove erano neri. Olandesi anche quelli a pieno titolo, sia chiaro. Quanto alla Francia, si sta godendo i frutti della sua colonizzazione, non solo nei campi di gioco, soprattutto nelle banlieues.
Quanto è razzista questa Olympe. Pensatela come volete, mi limito ad osservare questa mutazione sociale (anche nel calcio) ed economica. Abbiamo bisogno dell’immigrazione, ci viene detto dall’alto e dal basso delle “istituzioni”. Per vincere le partite senz’altro! Poi, chi ancora ne ha bisogno? Padroni, padroncini e caporali, mentre milioni di giovani italiani sono emigrati negli ultimi decenni, in cerca di condizioni di lavoro e di salario meno precari di quelli offerti dalla cara patria.
Questo è un lato della medaglia. L’altro: dove la trovi una badante per la tua mamma non più autosufficiente? Dove li trovi dei raccoglitori di mele trentine, tra gli studenti di Ca’ Foscari? Com’è diventato complicato (che è cosa diversa da “complesso”) il mondo. E però un bel po’ di complicazioni ce le siamo andate a cercare, così come ci siamo rivelati incapaci di mettere mano agli aspetti strutturali del degrado urbano (i cosiddetti tutori dell’ordine, oltre a manganellare gli studenti, quanto tempo stanno in ufficio e quanto per le strade, quanto di giorno e quanto di notte?).
Più controlli e maggiore severità. Ma va’, non interessa a chi vive in un mondo diverso dal nostro, un mondo di chi ha tutti i benefici e di chi invece sopporta tutti i costi. La borghesia non ha problemi con l’immigrazione, perché non la incontra. Le leggi non servono se nessuno le fa osservare, ed è inutile proibire quello che non si sanziona.
Fate figli, quasi implorano, gli stessi che hanno celebrato l’uberizzazione. Una giovane coppia difficilmente può contare su un alloggio dove non paga un affitto che si mangia mezzo stipendio (o anche più), mutui accessibili e sostenibili, lavori più stabili (che non vuol dire necessariamente un posto fisso a vita), salari decenti, asili nido, tariffe agevolate e tante altre piccole cose che, ben sappiamo, messe assieme pesano come macigni. Si cerca speranza in una situazione disperata. Neanche quella. E i media insufflano paura, tutto per un clik in più. Meglio comprarsi un cane, meglio ancora un gatto. Male che vada li sostituisci.
Ormai anche osservare articolo 1 della costituzione è diventato complicato
RispondiEliminaI tutori dell'ordine... quanto tempo in ufficio e quanto sul campo... e gli ispettori del lavoro, di grazia?
RispondiEliminaDiciamo una cosa qualunquista: nella migliore delle ipotesi sono fancazzisti, nella peggiore, no, nella più probabile... non lo dico, se no non mi pubblichi.
Proprio non riesci a capire: è un problema di organici, nel senso che i fancazzisti si sentono in pochi. Esprimiamo loro solidarietà.
EliminaPosso confermare che gli ispettori del lavoro sono davvero pochi.
EliminaE continuamente ostacolati e depotenziati dalle loro amministrazioni.
Per forza, fanno un lavoro non richiesto
Come al solito, anche in tema di controlli, il pesce puzza dalla testa, si preferisce la quantità alla qualità per sciorinare numeri fantasmagorici e spesso sono gabelle solo per i pesci piccoli.
EliminaAG
Servono a questi qui: https://ilmanifesto.it/morto-il-bracciante-indiano-mutilato-e-abbandonato
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