Vent’anni fa, una manifestazione, in grandissima parte pacifica, finiva nel sangue. Tramontava definitivamente ogni illusione pacificatrice e riformista. Dopo aver ucciso Carlo Giuliani, la sbirraglia cantava: “siete uno di meno”. Sul corpo di Carlo c’erano i segni inequivocabili delle sigarette spente su di lui. Poi la Diaz e Bolzaneto.
Nelle caserme e nelle carceri, allora come oggi, si tortura e uccide. A norma di legge.
L’8 giugno scorso, su mandato della Procura di Roma, la polizia ha sequestrato a Paolo Persichetti il suo archivio. Paolo è il più competente studioso del “caso Moro” e il suo archivio, costruito in anni di paziente e faticosa ricerca, è probabilmente il più approfondito.
In oltre dieci ore di perquisizione gli è stata sequestrata perfino la documentazione amministrativa e medica di suo figlio disabile. Persichetti nei suoi lavori a stampa smonta complottismi e dietrologie costruiti intorno al rapimento Moro, facendo pian piano luce.
Ciò che non deve essere messo in dubbio è la convinzione stratificata da decenni di intossicazione di un sequestro sponsorizzato e supervisionato addirittura con l’apporto diretto di forze esterne al mondo brigatista, per impedire l’alleanza tra Dc e Pci e l’entrata di quest’ultimo nel governo.
Sono i processi giudiziari e le Commissioni parlamentari a scrivere una “Verità di Stato”, tanto che Paolo Persichetti è stato accusato di “divulgazione di materiale riservato acquisito e/o elaborato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sequestro e l’omicidio dell’on. Aldo Moro”.
È accusato di favoreggiamento (378 cp) e dell’immancabile 270 bis, associazione sovversiva con finalità di terrorismo. La quale avrebbero avuto inizio nel dicembre 2015. Da cinque anni e mezzo, secondo la procura, sarebbe attiva in questo Paese un’organizzazione sovversiva (capace di sfidare persino il lockdown) di cui nonostante le molte stagioni trascorse non si conoscono ancora il nome, i programmi, i testi e proclami pubblici e soprattutto le azioni concrete (e violente, senza le quali il 270 bis non potrebbe configurarsi).
Anche far ricerca storica in Italia è reato.
Non ho niente da dire sul rapimento di Moro. Invece, sul movimento cosiddetto no-global, avrei molto da dire. Potrei sintetizzarlo così: la globalizzazione è diventata desinistra, nella modalità postmoderna: ossia, del nuovo capitalismo alla Bezos, Zukerberg, Mountain View, Elon Musk, Greta, Ferragnez, Macron, Ali Baba, Soros, e insomma, tutti quelli che fanno soldi con la globalizzazione spiegandoci che sono i nostri benefattori. I vecchi no-global se n'erano inizialmente accorti, e infatti hanno quasi subito rinunciato all'autodefinizione a favore di altre, tipo "altermondismo" (Indymedia). Ma poi sono stati rapidamente assorbiti.
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