In Renania-Palatinato, ieri pomeriggio il numero di vittime accertate era salito a 63, con almeno 362 feriti nel solo distretto di Ahrweiler. Si teme che questi numeri continueranno a salire. Ad Ahrweiler non solo mancano elettricità e acqua potabile, ma è fuori uso anche un gasdotto. Il fornitore del gas ha affermato che la riparazione potrebbe richiedere diversi mesi.
Nel vicino Nord Reno-Westfalia sono stati ufficialmente segnalati 43 vittime. Anche qui si teme che il numero sia più alto. La situazione è particolarmente critica a Erftstadt-Blessem, vicino a Colonia, dove sono crollati almeno tre edifici residenziali e parte del castello storico del paese. I soccorritori stanno cercando di portare in salvo gli abitanti, ma finora hanno avuto difficoltà a raggiungere le loro case.
Il bilancio provvisorio delle vittime in Belgio è salito a 23, con 20 dispersi. A Maastricht, nel sud dell’Olanda, 10.000 persone sono state evacuate per il timore che il fiume Mosa tracimasse inondando le aree residenziali. A causa dell’interruzione di corrente, molti telefoni cellulari sono inutilizzabili poiché non c’è un modo di ricaricare le batterie. Intere comunità sono tagliate fuori perché strade, ponti e binari ferroviari sono impraticabili.
Anche i distretti di Aquisgrana e Düren sono stati colpiti da forti temporali. Colpiti anche Colonia, Treviri, Solingen, Hagen, Leverkusen, anche se l’entità dei danni non è ancora stata stimata.
Le inondazioni hanno fatto seguito a diverse settimane di piogge intense e persistenti. Nelle strette valli dell’Eifel, nella regione intorno a Colonia, nel Bergisches Land e nel Sauerland, piccoli ruscelli sono diventati torrenti impetuosi in poche ore.
Il cambiamento climatico ha causato temperature e una siccità senza precedenti in Canada e negli Stati Uniti occidentali, e si è manifestato con forti piogge in Europa. L’Istituto meteorologico belga ha registrato precipitazioni record in 48 ore a Liegi, vicino al confine tedesco, con 271 mm registrati a Jalhay e 217 mm a Spa. Normalmente si misurano 100 mm a luglio in quelle aree.
I disastri alluvionali sono in aumento da diversi lustri. Che cosa si può fare? Ci sono esempi. A Grimma, in Sassonia, vicino a Lipsia, sul fiume Mulde, tre anni fa è stato installato un sistema di protezione dalle inondazioni dopo le grandi catastrofi alluvionali del 2002 e del 2013. Si sono costituito delle paratoie e un muro di protezione lungo diversi chilometri e profondo 12 metri nella terra. Un complesso sistema di canali sotto la città può assorbire e drenare grandi quantità di acqua. In due ore il centro della città può essere sigillato ermeticamente.
Tuttavia non si può pensare di intervenire radicalmente e diffusamente in tal modo, anche per un problema di costi. Gli enti locali semplicemente non hanno il denaro per farlo, e i governi sono alle prese, oltre che con gli effetti della pandemia, con altri tipi di finanziamento. Per esempio in Italia si profondano denari per il salvataggio di Alitalia e altre società decotte o banche derubate e fallite, con regalie a potenti famiglie, eccetera. In Germania la Bundeswehr è in fase di aggiornamento e il governo sta investendo nel cyberspazio e nella guerra spaziale, per dire.
Pertanto, non ci resta che caricare la responsabilità del cambiamento climatico su India e Cina, sicuramente grandi inquinatori (ad imitazione di ciò che fa l’Occidente da più di un secolo), dalle quali importiamo le merci che lì vi sono prodotte con i nostri marchi a costi più bassi e con profitti più alti. Il solito modo di essere liberali e ipocriti insieme.
Drammi gialli e sinistri della moderna decadenza sociale.
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