domenica 4 luglio 2021

I conti con l'eredità

 


Questa brava e simpatica ragazza, che scrive in veneto come parla con la sua mamma (cosa che non è senza bellezza per chi volesse ridere), dimostra d’essere d’accordo con ciò che riprende da altri. E dunque i due distinti intellettuali serenissimi non credo siano molto addentro la vicenda che portò infine la cessione della Repubblica di Venezia all’Austria da parte di Napoleone (*).

Che la Repubblica, retta da un’oligarchia patrizia, fosse un faro di libertà millenaria è un truismo di larga accoglienza, tuttavia in omaggio alla verità storica consiglio più cautela e ragionamento. E non suggerisco di lambiccare il Maranini, ma di meditare l’Ippolito delle Confessioni. Non tutte le 916 pagine, che le ultime 300 ammetto di essere stucchevoli, ma almeno il primo capitolo per levarsi il capriccio!

Quanto al resto, il declino di Venezia, non solo economico, durava da molto tempo, come sanno anche gli scolaretti dei primi banchi, e non è casuale la città si fosse ridotta ad essere il bordello d’Europa, per quanto raffinato e attraente. Sarebbe sufficiente leggere La crisi dell’aristocrazia senatoria, di Giovanni Tabacco, e magari in Appendice la lettera che Andrea Tron scrisse ad Andrea Querini nel 1748. Tra l’altro:

«Trenta anni di pace non sono stati capaci non solo di rimettere le nostre finanze, ma neppure di minorare li debiti; dunque se essa durerà altri trenta saremo nello stesso difetto, perché quello che non si è potuto fare o non si è saputo sino al presente, è difficile che si eseguisca in progresso» (p. 201).

Tesori miei, queste parole di monito ci dovrebbero essere care e cogenti anche per il presente, in attesa di ricevere benefizi e nuovi crediti (alias debiti).

Come ognuno sa, nel 1797 Venezia seguì il proprio ineluttabile destino, passando dapprima sotto il dominio dell’Austria, poi della Francia (Regno d’Italia napoleonico), quindi di nuovo dell’Austria e infine sotto il dominio sabaudo che si chiamò Regno d’Italia.

Napoleone agì nelle vesti di commissario liquidatore di ciò che da moltissimo tempo si preparava in Venezia e più in generale in Europa. La Storia, come diceva uno storico d’oltralpe di cui ora non mi viene il nome, va letta e interpretata sul “tempo lungo”.

Certo, quel mascalzone di Napoleone depredò Venezia di innumerevoli suoi tesori artistici, specie alcuni che l’amica Francia non ci ha mai restituiti. Ma chi al suo posto avrebbe agito diversamente? Del resto i francesi fecero a Venezia quello che essa fece a Costantinopoli, a cominciare dai celeberrimi cavalli di bronzo.

Scrive bene Ernesto Ferrero sul domenicale di oggi recensendo un librino: “non abbiamo mai fatto seriamente i conti nemmeno con l’eredità napoleonica”. Vero, in fatto di eredità ognuno vuol fare a modo suo.

(*) Su Campoformio sarebbe magari auspicabile un’occhiata all’omonimo lavoro di Roberto Cessi, che anche a distanza di molto tempo resta un caposaldo insuperato.


5 commenti:

  1. Gentile Olympe
    qualche mese fa alla fine di un post su Napoleone, del quale sovente si occupa, ha lasciato cadere con noncuranza una frase sibillina, che alludeva al fatto che le spoglie dell'Imperatore non riposino sull'isola. Significa forse che sono state trafugate post mortem oppure, ipotesi più stuzzicante, che Bonaparte abbia lasciato l'isola da vivo ? Ho forse capito male ? Mi faccia sapere grazie

    Un ammiratore

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    1. Napoleone è un personaggio che si presta perfettamente alla leggenda e al mito; egli stesso fu promotore della sua leggenda. Dai primordi dell’esistenza umana il mito e le leggende hanno informato la coscienza e il comportamento degli uomini. Il nostro stesso calendario si basa sulla nascita di un personaggio mitologico. Oggi il mito e le leggende si ammantano dell’etichetta di “scientifico”. Abbiamo bisogno di certezze e consolazioni, fuggiamo l’incertezza e il dubbio.

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    2. ottimo commento, serve l'esercito per far rispettare la "scientificità"...

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    3. È difficile individuare l'ironia su web, per cui è possibile che il tuo anonimo ammiratore sappia benissimo dove sono le spoglie di Napoleone. Io non posso che consigliargli il film "I vestiti nuovi dell'imperatore".

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    4. Lo ho sospettato anch'io, ma che devo fare, sono gli incerti del mezzo.

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