venerdì 16 luglio 2021

La Storia non è finita

 

Al tempo di Marx, più di due terzi della popolazione europea si dibatteva tra miseria e disoccupazione, nella più rosea delle ipotesi viveva in condizioni di dignitosa povertà. All’epoca di Lenin e di Mao, in Russia e in Cina vigeva ancora largamente il feudalesimo. Per quanto riguarda la prima metà del Novecento, non vanno dimenticati i fascismi, le due guerre mondiali e la grande depressione economica degli anni Trenta in assenza di un welfare state adeguato. Per lungo tempo, la prospettiva di una rivoluzione sociale che superasse la società borghese ebbe senso e largo consenso.

Se oggi chiedessimo alle persone, anche non abbienti e non solo a quelle che abitano nei paesi di più antica industrializzazione, di scegliere tra il comunismo e il capitalismo, il risultato dell’opzione sarebbe inequivocabile scontato. Nonostante tutte le contraddizioni patenti, meglio il capitalismo che il sedicente comunismo, soprattutto per come quest’ultimo s’è prospettato storicamente.

Circa due terzi della popolazione nei paesi di più sviluppati non se la passa male in rapporto alle situazioni economiche e sociali del passato, nonostante reali condizioni di equità distributiva e di tutela sociale si facciano più labili. Né va trascurato quanto già avvertiva Marx, ossia che in seno alla società borghese si sviluppano delle classi subalterne che per educazione, tradizione, abitudine, riconoscono come leggi naturali ovvie le esigenze di questo modo di produzione.

Per tali ragioni, e non solo per effetto della martellante campagna mediatica che ci presenta il sistema attuale come il migliore tra i possibili, l’opzione “comunismo”, comunque declinata, non gode di consistente favore, anzi è ampiamente screditata e da taluni può essere accarezzata più per motivi d’ordine ideologico, tra l’altro con non pochi distinguo, piuttosto che per cause di contingenza sociale e materiale.

Dobbiamo guardare al mondo reale e non a quello immaginario. Nessuna volontà può forzare le leggi che presiedono i processi storici e che hanno lo stesso carattere delle leggi di natura. L’abbiamo ben sperimentato nel corso del Novecento. E ciò vale però anche per l’evoluzione del capitalismo, che prelude sempre più a qualcosa di diverso dalla sua versione bonaria, quella del capitalismo sociale e inclusivo.

Lo vediamo bene nel costituirsi di agglomerati monopolistici giganteschi, motivati dalla lotta acerrima per la spartizione dei profitti, laddove l’accrescimento del saggio del plusvalore ha la tendenza a tradursi in una diminuzione del saggio del profitto. Caduta del saggio del profitto e accelerazione dell’accumulazione sono semplicemente espressioni diverse del medesimo processo, ambedue esprimendo lo sviluppo della forza produttiva indotto principalmente dall’innovazione tecnologica.

Il capitalismo non può smentire se stesso, esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti e i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali. Ha creato un mondo a propria immagine e somiglianza, dove si volatilizza tutto ciò che vi era di stabile e dove ognuno, non solo l’artigiano e il piccolo commerciante, è costretto a guardare con occhio disincantato la propria posizione e i propri reciproci rapporti.

Dinamica economica che alimenta la disoccupazione e la sottoccupazione di massa quale fenomeno non più solo ciclico, che esaspera la speculazione finanziaria e sfrutta l’inarrestabile crescita del debito pubblico e privato, che aumenta le disuguaglianze sociali non attenuate da un welfare costoso e farraginoso, che favorisce l’aristocrazia del denaro; una dinamica sociale che inclina per una società in cui i cittadini sono sottoposti a un invasivo e dispotico controllo delle loro vite private.

A tale proposito, le nuove tecnologie informatiche hanno modificato consistentemente i congegni tradizionali di quella che si presentava come una società aperta e democratica. La concentrazione d’interessi di particolari gruppi di potere è tale da controllare la produzione e circolazione dell’informazione, in modo da organizzare le opinioni e i comportamenti, vale a dire il consenso verso determinati obiettivi, fra tutti l’enfatizzazione del privatismo individualistico.

L’assenza di un reale dibattito politico su questi temi, l’appiattimento e impoverimento culturale generalizzato, favoriscono le pulsioni demagogiche, le soluzioni semplicistiche, per esempio quelle che cavalcano il pregiudizio razziale in tema d’immigrazione. Per altro verso si contrappone un relativismo etico-politico qual è il multiculturalismo ideologico in tema migratorio, che sembra non avvedersi dei pericoli insiti in culture avulse dai principi fondamentali dei paesi ospitanti.

Inoltre vanno tenute in considerazione due questioni di peso essenziale e da non sottovalutare: il rapido cambiamento climatico in atto, e lo scontro strategico tra superpotenze, le cui conseguenze sono in gran parte prevedibili. Dal lato del problema climatico non si vede come possa essere cambiato il modello di sviluppo economico restando entro le sue dinamiche essenziali; quanto allo scontro geostrategico, esso non si fermerà al piano della contesa economica, e in tal senso un’escalation bellica non esclude l’opzione nucleare.

Viviamo un momento storico in cui tutto è rimesso in discussione. Verificato che le soluzioni poste in campo dal riformismo, da quelle fiscali e occupazionali fino a quelle sul clima, alla lunga si rivelano inadeguate e falliscono, le persone, almeno quelle più vocate e non troppo distratte dal proprio particolare, dovrebbero cercare delle risposte alternative. Hic Rhodus, hic salta, avrebbe esclamato il Vecchio. Per il momento non si vede nulla di ciò e la clessidra sta finendo la sua sabbia.

15 commenti:

  1. Sì ma quando però? Quand'è che viene giù tutto? Finalmente, aggiungo io. A me sembra che la clessidra sia difettosa, la baracca continuerà a tenere per altri cento anni. Hai qualche idea per accelerare l'apocalisse? Io non ce la faccio più, voglio che collassi il sistema e che si muoia tutti. Ti prego: fatti venire un'idea esplosiva!!!! Grazie.

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    1. può essere che tenga per un altro secolo. per affermarsi sul feudalesimo la borghesia liberale ebbe bisogno di diversi secoli.
      comunque, se vuoi anticipare la tua dipartita ci sono molti sistemi rapidi. Prego.

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    2. i tempi sono cambiati. oggi è tutto più veloce. anche la corsa verso il precipizio.

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  2. Lei che è una persona più vocata e non troppo distratta dal proprio particolare, che risposta/e alternativa/e dà?

    Saluti

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    1. da anni scrivo che la lotta ideologica è una determinazione essenziale della lotta di classe, senza di essa non c’è teoria, e senza teoria e sviluppo della stessa non c’è organizzazione pratica.

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  3. Analisi lucida e spietata, non si scampa al Vecchio ,manco fosse un profeta !

    caino

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  4. Devo dire che, fra tutti i testi sul futuro, quello che adesso mi pare più centrato è quello che avevo sottovalutato: Brave New World.

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    1. a suo tempo non impressionò nemmeno me. preferisco L'eminenza grigia.
      è solo questione di tempo, la prossima crisi finanziaria farà apparire quella del 2008 come un pioggerellina di primavera. come struzzi con la testa sotto la sabbia.

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    2. Crisi finanziaria alimentata dai vari Recovery Fund.., per non dire organizzata intorno.
      Le ciambelle a volte nascono intono al buco

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    3. buchi fondamentali, lo dicono anche gli astronomi

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  5. La apocalissi culturale è in pieno svolgimento, non solo leggendo chi, appena vinto un premio strega, scrive sul corriere di ieri che l'essenza della democrazia è fidarsi di chi sa, dimostrando che anche la sua "lesione del comprendonio è circoscritta", che saprà forse anche scrivere, ma non sa di certo leggere, altrimenti capirebbe. Forse cominciando da Ernesto De Martino riuscirebbe a ottenere qualche nozione per scrivere qualcosa di sensato. Eppure è stato esorcizzato anche lui con il battesimo, nello stato mentale in cui vive, gli consiglierei Lourdes, o perlomeno tutta la letteratura a riguardo.
    La diffusione del fenomeno Covid ha raggiunto il livello d'isteria popolare dal quale sembra non ci si possa più liberare.
    È una guerra, scrivono, dicono. È la cosa più importante oggi, cosa c'è di più importante della salute?
    Molte sono le cose più importanti della salute, dico io che non so parlare ne tanto meno scrivere, la guerra sembra essere più importante ad esempio, altrimenti non ce ne sarebbero nel mondo, la salute mentale è più importante se vogliamo specificare. Poi, ci deve essere sicuramente molto di più, visto la vita che si conduce sopratutto qui, in occidente e visto tutte le malattie derivanti da essa.
    Ma no, la soluzione è il vaccino. Quando arrivarono gli Americani, (non è che sia passato molto tempo) ci liberarono dalle piattole e dai pidocchi spruzzandoci per tutto il corpo, anche nelle mutande, il loro DDT. Non vorrei chiedere di andarsi a leggere quello che fa il DDT.
    Non molto tempo fa, illustri ricercatori e scienziati svizzeri elaborarono una formula comprendente amianto per costruire una moltitudine di oggetti estremamente utili, quelli Eternit, ancora molto presenti in città, paesi e campagne di tutto il mondo, hanno fatto e stanno tuttora facendo, molti più morti del Covid.
    Ma abbiamo come sempre la scienza, quella vera, quella dei nuovi guaritori, dei nuovi maghi, dei nuovi esorcisti che non sanno che farsene di un corpo umano molto più sofisticato, complesso, di tutti i loro laboratori chimici messi insieme, un corpo umano con milioni di anni di esperienza. Loro combattono la secchezza vaginale con appropriati medicamenti. dico io.
    ...solo nella misura in cui l'azione umana andrà via via foggiando in se e intorno a se un mondo umanizzato, fatto consapevolmente da uomini e destinato consapevolmente a uomini ... potrà attuarsi un progresso della civiltà, altrimenti anche ciò che esteriormente si presenti come l'ultimo ritrovato della scienza e della tecnica, o come ineccepibile progetto di riforma, è destinato a corrompersi nell'attuazione e a riconvertirsi nel peggio. dice De Martino.
    Ma come ben dice Olympe, la clessidra sta per finire; quando è che viene giù tutto? Guardati intorno, per molti è già venuto giù tutto, sei invidioso? Leggersi Clara Gallini.
    Stefano

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  6. ...ma cher Olympe bonjour, in questi giorni mi sono imbattuto in questa "analisi” sul Marxismo (quattro episodi) tenuta da Michele Boldrin e Adriano Palma, probabilmente è un limite mio, ma non vi ho capito nulla...
    https://www.youtube.com/watch?v=btV_HDQT4Q0
    Baci
    maurix

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    1. Caro Amico, liberissimo di leggere quello che vuoi, ovviamente, ma io da decenni non perdo tempo con Boldrin Michele da Padova.
      Tanti bacini

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