martedì 17 dicembre 2019

Che c’entra l’acetone con la questione palestinese?



Quale ruolo svolge il caso negli eventi storici? Un ruolo straordinario se consideriamo la storia solo dal lato del singolo événement. È vero che l’infinita messe d’imprevedibili eventi casuali è il modo nel quale il reale si attua, tuttavia è solo osservando il complesso degli eventi nel lungo periodo che si può comprendere la differenza tra i processi di tendenza e l’azione casuale degli elementi fortuiti, così come ebbe a definirli Engels in una lettera a Heinz Starkenburg, nella quale chiariva che tracciando l’asse mediana della curva vedremo che quanto più lungo è il periodo in esame, quanto più esteso è il terreno studiato, tanto più questo asse corre parallelo all’asse dell’evoluzione economica.

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Quale ruolo ha avuto la cosiddetta dichiarazione Balfour nella vicenda storica che ha portato all’instaurazione dello Stato d’Israele? Tale “dichiarazione” consiste in una breve lettera che il ministro degli Esteri inglese Arthur James Balfour indirizzò a un privato cittadino, Lionel Rothschild. Questi non ricopriva un ruolo ufficiale nel movimento sionista, ma era strettamente associato e amico intimo di Chaim Weizmann quando era presidente della Federazione sionista britannica, inoltre era cugino del barone Edmond James de Rothschild, che sponsorizzava l’insediamento ebraico in Palestina. Lionel divenne noto per le sue stravaganze: andava per le strade di Londra in una carrozza trainata da quattro zebre (come la famiglia di mercanti indiana dei Mullick, che nella Calcutta della fine del Settecento, soleva girare per la città con una carrozza trainata da due zebre). Nella lettera il governo britannico esprimeva simpatia per le aspirazioni dell'ebraismo sionista dichiarandosi con favore per la costituzione, in Palestina, di un “focolare nazionale” per il popolo ebraico.


Un documento del genere era stato oggetto di desiderio da decenni, sin da quando Herzl aveva cercato di convincere i principali sovrani europei nella speranza di ottenere un placet per l'insediamento ebraico in Israele. Il movimento sionista ha saputo abilmente trasformare la lettera di Balfour in uno dei fondamenti del suo diritto a occupare stabilmente la Palestina, cacciando dalla loro terra gli abitanti autoctoni, spesso requisendo o distruggendo i loro beni immobili, istaurando uno Stato sovrano d’ispirazione sionista (1).

Si tratta di un territorio che il “popolo ebraico”, segnatamente i sefarditi e gli askenaziti, non possono storicamente vantare di aver abitato in nessuna epoca, poiché la storia del “popolo ebraico” è in gran parte un’invenzione, e la faccenda della “diaspora” un’ipotesi aleatoria (vedi Il mito degli antenati ebraici). Tuttavia la dichiarazione Balfour ha un’origine assai curiosa e merita di essere accennata.
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Chi e che cosa spinse il ministro degli Esteri inglese Balfour a indirizzare a Lionel Rothschild quella lettera che i sionisti hanno brandito come fondamento giuridico del loro diritto a occupare in massa la Palestina? La protostoria di tale vicenda non è azzardato definirla come “esplosiva”.

Partiamo da una voce di Wikipedia dedicata a Chaim Weizmann, che sarà poi il primo presidente dello Stato d’Israele:

«Dal 1900 al 1903 è stato professore di chimica, prima all'Università di Ginevra e poi, dal 1904 al 1916, a quella di Manchester. [Cittadino russo] Naturalizzato britannico, assunse la carica di direttore dei laboratori dell’Ammiragliato Britannico [1916-‘19] durante la prima guerra mondiale, contribuendo agli studi sugli esplosivi e inventando la cordite. Scoprì un metodo per l'estrazione di petrolio sintetico da sostanze organiche presenti in natura».

Chiariamolo subito, Chaim Weizmann non “inventò” la cordite. Quanto all’asserita estrazione di “petrolio sintetico” (?!), dirò in seguito.

Che cos’è la cordite?

È un esplosivo infume a basso potere dirompente a base di nitroglicerina (58%, in peso), nitrocellulosa (37%) e oli minerali (5% di vaselina), usato essenzialmente per le cariche di lancio nelle armi da fuoco, da quelle portatili, a quelle di campagna, alle artiglierie navali.

Venne sviluppato e prodotto nel Regno Unito dal 1889 per sostituire la polvere nera come propellente militare. La cordite è classificata come esplosivo detonante e non deflagrante come dell’originaria polvere nera, cosa invece sostenuta in modo errato da Wikipedia.

Per la fabbricazione della cordite viene impiegato l’acetone come solvente, in tal modo la miscela viene estrusa sotto forma di cilindri a forma di spaghetti, chiamata figuratamente “cordite”. Fu sintetizzata dai chimici inglesi James Dewar e Frederick Abel, modificando opportunamente un esplosivo simile, chiamato balistite (costituito da due sostanze esplodenti, nitrocellulosa e nitroglicerina).

Tanto simile che lo svedese Alfred Nobel, che l’aveva brevettato, intentò una causa legale contro i due chimici inglesi, per sottrazione di brevetto. Nobel, tuttavia, nei tribunali inglesi perse la causa. Tra l’altro, la nitroglicerina e la nitrocellulosa (2) avevano avuto altri scopritori.

Ascanio Sobrero, chimico e medico piemontese, ripeté l'esperimento della sintesi di nitrocellulosa (che era stato effettuato, senza successo, da Schönbein): mise due gocce, questa volta di glicerina, in una provetta e la riscaldò, ma la piccola esplosione che ne scaturì durante l'esperimento danneggiò il laboratorio, così decise di interrompere gli esperimenti. Successivamente Sobrero riprese gli studi degli acidi e nel 1847 riuscì nella sintesi, ottenendo un nitrato esplosivo ancor più stabile, la nitroglicerina, utilizzato poi da Alfred Nobel nel 1867.

Che ruolo ebbe quest’ultimo?

Iniziò nel 1859 lo studio sulla nitroglicerina scoperta da Sobrero, e rendendosi conto che l’esplosione poteva essere innescata con polvere da sparo, ne iniziò la commercializzazione sotto il nome di “olio esplodente”. Un'esplosione distrusse la prima fabbrica svedese, uccidendo il fratello di Alfred. Il commercio di “olio esplodente” continuò fino al 1867, anno in cui Nobel adottò il fulminato di mercurio come “innescante” e stabilizzò la nitroglicerina facendola assorbire da farina fossile (una diatomite). Con ciò ottenne una pasta morbida più stabile della nitroglicerina, da plasmare in canne di dimensioni e forma idonea per l'inserimento nei fori di perforazione, che chiamò dinamite, utile nelle cave, demolizioni e per usi bellici. Il tecnico-imprenditore svedese brevettò nel 1875 la cosiddetta "gelatina esplosiva", a base di cotone collodio e nitroglicerina, con un potere esplosivo maggiore della dinamite.

E Chaim Weizman dal quale siamo partiti? Meglio la Treccani: “condusse importanti ricerche sulla fermentazione acetonbutilica, che sfruttò (1914) per la produzione dell'acetone, di grande interesse per l’industria bellica dell'epoca”. Non la sfruttò nel 1914 per la produzione dell'acetone, bensì in seguito, e però il resto è esatto.

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Nella versione italiana delle Memorie di guerra di Lloyd George non si fa menzione al ruolo svolto da Weizmann relativamente al problema del munizionamento, tuttavia l’ex ministro scrive a tale riguardo: “Tra gli sviluppi interessanti che riguardano il lato chimico della guerra, devo menzionare la storia dell’acetone. […] Questa sostanza chimica era elemento essenziale nel processo di produzione di cordite, comunemente prodotta dalla distillazione del legname, e necessaria per fabbricare munizioni grandi e piccole” (3).

L'acetone veniva prodotto principalmente da minerali di raffinazione come l'acetato di calcio, che proveniva dalla Germania e dall'Europa centrale. Essendo in guerra con gli Imperi centrali, l’Inghilterra otteneva il calcio acetato dalla distillazione del legno, e dalla decomposizione del calcio acetato produceva acetone. È necessaria una quantità molto elevata di legname per produrre infine una tonnellata di acetone (4).

Prosegue Lloyd George: “Il problema del nostro munizionamento s’impose subito allo scoppio delle ostilità. Dopo apparve chiaro che se noi non lo avessimo saputo risolvere e risolvere con prontezza, saremmo stati destinati a rappresentare una parte insignificante nella guerra” (p. 93).

Purtroppo nella versione italiana delle Memorie non si va oltre, ossia mancano proprio i capitoli relativi alla vicenda degli approvvigionamenti di armi e munizioni. Pertanto si deve fare ricorso alla versione americana dell’opera di Lloyd George stampata nel 1933 a Boston.

La Gran Bretagna dipendeva per gran parte dalle importazioni di acetone dall'America. Comunque le forniture americane di acetato per la produzione di acetone non bastavano per fabbricare le quantità di cordite necessarie alla guerra. Inoltre, già nella primavera del 1915 la situazione del mercato dell’acetato in America era diventata estremamente delicata, poiché i prezzi venivano forzati e gli appaltatori vendevano la loro produzione due volte, inadempiendo in tal modo i contratti e rendendo impossibile per il governo britannico recuperare i danni.

Scrive Lloyd George: “The matter was urgent, for without the acetone there would be no cordite for our cartridges, for either rifles or big guns [cannoni]”.

Fu Charles Prestwich Scott, direttore del Guardian e amico di Lloyd George a segnalare allo stesso ministro il chimico che faceva al caso, vale a dire il prof. Chaim Weizmann, dicendogli che “l'unica cosa che gli interessava davvero era il sionismo, e che era convinto che solo la vittoria degli Alleati era una speranza per il suo popolo” (5).

Lloyd George invitò il professor Weizmann a Londra. Allora era abbastanza sconosciuto al grande pubblico, ma non appena il ministro lo incontra si rende conto che si tratta di una personalità davvero notevole. Gli illustra il suo “dilemma chimico” e gli chiede aiuto. Il professore rispose che non sapeva ancora se poteva dare aiuto, ma ci avrebbe provato. Poteva produrre acetone da un processo di fermentazione su scala di laboratorio, ma ci sarebbe voluto del tempo prima che potesse garantire una produzione su scala industriale.

Dopo qualche settimana Weizmann tornò da Lloyd George e gli disse che il problema era risolto: dalla microflora esistente su mais e altri cereali era riuscito a isolare un organismo capace di trasformare l’amido dei cereali, in particolare quello del mais, in acetone (6).

Lloyd George scrive che dopo il successo della produzione di acetone con il metodo di Weizmann, gli disse: “Hai reso un grande servizio allo Stato e vorrei chiedere al Primo Ministro di segnalarti a Sua Maestà per un’onorificenza”. Weizmann rispose che non voleva nulla per se stesso, ma chiese al ministro che facesse qualcosa per il suo popolo, spiegando che le sue aspirazioni andavano sul rimpatrio degli ebrei alla “terra sacra che avevano reso famosa”. Questa richiesta fu all’origine – scrive Lloyd George – della nota dichiarazione sulla “National Home for Jews in Palestine”.

Non appena divenne premier, Lloyd George parlò della questione con il ministro degli Esteri, Arthur James Balfour. Come scienziato, dice Lloyd George, Balfour era immensamente interessato al successo del dr. Weizmann, ed entrambi i politici inglesi erano ansiosi di raccogliere per tale progetto il sostegno ebraico nei paesi neutrali. Questo è stato l'inizio di processo, scrive, il cui esito, dopo un lungo esame, fu la famosa dichiarazione Balfour, che “divenne la carta del movimento sionista”. Lloyd George sottolinea con enfasi soddisfatta: “So that Dr. Weizmann with his discovery not only helped us to win the war, but made a permanent mark upon the map of the world”.

Dice ancora Lloyd George che in seguito a ciò Weizmann raccolse fondi per quindici o sedici milioni di sterline per la ricostruzione di Sion (“rebuilding of Zion”), pp. 50-51. Nel 1939, Weizmann viaggiò dalla Palestina all’Inghilterra per convincere il governo a non pubblicare il Libro bianco proposto che limitava la Dichiarazione Balfour alla Palestina a ovest della Giordania, creando una Palestina indipendente governata da arabi ed ebrei palestinesi in proporzione al loro numero nella popolazione. Il Libro bianco fu respinto dal parlamento inglese il 23 maggio 1939 con 268 voti a 179.

Ovviamente Lloyd George e Balfour erano ben al corrente che nel 1916, la Gran Bretagna e la Francia avevano sottoscritto un accordo per la spartizione della “carcassa del turco”, cioè dell’Impero ottomano (l'accordo Sykes-Picot, dal nome dei due diplomatici che lo firmarono). Com’è noto l'accordo fu firmato dai due paesi solo per cercare di rafforzare la loro influenza nella regione, nella speranza di ottenere un controllo reale. A tal fine, gli inglesi cercarono di acquistare il favore dei due campi, arabi e sionisti – ed entrambi chiesero il riconoscimento del loro diritto alla terra. Con la non trascurabile differenza che quella terra era abitata dagli arabi.

(1) Per quello che vale la mia opinione, ritengo che oggi la popolazione ebraica abbia diritto di abitare e vivere in pace in Palestina, al pari di quella araba palestinese. Reputo però come un insulto l’instaurazione di uno Stato sionista, e un proposito errato quello di costituire uno Stato palestinese. L’ideologia sionista e il nazionalismo arabo hanno prodotto solo danni gravissimi e ormai irreparabili.

(2) Nel 1838 un chimico francese, Théophile-Jules Pelouze, scoprì che la carta o il cartone potevano essere resi violentemente infiammabili immergendoli in acido nitrico concentrato. Pelouze ha chiamato il suo nuovo materiale “pirossina”. Christian Friedrich Schönbein, un chimico svizzero, è stato in grado di aumentare il grado di nitrazione della cellulosa, e quindi l'infiammabilità del prodotto, immergendo il cotone in una miscela di acidi nitrico e solforico. Nel 1846 annunciò la scoperta di questa rivoluzionaria sostanza esplosiva, che divenne nota come guncotton [nitrocellulosa, altrimenti detto fulmicotone], e acquisì brevetti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.

La nitrocellulosa non entrò in uso come componente della polvere da sparo fino al 1860. La storia del suo primo impiego è stata punteggiata da molte disastrose esplosioni, causate in parte dall'incapacità di comprendere che la nitrocellulosa è un materiale instabile ed è soggetta alla decomposizione catalitica causata dai suoi stessi prodotti di decomposizione. Nel 1868, il chimico inglese Sir Frederick Augustus Abel mostrò che i metodi allora prevalenti per lavare la nitrocellulosa dopo la nitrazione erano inadeguati e che l'acido residuo causava instabilità. Nel 1880 l'ingegnere francese Paul Vieille aggiungeva stabilizzatori speciali alla nitrocellulosa per neutralizzare i prodotti di decomposizione cataliticamente attivi; il primo propellente stabile e affidabile, polvere senza fumo, derivò dal suo lavoro e divenne la principale forma di polvere da sparo. Anni prima era stata sperimentato l'impiego dell'acido picrico come carica di lancio, noto anche come melinite. Molto potente presentava però degli inconvenienti. 

(3) “Among the interesting developments to which the chemical side of warfare gave rise I must mention the story of acetone. […] This chemical, which was an essential element in the process of manufacturing cordite, for cartridges great and small, was commonly produced by destructive distillation of wood. 

(4) La quantità di acetone necessaria come solvente era elevata: una tonnellata di cordite richiedeva più di 2 quintali di acetone, che con recupero di solvente scendevano a circa 1,3 quintali.

(5) “[…] that the one thing he really cared about was Zionism, and that he was convinced that in the victory of the Allies alone was there any hope for his people”.

Anche Winston Churchill, come Primo Lord dell'Ammiragliato, affrontò la crescente carenza di acetone usato per produrre la cordite, e per tale motivo entrò anch’egli in contatto con Weizmann. Dopo le dimissioni seguite alla disastrosa campagna di Gallipoli, Churchill fu nominato alla fine della guerra ministro delle Munizioni e David Lloyd George, che era ministro delle Munizioni, nel 1916 fu nominato premier. Churchill fu molto amico di Weizmann, il quale aveva reclutato per la causa sionista l’ebreo Herbert Samuel, ministro degli Interni nel 1916 e molti anni dopo leader del Partito Liberale. Due mesi dopo la dichiarazione di guerra della Gran Bretagna all'Impero ottomano, Samuel fece circolare un memorandum intitolato Il futuro della Palestina, il quale suggeriva che la Palestina diventasse una casa per il popolo ebraico sotto il dominio britannico.

Samuel dal 1920, due anni prima ancora che la Società delle Nazioni conferisse il mandato alla Gran Bretagna (1925), fu il primo alto commissario britannico della Palestina.

(6) Weizmann aveva iniziato ad approfondire il processo di fermentazione dei batteri in condizioni di basso ossigeno nel tentativo di trovare un microbo che producesse l’alcol isoamilico, per impiegarlo nello sviluppo della gomma sintetica. Sarebbe stata una miniera d'oro eccezionale. Nell’effettuare queste ricerche scoprì che alcuni batteri isolati dal mais producono quantità molto elevate di butanolo e acetone.

Weizemann usò il batterio Clostridium acetobutylicum (il cosiddetto organismo Weizmann) per produrre acetone. In seguito trasferì i diritti alla produzione di acetone alla Commercial Solvents Corporation in cambio di royalties. Attualmente la sintesi avviene attraverso l’idroperossido di cumene, che a sua volta è trattato con acido solforico per dare fenolo e acetone. L’idroperossido di cumene non va confuso con il perossido di acetone, esplodente ma molto instabile (più della nitroglicerina).

Leggo da Wikipedia che il perossido di acetone sarebbe stato utilizzato come esplosivo negli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, negli attentati di Bruxelles del 22 marzo 2016 e nell'attentato di Manchester del 22 maggio 2017. Si ritiene sia stato utilizzato anche negli attentati di Londra del 2005. Personalmente ritengo che se fu usato perossido di acetone per fabbricare gli ordigni, essi furono messi in opera da non comuni specialisti!

4 commenti:

  1. tu me dai 'na cosa a me, io te do' 'na cosa a te.

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  2. Bellissimo post, grazie infinite. Penso solo che ci sia un refuso e che "So that Dr. Lloyd George with his discovery..." vada letto come Dr.Weizmann. Per il resto grazie ancora

    Enrico

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