Bosch
ha registrato oltre 47 miliardi di euro di vendite solo lo scorso anno e impiega
237.000 persone in tutto il mondo. Con le auto elettriche basterà un singolo
dipendente ogni dieci, poiché i motori elettrici sono costituiti da meno elementi
rispetto a quelli a combustione interna e la loro produzione è molto più
semplice. L'industria più importante della Germania non è l'unica ad affrontare
enormi sconvolgimenti, la digitalizzazione sta già rendendo certe attività
superflue in tutta l'economia. Questo scrive anche la FAZ.
Ford
sta eliminando 5400 posti di lavoro, Volkswagen 7000, il gruppo di prodotti
chimici BASF 3000, Bayer, Siemens, Thyssenkrupp e ora anche Deutsche Bank progettano tagli di posti di lavoro. Questa tendenza assume sempre maggiore velocità. La
tendenza del saggio di profitto al declino deriva inesorabilmente dallo
sviluppo delle forze produttive. Sebbene la teoria del valore di Marx sia
contestata da qualche buontempone, tipo Toni Negri che a suo tempo ha teorizzato
di “trarre valore dalla circolazione”, ogni capitalista comprende che la
redditività dipende dal lavoro non pagato ai propri schiavi.
Nei
prossimi decenni i senza lavoro saranno inevitabilmente molte decine di milioni
nella sola Europa con effetti drammatici non solo a livello economico ma anche
politico e di stabilità del sistema. Non ci saranno “lavoretti” e salario
minimo universale che tengano, non basterà tassare di più le multinazionali e i
milionari (tesi tanto cara agli Stiglitz, Krugman, Piketty e altra premiata spazzatura).
L’insostenibilità del modello capitalistico è un fatto conclamato, non
un’ipotesi, il suo superamento è già una questione centrale.
Il
riformismo, cioè la vasta gamma di meccanismi di natura finanziaria creati per
cercare di contenere la crisi, sono falliti uno dopo l'altro. Nel 1971, il
sistema di Bretton Woods, basato sulla convertibilità dollaro-oro, è fallito.
Poi arrivarono altri sistemi monetari, come i tassi di cambio fluttuanti, e ora
anche la creazione di monete spurie, vere e proprie catene di sant’Antonio. La contraddizione fondamentale non risiede
nell’ambito della circolazione, bensì nella contraddizione tra valore d’uso e
valore di scambio, dunque nell’ambito della produzione stessa.
Inoltre,
la contraddizione tra il carattere globale delle forze produttive e la
persistenza di un sistema obsoleto di stati nazionali si manifesta
politicamente nel riemergere dello sciovinismo estremo, nella lotta per
sopravvivere, nelle guerre commerciali e valutarie, nella crescente minaccia di
guerra totale.
Perché
se le cose stanno così, Marx risulta così controverso? Perché dimostra la
natura transitoria del sistema economico esistente, perché svela le vere
contraddizioni economiche esistenti che producono crisi e creano le condizioni
per l’inevitabile superamento di questo sistema o altrimenti la catastrofe di
quella che chiamiamo civiltà. Questo è un anatema per la borghesia. Non vuole
sentire che i suoi giorni sono contati.
«I rapporti di produzione borghese sono l’ultima forma antagonistica del processo di produzione sociale; antagonistica non nel senso di un antagonismo individuale, ma di un antagonismo che sorga dalle condizioni di vita sociali degli individui. Ma le forze produttive che si sviluppano nel seno della società borghese creano in pari tempo le condizioni materiali per la soluzione di questo antagonismo. Con questa formazione sociale si chiude dunque la preistoria della società umana.»
RispondiEliminaSe non leggo male, per il superamento effettivo di questo sistema occorre passare dall'antagonismo individuale e a un antagonismo che parte "dalle condizioni di vita sociale degli individui", affinché il processo di produzione economica e sociale non sia più antagonistico, ma collaborativo, cooperativo, in una parola: comunista. Questo sarebbe il passaggio dalla Preistoria alla Storia della società umana, ovverosia: chi, per vivere, ha bisogno di lavorare, deve lottare non per mettersi al posto degli attuali "padroni del vapore" (dialettica padrone-schiavo) e commettere con ciò i medesimi errori (vedi URSS e tutto il corollario cinese compreso), bensì
rendersi conto (la faccio facile, lo so) che occorre agire nell'ambito della produzione stessa e di una sua riorganizzazione generale che sfugga, finalmente, dalle logiche del Capitale, le quali altro scopo non hanno che quello della valorizzazione del capitale investito. [Scusa la lunghezza e se ho detto sciocchezze].
mon cher, non posso scusarti perché non ne ravviso alcuna.
Eliminachiunque investa ha lo scopo di valorizzare il denaro a ciò destinato, questo è ovvio.
il punto è questo: superare la contraddizione tra valore d'uso e valore, in altri termini pianificare socialmente la produzione. tutto ciò non è possibile in un'economia arretrata, in un solo paese o in una ristretta area economica. non è possibile senza aver sviluppato appieno tutte le potenzialità che il capitalismo ci sta rivelando attraverso l'innovazione tecnologica e tecnica, la concentrazione e centralizzazione dei capitali (dunque dei mezzi di produzione) eccetera. si tratta di un processo irreversibile. altro non so e come ben sai non vendo almanacchi.
Non lo sente perchè chi dovrebbe farglielo sentire, non si organizza!
RispondiEliminacara Olympe,"chiunque investa ha lo scopo di valorizzare il denaro..".nemmeno questo è dato ,poiché (per eventuali piccoli risparmiatori) basterebbe mantenere intatto il valore dei danè ,al netto dell'eventuale inflazione.
RispondiEliminaIl valore di cosa poi..,ma questo è un'altro discorso .
Tornando al tuo post, come sempre di una chiarezza esemplare,meno a quelli che fan finta di non capire,faccio due o tre considerazioni anche in merito al tuo intervento sul Blog di Malvino.prima che mi si spengano del tutto le sinapsi di quei quattro neuroni che mi rimangono.Da quando ho la cosiddetta età della ragione ,(si fa per dire) ho sempre considerato la "morale corrente" o etica corrente,storicamente determinate dal periodo storico,alias in ultima analisi dal "modo di produzione"corrente,per cui discettare su dei valori universali mi si sono sempre inciampate le meningi.Per farla in breve ,richiamando il tuo post ,"sanno che devono morire"per cui a loro non resta che "intortarsi" in elucubrazioni di vario tipo,alcune anche pregevoli da un punto di vista estetico.
So che ho "trinciato" di grosso,ma ultimamente l'ipocrisia corrente non la sopporto più.Si , i "barbari sono alle porte e Stilicone Salvini fa del suo meglio,ma poi sappiamo tutti che ..ect,ect,ect..
buona serata
caino
che significa "pianificare socialmente" ?
RispondiEliminail contrario dell'anarchia attuale
Eliminaperdoni ma non è così scontato, il contrario dell'anarchia attuale sarebbe una pianificazione statale del tipo sovietico. Le chiederei, se è lecito, chiarire la differenza tra la tradizionale pianificazione statale, che conosciamo tutti, e la futura "pianificazione sociale.
EliminaSono in molti quelli che cercano una risposta pronta, a 360°. E nei dettagli, sia chiaro, altrimenti ti dicono che si tratta solo di chiacchiere. E possibilmente un testo breve.
EliminaChe cosa si sta prefigurando? Che cosa si sta prefigurando? Che cosa si sta prefigurando? Provate a ragionare con la vostra testa!
E poi, il comunismo non sarà mai la realizzazione del sogno di un mondo perfetto. Non domani mattina, non tra dieci anni, no, queste sono fantasie.
Quanto al cosiddetto comunismo sovietico, basta leggere cosa scriveva Lenin a proposito del capitalismo di Stato. Per esempio:
«La realtà dice che il capitalismo di Stato costituirebbe per noi un passo avanti. Se noi riuscissimo in poco tempo a realizzare in Russia il capitalismo di Stato, sarebbe una vittoria. […] Che cos’è il capitalismo di Stato sotto il potere sovietico? In questo momento attuare il capitalismo di Stato significa applicare in pratica quell’inventario e quel controllo che le classi capitalistiche hanno già applicato. Abbiamo un esempio di capitalismo di Stato in Germania.
Sappiamo che la Germania ha dimostrato di essere superiore a noi. Ma se voi riflettete un momento a che cosa significherebbe in Russia, nella Russia dei soviet, gettare le basi di un tale capitalismo di Stato, qualsiasi persona non uscita di senno e che non si sia riempita la testa di brandelli di verità libresche dovrebbe riconoscere che il
capitalismo di Stato sarebbe per noi la salvezza» (Discorso alla seduta del Comitato Esecutivo Centrale di tutta la
Russia, aprile 1918, Opere, XXVII, pp. 262-263).
Avevano già ben chiaro che da quelle misere basi di sviluppo non s’andava lontano.
grazie, molto interessante il brano di Lenin. Personalmente non sono tra quelli che vorrebbero la pappa pronta del futuro. Sono favorevole alla pianificazione statale, mi piacerebbe che questo concetto venisse sdoganato e sottratto al clima di ostracismo che lo perseguita. La mia non vuole essere una critica ma una semplice testimonianza. Per quel che può contare, naturalmente.
Eliminafinalmente qualcuno che non chiede la pappa pronta. bene.
EliminaBuongiorno,
RispondiEliminasono nuova e arrivo qui attraverso il blog di Luca Massaro. Premetto che non so nulla di economia. Ma nell'articolo un passaggio mi sfugge: se la produzione industriale avrà sempre meno bisogno di mano d'opera (da questa constatazione si parte) e questo porterà a una disoccupazione dilagante che nessun palliativo potrà curare, in che senso Marx, che per quel che ne so presuppone gli stessi identici sistemi di produzione (=industriali), con, si immagina, gli stessi processi di avanzamento tecnologico, potrebbe risolvere il problema? Mandando il disoccupato a spazzare la Piazza Rossa già perfettamente pulita perché è stata spazzata da altri 300 disoccupati (e solo nominalmente occupati) prima di lui?
Voglio dire: dalla constatazione iniziale del problema all'auspicio che si superi "un sistema obsoleto di stati nazionali", che mi trova d'accordo, mi pare che ci sia però un salto.
Grazie per l'attenzione.
Benvenuta.
EliminaLe propongo di leggere questo:
http://diciottobrumaio.blogspot.com/2015/03/il-futuro-di-questa-rivoluzione-e-gia.html
nel caso qualcosa le risulti poco chiaro, resto volentieri a sua disposizione per ogni schiarimento. Ad ogni modo tenga conto principalmente di un fatto essenziale: i capitalisti non assumo gli operai per beneficienza, il loro unico scopo è di estorcere loro il massimo del pluslavoro, cioè di quella parte di lavoro che essi non pagano come salario.
Quanto alla piazza rossa, era necessario pulirla anche quando era pulita perché un regime di capitalismo di Stato (a dirlo fu Lenin) che simula il comunismo ha bisogno di simulare la piena occupazione.
grazie a lei.
dimenticavo: quanto al "salto", quello compiuto dal feudalesimo alla società borghese non fu meno acrobatico di quanto si prospetti ora dagli stati nazionali a un governo mondiale (esiste in parte già per aree economiche) che non sia quello delle multinazionali a capitale privato.
EliminaGrazie, ho letto, e, nella misura in cui mi è possibile, ho capito.
RispondiEliminaIl "salto" di cui parlavo non si riferiva alla realtà, ma all'argomentazione dell'articolo, ora però anche questo è chiarito.
Due cose:
-Credo che la tecnologia possegga ora una dinamica interna almeno in linea di principio indipendente dal capitale.
-Non riesco a prendere sul serio frasi come: "Che cosa è se non il pieno sviluppo del dominio dell’uomo sulle forze della natura, sia su quelle della cosiddetta natura, sia su quelle della propria natura?"
Grazie ancora e buona serata.