venerdì 17 febbraio 2017

Sillogismi



Poste determinate premesse ad un ragionamento, la deduzione viene da sé. A scuola, il prof di filosofia, per farci sorridere, ne recitava un sillogismo famoso e paradossale: “La sarda salata fa bere e ribere; bere e ribere spegne la sete; dunque, la sarda salata toglie la sete”. Anche nel caso che pongo in esame si parte da una premessa generale, si passa poi a una seconda premessa di carattere particolare, per giungere a una conclusione logica ingannevole quanto l’esempio delle sarde salate. Vediamo.

La premessa generale è quella riguardante il welfare: ha degli elevati costi sociali (questo in tutta l’Europa occidentale). La seconda premessa, di carattere particolare, è questa:

«Nel 2015 la spesa totale per pensioni, sanità, politiche attive e passive del lavoro, assistenza sociale è stata pari a 447,3 miliardi pari al 54,13% dell’intera spesa pubblica, interessi sul debito compresi. In rapporto al PIL, cioè a tutta la ricchezza prodotta nel Paese, la spesa sociale pesa per il 27,34%».

La sarda salata che toglie la sete è data dalla seguente conclusione:

«Questa incidenza pone l’Italia al quarto posto europeo [per spesa sociale] dopo Danimarca, Francia e Finlandia e davanti alla Svezia».



C’è da chiedersi: che cosa c’entrino gli “interessi sul debito” con la spesa sociale, vale a dire con pensioni e assistenza, spesa sociale per la casa, il finanziamento delle politiche regionali del lavoro? Insomma che cosa hanno a che fare gli “interessi sul debito”con il welfare? State certi che chi sostiene questa tesi saprà rispondere alla domanda e farvi passare la sete ingozzandovi di sarde salate, ma vi farà venire anche la nausea.

E veniamo ad un’altra specie di sillogismo non meno ingannevole:

«[…] su 60,5 milioni di italiani, quelli che fanno la dichiarazione dei redditi sono 40,7 milioni ma quelli che dichiarano almeno 1 euro sono solo 30,7 milioni quindi la metà degli italiani non ha redditi …».

Premessa generale: gli italiani sono 60,5 milioni. Come negarlo? A fare la dichiarazione dei redditi sono 40,7 milioni, ma solo 30,7 milioni dichiara un reddito (siamo al “bere e ribere spegne la sete”). E quindi, deduzione logica, “la metà degli italiani non ha redditi” (“le sarde salate tolgono la sete”).

Nei 60,5 milioni d’italiani, posti in premessa per poi arrivare a concludere che “la metà degli italiani non ha redditi”, sono compresi i neonati, i bambini che vanno all’asilo e alle primarie, i ragazzi che frequentano le medie secondarie e gli studenti universitari, i degenti nei cronicari, in genere i carcerati, e, se permettete le tanto bistrattate casalinghe, eccetera. Invece di affermare – cosa di per sé ineccepibile quanto il fatto che le sarde salate aumentano la sete – che la metà degli italiani non ha redditi, sarebbe stato corretto scrivere che il 75% degli italiani che fanno la dichiarazione dei redditi dichiarano un reddito positivo, mentre, per contro, il 25% degli italiani non dichiara almeno 1 euro.

Anche in Francia, tanto per dire, “en 2015, il y a 36,5 millions de foyers fiscaux. Sur l'ensemble de ces foyers fiscaux, 17 millions sont imposables, et 19,5 millions ne le sont pas”. Fatto che conferma che le monde est un village. Con un dato di cui tenere conto, infatti il “10% des foyers les plus aisés ont représentent 74% de l'impôt collecté (selon la Commission des finances du Sénat)”. Non proprio ciò che accade in Italia.

E nella mitica Germania? Cliccate qui, una ricca messe di dati confermerà che tutto il mondo è paese anche da quelle parti.

La spesa sociale in Italia è tra le più basse d’Europa occidentale, questa la realtà, anche se è il paese che in proporzione spende di più per gli anziani. E questa è una buona notizia. Tassando come in Germania (basterebbe un copia-incolla della loro legislazione) le successioni e le donazioni, le polizze vita e le abitazioni di pregio e di lusso, si potrebbe ricavare un bel gruzzoletto da investire sui più giovani senza fare la guerra agli anziani.

14 commenti:

  1. cara,
    anche il tuo finale è una sarda salata.
    La spesa sociale per gli anziani fa morire di sete i giovani. Tassare le successioni spegne questa sete. Quindi incentivare gli anziani aiuta i giovani.

    Va fatto un passo in più.

    Se si parla di giovani e anziani è naturalmente decisivo il fattore tempo. Introdurre ora una tassazione sulle successioni è semplicemente troppo tardi, i giovani son già diventati vecchi.
    ciao.

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    1. non è la spesa sociale per gli anziani che fa morire i giovani, ma gli sprechi e l'evasione fiscale che tolgono risorse ingentissime. e una classe dirigente infame

      perché troppo tardi per una diversa tassazione sulle successioni? si muore ogni giorno, in ogni momento

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    2. dico che l'imposta di successione in Italia dovrebbe essere retroattiva. E' l'unico modo per non avere questa classe dirigente non trovi?

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    3. "Ahimè, Adso, come ti fidi dei sillogismi ..."

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  2. Avevo letto la notizia sul welfare con grande fastidio, in quanto bastano due passi in strada tra la gente per capire che era una bufala, però, purtroppo, la neolingua è diventata la prassi e non c’è il tempo di verificare tutto.
    Per questo come al solito ti ringrazio per il tuo ottimo lavoro.
    Aggiungo solamente che queste false notizie hanno solitamente delle conseguenze reali devastanti.
    Da domani ci sarà tutta una classe di persone che aizzerà i propri tirapiedi contro poveracci che non ce la fanno a sbarcare il lunario, con l’obbiettivo di tagliare quelle quattro briciole che gli sono destinate e che sono state ottenute dopo secoli di lotte sanguinose.

    Questi giornalisti hanno responsabilità gravissime.
    …un giorno…non basteranno i lampioni. E se lo dico io che sono una persona pacifica vuol dire che la misura è più che colma.
    Ciao.g

    PS. leggo delle tasse... c'è solo da scegliere...e oltre alle successioni (che rappresenterebbe il minimo di giustizia sociale) ricordo ad esempio che in europa le multinazionali evadono legalmente miliardi di imponibile

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    1. anche i dentisti, gli idraulici, gli avvocati, gli elettricisti, i gioiellieri, i consulenti finanziari, coiffure, .... tutti, salvo rarissime eccezioni. poche famiglie italiane detengono il 6 per cento della ricchezza mondiale. ciao

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  3. le pensioni e le politiche per il lavoro non sono affatto spesa sociale

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  4. La frase "interessi sul debito compresi" si riferisce verosimilmente al totale della spesa pubblica, e non alla spesa sociale. Perché aggiungere questa inutile precisazione? Perché da qualche anno è invalso il vezzo di rimirare con commozione il surplus primario (cioè al netto degli interessi sul debito pubblico) come se fosse un bel bambino. I volonterosi precisatori intendono suggerire che, se non avessimo gli interessi da pagare, saremmo il giardino dell'Eden. Il fatto è che gli interessi sono da pagare, e che di spese vincolate ne abbiamo tantissime, anzi quasi tutte.

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    1. questa gente non vuol capire (o dimentica) che se in Italia non vi fosse stato un certo tipo di welfare (assistenzialismo), le cose sarebbero andate diversamente, non dico meglio ma diversamente. poi ovviamente c'è da aggiungerci tutte le ruberie, ecc.. ma queste non sono una novità della repubblica, ci sono sempre state dal 1861 e anche prima.

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  5. "l'evasione fiscale e gli sprechi"

    è un caso se questi sono i principali obiettivi dei governi piddini ( a cominciare da Monti ) di questi ultimi anni ? Dunque marxisti e piddini non hanno in comune solo l'analisi (globalizzazione inevitabile) ma anche la terapia...

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    1. Lei si riferisce sicuramente al sogno veltroniano di coniugare Marx e Kennedy(un sogno un trip ....)

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    2. no, mi riferisco agli obiettivi dichiarati e perseguiti dai governi Monti, Letta, Renzi.

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    3. Più che dichiarati direi sbandierati.
      Anzi, visto come sono stati perseguiti è più preciso il termine millantati.

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  6. Si potrebbe aggiungere che mentre per i temi fiscali e altro ci affidiamo ai resoconti e alle statistiche, gli sprechi invece sono molto più verificabili ed evidenti nei dettagli della vita comune di ogni giorno e non solo per i macro interventi pubblici (con o senza consulenti mafiosi).
    L'assimilazione digestiva dei sudditi non mi sembra comunque particolarmente laboriosa, si attende l'uomo forte.
    Anche se ' mal comune mezzo gaudio' ha trovato una traduzione più consona nello spagnolo ' mal de muchos consuelo de tontos'ricordo una rubrica trasmessa qualche anno fa dalla TV francese :"Par la fenetre", inequivocabile.
    Confesso una mia fobìa ma ricordo ancora puntualmente p.e.lo storico elenco degli Enti inutili e i dirigenti al comando, tutti ormai nella loro accezione metafisica.

    [..] idraulici,elettricisti, ....

    Tempo fa nella chiacchera avevo chiesto a due illustri bocconiani e a un ministro, che cosa impedisse di inserire in un resoconto fiscale a fine anno ogni tipo di fattura, anche quelle per dire relative ad un consumo futile quale può essere l'abbigliamento( il riferimento va agli USA dove rovesci lo scatolone e fai la spunta di ogni spesa inserendola nel consuntivo fiscale):se puoi detrarre tutto non scappa nulla o comunque molto meno.Risposte evasive degli esperti, forse nel senso di evasione, il più esplicito :il sommerso è funzionale(?).

    Non sarei però sempre così implacabile nei confronti
    delle categorie artigianali,i "piccoli imprenditori di sè stessi"; nei tempi migliori vi era un'uso, non certo sporadico,dove molti turnisti di varie categorie si prestassero nel tempo libero per lavori extra retribuiti regolarmente 'alla mano'.
    Non vorrei ricadere nelle more delle generalizzazioni ingenerose, ma ci soccorre :
    'l'occasione fa l'uomo ladro'.

    [...] ci sono sempre state dal 1861 e anche prima.

    < Quippe vasta Italia rapinis,fuga,caedibus.>
    Dovrebbe essere: L'Italia era davvero una rovina,per via delle ruberie,della fuga dei cittadini,delle stragi.

    Cripo Sallustio
    Historiae,libroI,framm.,23

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