Prendo spunto da un libro di Lucio Russo che a suo
tempo ebbe buona critica e diffusione: La
rivoluzione dimenticata, il pensiero
scientifico greco e la scienza moderna, Feltrinelli 1996. Scrive l’Autore a
pag. 210:
«[…] La
moderna teoria psicoanalitica dei sogni è
nata, secondo l’autorevole testimonianza di Freud, partendo dagli elementi “vicini alla
realtà” da Artemidoro […].
«[…] si può pensare che il lontano casuale precursore di Freud sia in realtà non Artemidoro, ma Erofilo e la sua scuola».
«[…] si può pensare che il lontano casuale precursore di Freud sia in realtà non Artemidoro, ma Erofilo e la sua scuola».
Infatti, nel suo Die
Traumdeutung (L’interpretazione dei
sogni), Freud scrive in un passo a conclusione di una nota posta alla fine
del terzo capitolo:
Sono ben
lontano dal cercare di sostenere che sono il primo autore ad avere l’idea di
far derivare i sogni dai desideri […]. Coloro che attribuiscono una qualche
importanza a queste anticipazioni, possono risalire
all’antichità classica e trovare Erofilo, il medico che visse sotto il
primo Tolomeo. Secondo Buchsenschutz, egli distingueva tre tipi di sogni:
quelli […]».
La classificazione del sogno secondo Macrobio e
Artemidoro è proposta da Freud nella pagina successiva, in un’aggiunta del 1914, che Freud sostiene essere tratta dal Otto Gruppe
in Griechische Mythologie und
Religionsgeschichte (1906). A pagina 101, sempre in una nota del 1914,
Freud s’intrattiene sulla figura e il contributo di Artemidoro, sulla base di
un’opera di Theodor Gomperz. In un’aggiunta apportata alla stessa 4a
edizione è citata una frase tratta dalla Spiegazione.
Nella nota n. 38 del libro di Lucio Russo, si legge
che Freud menziona Erofilo in una nota, traendone notizia da un’opera del
citato Bernhard Buchsenschutz: Traum und
Traumdeutung im Alterthume (Sogno e
interpretazione dei sogni nell’antichità), anch’esso citato e utilizzato
fin dalla prima edizione de L’interpretazione
dei sogni, e dedicato principalmente alla questione dei sogni profetici e
all’arte divinatoria nell’antichità. È lo stesso autore dal quale Freud trae
notizie sul contenuto del De divinatione
per somnium.
Infatti, Freud scriveva a pagina 12, nota 3 del III
volume delle sue Opere edite in
italiano (Torino, 1966):
«In un
capitolo della sua celebre opera il medico greco Ippocrate tratta i rapporti
del sogno con le malattie. La mia scarsa conoscenza e la mancanza di assistenza
specialistica m’impediscono di addentrarmi nel trattato di Aristotele.»
La seconda frase del passo citato è stata espunta
dopo la prima edizione dal Die
Traumdeutung.
Il riferimento all’opera di Buchsenschutz, a piè pagina, indica la prima edizione al 1900; ciò
potrebbe indurre il lettore a ritenere il richiamo freudiano ad Erofilo riferibile alla prima stesura
della sua Interpretazione, ma in
realtà la nota è un’aggiunta del 1914.
Dappresso Freud cita Artemidoro a p. 326, in un’aggiunta
del 1919; tuttavia il riferimento forse più significativo, benché tardivo
anch’esso, è rinvenibile a p. 552, anche in tal caso esposto in nota, ove Freud
se la prende con l’antico traduttore di Artemidoro poiché, scrive, “si lasciò
indurre a sottrarre alla conoscenza del lettore il capitolo dedicato ai sogni
sessuali”.
Cesare Musatti nell’Introduzione alla Traumdeutung, a pag XVI osserva:
«[…] l’Interpretazione
dei sogni, per trent’anni, attraverso
tutte le successive edizioni, rimase col suo carattere di opera stabile, alla
quale potevano di volta in volta venir aggiunti nuovi capitoli e nuovi
paragrafi, senza che l’architettura complessiva restasse inalterata».
Insomma, nel quadro storico-analitico costruito da
Freud, queste aggiunte in riferimento ad Artemidoro e quella relativa ad
Erofilo, non contengono alcunché di essenziale. Esse sono posteriori alla prima elaborazione teorica dell’Interpretazione e successive alle prime edizioni dell’opera stessa.
Inoltre, tali aggiunte sono tratte di seconda mano (cioè da autori moderni con
i quali Freud viene in contatto dopo la sua pubblicazione dell’Interpretazione) e hanno carattere
meramente incidentale, così come del resto i richiami ad Aristotele. Peraltro, è
curioso il fatto che proprio Musatti, nelle sue venti pagine dell’Introduzione dell’opera freudiana, non
avverta il bisogno di dedicare almeno un cenno di omaggio ad Artemidoro.
Pertanto gli “autori dell’antichità classica” sono assunti da Freud man mano e successivamente
alla pubblicazione della Traumdeutung
per conferire nobiltà d’origine alla propria dottrina.
Anche Frank J. Sulloway, nel suo Freud biologo della psiche (edito nella stessa collana Feltrinelli
de La scienza della meccanica nel
Medioevo di Clagett, tanto per intenderci sul livello della pubblicazione),
fa riferimento alle scoperte che precedettero Freud, ma non cita tra essi gli
autori dell’antichità classica. Scrive
Sullowey:
« [… ] tutte
queste scoperte di Freud e altre ancora furono fatte da altri studiosi del
sogno prima di lui [Sullowey si riferisce a quelli coevi o immediatamente
precedenti l’epoca di Freud]. Di alcune
di queste anticipazioni Freud era venuto a conoscenza già quand’era studente di
medicina; ne aveva poi appreso altre leggendo la letteratura dei sogni […] e in alcune si imbatté solo dopo avere sviluppato e pubblicato […].
Freud
s’imbatté nelle idee simili di un ingegnere viennese, Josef Popper, che aveva
esposto indipendentemente quello che Freud riconobbe [nove anni dopo e all’esplodere del “caso”] come il cuore della sua propria teoria […]. Le opinioni di Popper furono espresse per
la prima volta in “Fantasia di un realista” [Phantasien eines Realisten], 1899 […] sotto lo pseudonimo di Lynkeus […]. Popper aveva spiegato, in un capitolo intitolato “Sogno come veglia”,
che i sogni di un individuo licenzioso, in contrasto con quelli del virtuoso,
sono comunemente privi di senso e frammentari, a causa delle deformazioni e
della censura applicati ai pensieri originali del sogno (II, 149-163)».
D’interesse mi sembra anche la nota n. 7 alle pagine
361-62, ove Sullowey sostiene:
«Lo stesso
Freud confuse le sue diverse teorie del sogno in “Per la storia del movimento
psicoanalitico” […] dove scrisse: “L’interpretazione […] essenzialmente già pronta all’inizio del
1896, fu stesa soltanto nell’estate del 1899 […]. D’altra parte Jones […],
Kris […], Schur […] hanno contestato la tesi di Freud. Secondo
Jones, per esempio, la discussione dei sogni contenuta nel “Progetto” (1895) sta
alla teoria pubblicata nel 1900 “come un villino a un palazzo” […].»
Musatti, nella sua già citata Introduzione (ibidem,
vol. III), evidenzia come:
«Più tardi
Freud, parlando della composizione di quest’opera, si espresse in modo tale da
suscitare dubbi circa la modalità della composizione stessa.
[…] Certo tutto
è molto strano.
Strano che un’opera scientifica […]
Strano che il materiale dimostrativo […]
Strano che quest’opera […]
Strano che la disciplina, la scienza […].»
È poco verosimile che un personaggio del calibro di
Freud possa aver ignorato per tanto tempo un’opera in due volumi pubblicata da un
suo correligionario viennese nel 1899, con riferimento, tra l’altro, all’interpretazione
dei sogni, e poi ristampata l’anno successivo, segno questo del suo immediato
successo e diffusione in quel milieu
mitteleuropeo dove autori, librai, stampatori si conoscevano tra loro.
Nel Postscritto
del 1909, Freud afferma:
«Un caso
molto più piacevole mi ha permesso di scoprire in una sede insospettata [un ricettario di cucina?] una concezione del sogno che
coincide perfettamente con il nucleo della mia. Le circostanze di tempo
escludono che essa possa essere stata influenzata dalla lettura del mio libro [spirito
generoso]; devo quindi salutare in essa
l’unica teoria esistente nella letteratura sull’argomento, dovuta a un
pensatore indipendente, che concordi con la sostanza della mia teoria del
sogno. Il libro, in cui ho rilevato questa concordanza, è stato pubblicato nel 1900 [il che è palesemente falso]».
Se Freud abbia preso a prestito la “concezione del
sogno” di Popper- Lynkeus, che “coincide perfettamente con il nucleo” della
sua, non spetta a me stabilirlo. Musatti sostiene che la redazione dell’Interpretazione dei sogni è avvolta in
una rete di misteri. Anche altri avanzano dei dubbi. Ad ogni modo, anche se le
cose fossero andate per questo verso, ciò non toglie nulla all’abile e
grandiosa costruzione della teoria freudiana, salvo il fatto che la psicanalisi
divenuta freudismo si presenta come il più tipico e genuino prodotto del
sincretismo tra idealismo e il più piatto biologismo.
Nel post di domenica scorsa, dove ho fatto accenno a
taluni aspetti della psicanalisi, ho citato alcuni autori, tra questi due russi,
Valentin N. Vološinov e Lev S. Vygotskij, che hanno prodotto le loro opere in
epoca staliniana. Ebbene, questi due autori nulla hanno a che vedere con
l’ortodossia sovietica, tanto è vero che le loro opere sono state oggetto di
ostracismo e i loro autori non hanno avuto sorte migliore. L’ortodossia nasce dal
rifiuto di misurarsi con idee diverse dalle proprie, e questo non era proprio l’atteggiamento
di quei due grandi studiosi.
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