martedì 14 febbraio 2012

Ammuina


Il lavoro in cambio della salute (De Marchienne), il lavoro in cambio dei diritti (Marchionne). I carceri come lager dove si è torturati, uccisi dai pestaggi o dal gelo, dall’assenza di assistenza sanitaria e dalle terribili condizioni di detenzione. È l’Italia di oggi, di ieri, di sempre. Si colpiscono le pensioni e il lavoro, per il resto non cambia nulla, solo ammuina. L’opposizione è affidata a Celentano.

Oltre il posto fisso, forse non c'è il baratro. C'è un esercito di startup che si è finalmente messo in moto, scrive Repubblica. Di cosa si tratta? “Una rivoluzione in corso … avanza una generazione di startupper. Sono di solito molto giovani, in prevalenza uomini ma ci sono tanti casi di donne … un piccolo esercito per fare una nuova Italia”. Ok, ma che cazzo fanno? Mi faccio aiutare da Wikipedia: con il termine startup s’identifica l'operazione e il periodo durante il quale si avvia un’impresa. Di che? E questo lo spiega l’articolo di Repubblica con degli esempi:

In Cile qualche giorno fa una startup italiana ha vinto la gara mondiale per i migliori progetti d’innovazione e business. Doochoo propone un sistema per fare i soldi con i sondaggi in rete, ha già conquistato clienti come Ikea e Toyota, ed è guidata da un giovane che quando parla sembra sempre che stia per ribaltare il mondo.

Capito malinconici fannulloni? alle pendici del Vesuvio può nascere una nuova California, business plan e pause drink nei giardini di Spaccanapoli. Fare soldi con le chiacchiere telefoniche o con il gioco: Antonio Tomarchio, 29 anni, partito da Giarre, provincia di Catania, sapeva di dover battere anche lo spread della credibilità: è salito sul palco ed ha sbaragliato la concorrenza parlando di Beintoo (una piattaforma per applicazioni legate al gioco che ha tre milioni di utenti al giorno, di cui un milione solo in Cina).

Basta lavoro noioso in catena, delocalizziamo le officine, vendiamoci anche la Ducati, e finiamola con allevamento e agricoltura, edilizia e artigianato. Il pane lo produciamo in Romania e lo sciampagna l’importiamo dai nostri “cugini”, per il resto ci aspetta la rivoluzione, diventa anche tu uno startupper, uno come Zuckerberg, fai come i giovani dinamici e intraprendenti che:

viaggiano in economy anche quando hanno successo perché i soldi non si sprecano; spesso all'inizio non hanno un vero ufficio e sanno raccontare il loro progetto in tre minuti esatti, non una misura qualsiasi, ma il tempo di una corsa in ascensore con un potenziale investitore (di qui la formula americanissima degli "elevator pitch" per le ormai tantissime competizioni a caccia di capitali).

Ma, soprattutto, gli startupper, non sanno cos'è il posto fisso. E qui l’articolista ha raggiunto il climax, non senza segnalarci che ad ascoltare un ex startupper di successo degli anni Novanta, tale Gianluca Dettori, c’erano Corrado Passera e Francesco Profumo.

5 commenti:

  1. Mah sì, basta fare l'operaio, diventiamo tutti piccoli imprenditori, tutti webmasters, tutti giornalisti freelance, tutti specializzati in marketing e comunicazione, tutti gggiovani e azzimati in carriera.... E poi al posto del pane mangiamoci le "risorse umane".

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  2. Finalmente la vecchia e noiosa Italia... è un'americanata!

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  3. Gentile Olympe,
    confesso che sto "all'estero", nella perfida Scozia...
    Dopo un periodo di papà a tempo pieno mi sono messo alla ricerca di qualsiasi lavoro.
    Ho trovato l'altro giorno un 5 ore settimanali come pulitore (tipo il pesce dell'acquario).
    Alla tipa ho chiesto che contratto avrei avuto.
    Mi ha detto: "No, niente contratto. Facciamo una cosa molto flessibile, così ti senti più libero".
    Ah ecco.
    Cari saluti,
    Ettore.

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  4. cari saluti a tutti, in particolare a Ettore

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  5. Credo sia difficile mostrare il surrealismo ridicolo e disumano di quel modello di vita e lavoro, ormai mainstream sulla stampa mainstream, con più efficacia di questo post.
    mauro

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