Parafrasando – ma mica tanto – quel filosofo lì che sappiamo, mi viene da dire: vi sono giorni in cui mi assale un sentimento nero più della nera malinconia – il disprezzo per certi individui. E voglio non lasciare alcun dubbio su chi disprezzi: è il reazionario d'oggi, del quale noi siamo per fatalità contemporanei, quello che ci ammorba con frasi di buon senso comune:
Non possiamo trasformare l'Italia in una società a due livelli, chi mangia e chi no. Dovremmo mangiare tutti un po' meno e stringere la cinghia.
Insieme al reddito per cittadinanza andrebbero creati dei veri centri di collocamento che propongano attività che se rifiutate farebbero decadere l'erogazione del reddito.
Oggi dobbiamo sapere che un teologo del liberismo, un clown camuffato da profeta, un papa mediatico, a ogni frase che dice, non solo sbaglia, ma mente e che gli è consentito di mentire simulando innocenza, ma che non può essere scusato per ignoranza.
Lascio in non cale la frase sullo stringere tutti la cinghia che mi ricorda quella stessa pronunciata da Romolo Valli in un film di Bertolucci nella scena dove il contadino, sentita l’esortazione del padrone, si taglia con un coltello il proprio orecchio e poi torna a casa a stringere la cinghia con moglie e bimbi.
Vengo a quella sull’attività e l'erogazione del reddito e lascio perdere l’amenità sui veri centri di collocamento per il lavoro obbligatorio che spero si commenti da sé. Come si può ignorare che un lavoro non vale l’altro, che le persone sono – o dovrebbero essere – uguali nei diritti ma per molti motivi uguali non sono in quanto a condizioni e situazioni? Obbligare le persone ad accettare qualsiasi lavoro sotto pena della perdita del reddito di prima sussistenza per sé e la propria famiglia ci riporta indietro a epoche tragiche. Qualche secolo fa, in Inghilterra, per chi rifiutava un lavoro, c’era la forca (eh sì, il capitale originario è stato accumulato non solo con il furto e l’esproprio delle terre ma anche con varie forme di omicidio). Ora, più asetticamente, si propone la morte per inedia e disperazione (ne abbiamo già degli esempi nella cronaca quotidiana). In Confindustria gongolano a leggere cose così, stupidaggini che non si permetterebbero nemmeno a un docente della Bocconi.
Del resto i padroni, meno ignoranti di certi clown, sanno benissimo che la compravendita di forza-lavoro differisce, formalmente, dall’antica schiavitù perché avviene per libero contratto. Quanto indietro si vuol tornare? La compravendita di braccia nel foro urbano esiste già (l’esempio più eclatante è il caporalato legale), vogliamo renderla spettacolare mettendoci un clown a fare da banditore?
Ormai l'amico col nome di insetto non nè azzecca più una e nessuno gli fa notare le bestialità che le cose che dice implicano. Non è certo un sistema schiavista che risolve il problema che abbiamo. Quel post dimostra solo che il sistema liberista è talmente radicato nel modo di pensare che non si può neanche immaginare per alcuni di metterlo in discussione: è come Martix , è tutto intorno a noi, lo percepiamo ma non lo vediamo (tanto per citare un altro film).
RispondiEliminaLoro sono pochi, con tanti soldi e con la cultura e noi gli abbiamo lasciato il campo libero.
M
A mio avviso, non è così grave quello che scrive l’umanoide, è più grave leggere i commenti della folla che lo applaude, ivi inclusi alcuni “compagni” (si fa per dire).
RispondiEliminaLa proposta è di stampo social-liberista (che il termine social non definisce immediatamente uno spostamento a sinistra). Certo, si può essere d’accordo sul “meno peggio”, ma senza una chiara e inconfutabile proposta di sinistra la folla non potrà che accomodarsi sulla poltrona di destra.
In questo caso non conta tanto, né l’ideologia, né la giustizia, ma “la forza di gravità”.
Saluti
non leggo i commenti dei diversamente intelligenti, tanto meno nello sfogatoio di quel sito
RispondiEliminasaluti tony
Non ho seguito, ma posso sapere chi è che ha scritto quelle frasi in corsivo? Thanh you!
RispondiEliminaprova a inserire una di quelle stronzate in un motore di ricerca, pliis
RispondiEliminaSe la fonte di quella selvaggia follia del lavoro coatto pena morte per fame fosse solo il comico, non ci sarebbe da preoccuparsi granché. Il problema è che la stessa selvaggia follia la troviamo sulle labbra di incravattati accademici e ortodossi docenti di economia, vedi il "professor Sandro Trento" sul suo blog sul Fatto Quotidiano online. Quelli fanno più paura del comico. Perché sono proprio della razza padrona DOC, quella che non fa gli show dei clown.
RispondiEliminamauro
Ho condiviso con successo su G+. Usiamola, la propaganda!
RispondiEliminastanding ovation!
RispondiEliminaTry
grazie Pop di darmi una mano in questo mio "secondo mestiere" (il primo, ormai notorio, è quello di mandante di omicidi politici). eh eh, ce ne vuole di pazienza
RispondiEliminaciao