Ogni giorno almeno uno scoop da parte dei guerrieri dell’informazione di Repubblica. Oggi è la volta delle foto di Hitler scattate dal suo fotografo personale, Heinrich Hoffmann. Scrive Repubblica:
L'abilità oratoria di Hitler si era ancora manifestata. Ancor prima di diventare cancelliere (e successivamente Führer) del Terzo Reich, Hitler si esercitava per ore davanti allo specchio con il sottofondo delle registrazioni dei suoi discorsi al fine di migliorarsi e sembrare il più naturale possibile nelle movenze, nell'intonazione vocale e nella mimica facciale. Il suo fotografo personale, Heinrich Hoffmann, scattò queste foto (alcuni poco più che fotogrammi) che ritraggono Hitler mentre si allena verso la fine degli anni '20. Ad Hoffmann fu ordinato di distruggere gli scatti e i negativi perché potevano minare l'aura di naturalezza dei discorsi di Hitler e, con essa, il suo magnetismo. Ma Hoffmann evidentemente non obbedì e così per la prima volta sono visibili questi scatti finora inediti delle prove di Hitler oltre a quelle in cui, giovanissimo, ritraggono il cancelliere con calzettoni e pantaloni corti (Foto Iberpress).
Sono immagini inedite, talmente inedite che appena le ho viste ho riso di gusto. Le devo anche avere in un mio vecchio libro, ma scovarlo è impresa più difficile e sbugiardare Repubblica non merita ulteriore impegno. Sono foto del 1927 1925, e chi voglia vederne alcune anche di qualità migliore non deve fare altro, su Google immagini, che digitare: Heinrich Hoffmann Hitler previous speeches. Quindi scegliere tra gli “inediti”, fiore da fiore.
Repubblica ha già corretto: "finora inediti" è diventato "finora rari", mantenendo però "per la prima volta sono visibili"!
Le immagini sono talmente "inedite" o "rare" che chiunque può acquistarle QUI e non da oggi.
Repubblica ha già corretto: "finora inediti" è diventato "finora rari", mantenendo però "per la prima volta sono visibili"!
Le immagini sono talmente "inedite" o "rare" che chiunque può acquistarle QUI e non da oggi.
Ma non solo su libri storici o internet, anche i televisione si è parlato di questa mania di Hitler e delle foto scattate da Hoffmann, in uno dei tanti documentari sul "cattivissimo" della storia. Meno male che dopo sono arrivati i buoni e la storia è migliorata (?).
RispondiEliminaTouchés.
RispondiEliminaColpiti e affondati!
Peccato che come gli ... galleggino.
gianni
i vincitori scrivono la storia e hanno tutto l'interesse per far passare quell'astuto e lucidissimo fanatico anche e soprattutto per pazzo.
RispondiEliminaUn aneddoto. La scena è il Quartier Generale
alla fine del '44, dove Hitler si trova col suo stato maggiore. Uno dei suoi ufficiali deve
parlare col furiere per banali questioni logistiche. Nello stesso tempo Hitler chiede una
comunicazione col ministro degli armamenti Speer che si trova a Berlino. Per combinazione i
due collegamenti vengono stabiliti contemporaneamente e Hitler viene messo erroneamente
in comunicazione col furiere. Hitler al telefono non diceva mai l'equivalente di pronto ma
sempre «Hier spricht der Führer» (Qui parla il Führer). Così disse anche quella volta,
convinto di parlare con Speer. Solo che dall'altra parte c'era il sottufficiale di servizio. I
presenti rabbrividiscono ascoltando attraverso il microfono una grassa risata seguita dalle
parole «Ma tu devi essere impazzito!» Mentre tutti, irrigiditi nella tensione del momento,
prevedono chissà quali reazioni nei confronti di chi aveva passato la comunicazione, nonché
del povero furiere, Hitler, impassibile, passa il microfono a Linge dicendo: «Linge, prenda
Lei la comunicazione. Qui ce n'è un altro che sostiene che sono pazzo».
Bellissima, questa non la sapevo :))
RispondiEliminaRoba da matti!
RispondiEliminac'è un risvolto che qui non ho raccontato, insomma è tutta una faccenda, secondo me, legata alla pubblicazione di un libro in inghilterra (di Hoffmann) e forse, ma sicuramente penso male, i diritti sono stati comprati danche da qualcuno di qui. naturalmente si tratta di una ipotesi, anzi di sola fantasia
RispondiEliminaperdona questa digressione , ma sentendo parlare di Repubblica che, come il Corriere della sera e Il sole 24 ore, gode di un solido finanziamento pubblico, vorrei lanciare un appello a favore del Manifesto che , in questo momento, sta rischiando un drammatico fallimento.e mi chiedo come si può assistere alla chiusura di un giornale storico come il Manifesto e come si può accettare che si continui a foraggiare giornali come quelli di Lavitola o di qualsiasi altro partitucolo sconosciuto che nessuno MAI legge e mai leggerà !!!
RispondiEliminaleggo e sostengo il quotidiano praticamente dalla sua nascita. molte volte è stato in crisi ma questa volta è diverso. è giusto continuare a sostenerlo, ci mancherebbe, ma penso che il suo destino, se possibile, sia il web. moneta cattiva scaccia quella buona. è una cosa che mi procura molto disagio personale da qualche giorno. ho ora difficoltà a parlarne perché per me è sempre stato il mio giornale, anche se non poche volte mi faceva incazzare. non è casuale che altri giornali abbiano successo e il manifesto debba, probabilmente, chiudere. hanno lavorato bene nel rincoglionire e rendere narcisiste un paio di generazioni.
RispondiEliminaciao
Non so se la può consolare ma ci provo:
RispondiEliminaL'era della terza pagina "...fu un'epoca particolarmente "borghese" e favorevole ad un largo individualismo...Gli articoli trattavano di preferenza aneddoti tratti dalla vita di uomini e donne celebri e i loro carteggi; s'intitolavano, per esempio, Friedrich Nietzsce e la moda femminile intorno al 1870 o I cibi preferiti dal musicista Rosssini...In certi momenti erano particolarmente in auge le interviste di cospicue personalità su problemi del giorno, nelle quali s'invitavano per esempio chimici o pianisti famosi a parlar di politica, attori, ballerini, ginnasti, aviatori e anche noti poeti a esprimersi sull'utilità e gli svantaggi del celibato o sulle probabili crisi finanziarie. Si trattava unicamente di appaiare un nome conosciuto con un tema di attualità...si cercava di raccapezzarsi in un diluvio di isolati e quindi insulsi valori culturali e frammenti di scienza...Con tenacia imparavano a guidare l'automobile, a fare difficili giuochi con le carte e come in sogno si dedicavano a risolvere parole incrociate, perchè erano quasi inermi di fronte alla morte, alla paura, al dolore, alla fame...Nei buoni regnava un pessimismo tetro e pacato, nei cattivi un pessimismo beffardo...Insomma, si era quasi arrivati a quella spaventevole svalutazione della parola che da principio provocò, in segreto e in circoli ristrettissimi, quell'eroico e ascetico movimento di opposizione che poco dopo apparve potente alla luce del giorno e fu il punto di partenza di una nuova disciplina e dignità dello spirito."
"Il giuoco delle perle di vetro". Del buon vechio sognatore Hermann Hesse
ciao, gianni