lunedì 6 febbraio 2012

L'artiglio dei preti


Scrive la Repubblica:

«Nel corso dell'ultimo decennio sono arrivati all'attenzione della Congregazione per la Dottrina della Fede oltre 4.000 casi di abusi sessuali compiuti da ecclesiastici su minori». La stima è quella ufficiale, stilata dal Vaticano, e svelata dal cardinale Joseph William Levada, prefetto della Congregazione, al simposio internazionale sull'abuso sessuale riservato a vescovi e superiori religiosi che si è aperto lunedì pomeriggio».

Stronzi, il simposio serve per sbarazzarvi delle vostre responsabilità, per intorbidire il fatto elementare che un uomo e una donna hanno necessità di una vita sessuale “normale”, di dare sfogo ai loro irreprimibili desideri del corpo e di avere una relazione sentimentale e affettiva autenticamente umana.

È così che intendete la comunione con l’altro, ossia la caricatura cristiana dell’armonia, dell’attrazione universale che chiamate “amore”? Sotto l’occhio guercio della vostra ortodossia dichiarate senza pudore di adoperarvi “a favore della guarigione delle vittime degli abusi”, dimostrando una tale povertà di pensiero e di sentimento possibile solo in un’accolita priva di materia umana e che scimmiotta un dio che se esistesse davvero non vi maledirebbe mai abbastanza.

11 commenti:

  1. Buonasera, ho letto già altri suoi (tuoi) post, questo di fatto è il primo commento che da silenzioso si fa digitato. :)
    Non ho resistito alla tentazione "demoniaca" di esternare apprezzamento, con un onomatopeico clap clap.
    Davvero mostruosamente bizzarro come i cosiddetti custodi della fede siano quelli che maggiormente hanno da temere l'eventuale esistenza del loro Dio.

    Complimenti anche per quanto ho letto nelle scorse settimane, con contenuti di dignità giornalistica.
    ciao

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    1. è vero ! non si sa se darle del Lei (come a tutte le Madame che si rispettino) o darle del tu .anche io faccio fatica a usare una forma confidenziale perchè adoro e ho grande stima per ciò che scrive ma quel nome "Olympe De Gourges" incute un certo rispetto...chissà cosa ne pensa la diretta interessata ?

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  2. Da tempo mi piacerebbe elencare tutte le caratteristiche, tutte le qualità che per ratz dovrebbe avere un cristiano, un cattolico, un credente. Quelle a cui, in splendenti paramenti, esorta con fulgida sicurezza, non dimenticando mai di associarvi gli immancabili castighi eterni, a cui condannare con somma alterigia e inattaccabili certezze.
    Tutte le prediche, le esortazioni, gli ammonimenti, gli “insegnamenti” orali e scritti.
    Una collezione significativa.

    Provate voi stessi: semplicemente ne viene fuori il ritratto di un uomo che non esiste.

    Se non in rarissimi casi; in percentuali, sul complesso dell'umanità, ridicolmente infinitesimali, quanto potenzialmente interessanti, come ritratti di persone che nel loro misticismo oltremondano - al pari, però, dei mistici di qualsiasi altra religione o seppur sciamanesimo - indicano un bisogno umano ben delineato anche da Marx (perdoni la mia scarsa sistematicità, ma Lei sarà più abile e rapida a citare il passo in questione).

    Dunque il punto non è quello che ratz indica.
    Ma la lezione più profonda che lascia impressa in tante giovani menti costrette al catechismo, il vero messaggio impartito e inculcato a tante folle della domenica, è quello ben assimilato, in special modo dalle italiche genti: siate ipocriti.

    Nel più profondo continuate a pensare di dover diventare ciò che non potrete mai essere.
    Siate costanti, e implacabili tromboni, nel misurare la vita e gli altri su metri che non si addicono nemmeno a voi stessi.

    Allora, come noi preti, potrete parlare di povertà beneficiando di ogni ingiusto privilegio, potrete pontificare di amore infinito di dio e violentare i minorenni, perchè il modello e la strada che noi vi indichiamo sono palesemente falsi e impraticabili.
    Ma reale e praticabile è invece l'ipocrisia in cui vi condanniamo a vivere. Patto diabolico, in cui si spingono le persone a scambiare il bisogno potente, espresso in qualsivoglia società evoluta, di "giustizia e libertà assolute" (+ o - Marx dixit) con l'assoluzione di qualsiasi nefandezza nella ritualità vuota e fantasiosa della santificazione domenicale urbis et orbis (nel caso della ritualità del cristianesimo mi verrebbe da aggiungere essenzialmente macabra).

    Ahhh… ce l’avevo proprio sul gozzo!

    Ciao, gianni

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    1. sono semplicemente d'accordo con gianni quando descrive, con grande finezza, il pensiero ipocrita e fortemente legato ai beni materiali della Chiesa Cattolica .di contro non amo identificare il Cristianesimo con il Cattolicesimo , o la religione (e le sue Chiese) con il misticismo e la spiritualità più autentica . credo nella trasformazione e nell'evoluzione morale ed etica dell'uomo attraverso il libero arbitrio e la piena consapevolezza che noi, e soltanto noi, siamo responsabili dei nostri pensieri e del nostro destino e sono fermamente convinta che il concetto di assoluzione dal peccato legato allo strumento della confessione ,esercitato dalla classe sacerdotale, sia una delle cause della corruzione e della mancanza di senso civico, piaghe della società italiana.

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  3. a karuna: c'è un'alternativa: il voi. scherzo. il TU va benissimo

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    1. bene, grazie e ciao
      :o)

      (il voi, capitasse l'occasione, lo riserverò al noi del mago Otelma, che si rivolge al mondo in prima persona plurale)

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  4. La confessione è uno strumento sofisticato per distogliere l'uomo dal cammino della consapevolezza.

    Se io ti indico obiettivi impossibili e impraticabili come sommo bene - tra l'altro senza indicarti alcun mezzo concreto e verificabili per raggiungerlo,come fa ratz, ma non tralasciando un corredo terroristico di minacce di tormenti eterni - ti metto in contraddizione perenne con te stesso.

    Mi cito "Nel più profondo continuate a pensare di dover diventare ciò che non potrete mai essere." Questa tensione continua tra un dovere e un non potere, porta con sé una difficile accettazione, esplorazione e scoperta di se stessi, così come si è veramente.

    Porta con sé un'oscillazione perpetua tra l'ipocrisia necessaria al normale agire cotidiano, inevitabilmente lontanissimo dal sommo bene indicato (pensiamo appunto anche solamente al sesso), e il senso di colpa e frustrazione che inevitabilmente se ne produce.

    A questo punto, aperte le porte dell'ipocrisia con se stessi, l'allontanemento da ogni consapevolezza aumenta, creando un marasma in cui ogni abominio è possibile.

    La colpa ti farà docile schiavo, pronto a subire il potere, ricatto, giudizio, di chi solo si è autoproclamato in grado di assolverti. Ritorna così un illusiorio, precario, momentaneo equilbrio con te stesso, fino al prossimo, primo, atto pratico di vita, che cozzerà nuovamente con il sommo bene, portando nuovamente ipocrisia e colpa.

    Dopo una più o meno lunga serie "terapeutica" di questi cicli, riscontratane l'inadeguatezza, la superficialità, il sollievo puramente momentaneo, di concreto rimarrà solo l'ipocrisia di nascondere a te stesso il non senso di questo sterile rituale.

    Se per trovare un equilibrio (malsanissimo) hai infine accettato la tua ipocrisia, pensi che tutti gli altri lo siano. A questo punto, l'assenza di coerenza del clero non è un campo da sottoporre ad indagine, perchè sai benissimo che ci ritroveresti il triste specchio di te stesso.

    Non parliamo poi dei laici infedeli, che con i loro dubbi, pragmatismi, e critiche, diventano i peggiori nemici del mio equilibrio e quindi di tutta l'umanità.

    In tutto quello che ho esposto, ritrovo poi una radice della peculiarità dell' essere italiani, che si riverbera pienamente nelle tragiche conseguenze del livello infimo della politica nostrana.

    Per fortuna l'umanità, nella sua millenaria storia, ha accumulato altri saperi, pratiche percorribili e verificabili, senza mediazione di alcun potere, che indicano strade possibili per raggiungere consapevolezze ed equilibri sempre migliori e veramente salutari.

    ciao, gianni

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    1. se ho capito bene gianni ha dipinto con lucida e, soprattutto, cruda chiarezza l'immagine del fedele che , pur consapevole dell'impossibilità di riuscita, rincorre la falsa illusione di raggiungere uno stato di perfezione e purezza attraverso quello che ratz suggerisce .il corredo terroristico fatto di minacce di tormenti eterni serve al potere ecclesiastico per mantenere il fedele sottomesso alla volontà ,ma non quella divina , bensì quella della Chiesa costruita e retta da esseri umani.ma siamo in un periodo di grandi crisi e la chiesa cattolica, se vuole sopravvivere, non potrà cavarsela solo facendo outing e ammettendo le colpe di cui si è macchiata.

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  5. caro Gianni, il tuo commento è molto impegnativo e io questa sera proprio non ho la testa per rispondere come esso meriterebbe per i tanti temi che affronta. cmq ti seguo.
    ciao

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  6. Le auguro uno strameritato
    e piacevole relax.

    gianni

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  7. Ciao Karuna.

    Sì, quello che cercavo di evidenziare
    era il fumo dall'arrosto.

    E dietro il fumo magniloquente di come un cristiano dovrebbe essere e comportarsi, delineando un modello impossibile da raggiungere (come ratz fa), c'è l'arrosto dell'ipocrisia a cui, di fatto, questa impossibilità conduce, come unico risultato concreto e tangibile.

    Coltivare socialmente questo tipo di mentalità, con dei mezzi così diffusi e potenti quali quelli che la chiesa detiene come contropartita dei suoi servigi (lascio a te fare il collegamento al soldo di quali interessi siano erogati), provoca dei gravi guasti, sia a livello individuale sia collettivo.

    L'ipocrisia è una simulazione che porta al misconoscimento e alterazione dei dati provenienti dal reale.

    Aboliti quelli di che cosa parliamo, su quali cose ci confrontiamo, su che basi abbiamo una possibilità di evolverci?

    E allora dai, parliamo del sesso degli angeli e buttiamo Darwin, la storia, la coerenza, nel cesso, insieme all'uomo reale, che è fatto di cose meno incosistenti: di sesso, di scelte su come morire, di coppie di fatto, di omosessuali, dell'ambizione a scegliere liberamente se procreare o no, che per vivere dignitosamente ha bisogno di diritti e non di carità, che nella storia millenaria dell'umanità ha sperimentato migliaia di religioni diverse, cercando, instacabilmente, dietro queste forme polimorfe, di dare una consistenza alla sua inestinguibile sete di "libertà e giustizia assolute".

    L'elenco potrebbe continuare...un elenco che l'ipocrisia, instancabilmente, cerca di cancellare dall'orizzonte umano.

    Un arrosto, francamente, ormai indigesto.

    gianni

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