[Segue]
Il
generale Pollio aveva proposto, vanamente, di modernizzare l’esercito
soprattutto in materia di artiglieria e addestramento degli ufficiali,
chiedendo di portare gli effettivi da 70mila a 345mila unità. Il governo
respinse questi piani giudicandoli troppo ambiziosi e costosi. Solo
nell’ottobre 1914, Cadorna ottenne le risorse necessarie per avviare tali piani
di rafforzamento, soprattutto numerico, e stampò 25mila copie per gli ufficiali
del suo opuscoletto sulla “tattica”. Tuttavia l’esercito – scrive sempre Thompson
– iniziò la guerra con un insufficiente numero di uomini, uniformi, automezzi,
fucili e munizioni e soprattutto di artiglieria d grosso calibro, di linee
ferroviaria e mezzi di trasporto. Né del resto, lo stato maggiore si fece
scrupolo di reclamare con più determinazione stanziamenti per mitragliatrici e
artiglieria.
La
situazione non era migliore dal lato delle forze austriache, molto inferiori di
numero rispetto a quelle italiane e scarsamente dotate di armamenti:
«Non di
rado, la prontezza dei complementi ad entrare in campagna fu subordinata all’
arrivo di fucili: non di rado essi giunsero alle Armate senza armi, e, data la
scarsezza di armamento, vi fu perfino qualche Comandante che propose di tenere
i disarmati tanto vicini alla linea di combattimento che ognuno di essi potesse
immediatamente prendere il posto di un morto o di un ferito»(L’ultima guerra dell’Austria-Ungheria –
Relazione ufficiale compilata dall’Archivio di guerra di Vienna, vol. II,
trad. it. 1935, Roma, p. 15).
Dal punto
di vista strategico il gen. Pollio non aveva preso in considerazione le
operazioni contro gli alleati di allora, cioè gli austro-tedeschi. Inoltre, il
saliente del Sudtirolo, austriaco, era ben difeso da massicce fortificazioni e
gli italiani non disponevano dell’artiglieria pesante utile per aggredirlo. Non
restava che neutralizzarlo circondandolo sui tre lati. Gli obiettivi primari
restavano giocoforza Trieste e Gorizia. Cadorna riteneva, grazie alla
superiorità delle sue forze, di poter lanciarsi in un’offensiva che in breve lo
avrebbe condotto ben oltre le due città, perciò verso Lubiana e la stessa
Zagabria.
Tale ottimismo non teneva
in alcun conto dell’andamento della guerra in Francia e delle lezioni che da
essa stavano venendo cospicue. Il 25 novembre 1914 il generale Falkenhayn
ordinò alle forze tedesche in Occidente di mettersi sulla difensiva e di tenere
il terreno. Iniziava così la guerra di posizione, di trincea. La guerra di
movimento era cosa del passato.
Nessun commento:
Posta un commento