giovedì 25 novembre 2010

Porcilandia



Il rapporto debito/Pil dell’Irlanda è ben sotto la fatidica soglia del 60%. È meno della metà di quello tedesco e meno di un terzo di quello italiano. Tanto per dire. Eppure l’Europa insiste per concedere aiuti economici all’Irlanda, la quale non li ha chiesti, non li vuole, ma li deve accettare.
Quando si dice Europa si intende anzitutto la Germania, quindi la Francia e la Gran Bretagna. Tutti gli altri non contano un cazzo o quasi. Basti dire che l’Italia ha dovuto lottare con i denti per anni e anni allo scopo di far riconoscere il proprio parmigiano come prodotto nostrano. Al nostro posto, per un analogo motivo, alla Germania sarebbe bastato un rutto.
L’Irlanda non vuole ma deve accettare gli “aiuti” economici europei poiché alcune sue banche sono a rischio fallimento. Di fatto si tratta di banche che hanno ottenuto ingentissimi crediti dalle banche inglesi, tedesche, francesi e, in minor misura, di altri paesi europei e extraeuropei. Il loro fallimento significherebbe grosse perdite per le banche creditrici. Di fatto le banche irlandesi agivano come semplici prestanome.
Gli “aiuti” europei significano la fine della residua sovranità in tema di politica economica da parte dell’Irlanda. Per sequestrare la sovranità di un paese non servono più quindi i carri armati, bastano  i crediti e poi gli “aiuti”. Insomma, lo strozzinaggio.
La Germania è riuscita ad ottenere negli ultimi vent’anni quello che non è riuscita a conquistare con trent’anni di guerre: l’egemonia economica sull’Europa Occidentale, creando di fatto un suo Lebensraum continentale.

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