giovedì 10 novembre 2022

OK, Joe !

 

Nel 1944, lo scrittore Louis Guilloux fu interprete per un mese per l’esercito americano, vicino a Morlaix. Tradusse le testimonianze di alcune vittime bretoni per il tribunale militare statunitense incaricato di giudicare i propri soldati per crimini, inclusi stupri e omicidi, contro cittadini francesi.

Un uomo è stato ucciso da una pallottola, il suo cervello è sul pavimento tra moglie e figlia. Le giovani donne sono state violentate. Tutti gli imputati giudicati dal tribunale sono condannati a morte e impiccati. Tranne uno, che ha ucciso, colpendolo alle spalle, un uomo al bistrot, dopo aver già ucciso a sangue freddo dei prigionieri tedeschi, come si vede anche nel film Bastardi senza gloria, del regista Quentin Tarantino, che pare compiacersene.

Gli assassini impiccati erano “neri”, l’assassino assolto era “bianco”. Guilloux non assiste al processo, ma vede quest’ultimo all’uscita: “L’assassino è un grosso orco grasso, quello delle fiabe. Un’ampia faccia scarlatta, raggiante, sta ridendo a crepapelle”. Con lui ci sono i militari che lo hanno giudicato. Alcuni sono diventati amici dello scrittore. Li descrive, descrive la sua vita con loro. Coraggiosi liberatori americani. La vita è complicata, anche nella parte buona.

“Gli Stati Uniti hanno sia un problema di razzismo che un problema di violenza”, scrive Guilloux nel suo romanzo O.K., Joe!, dove racconta ciò che ha vissuto. Ripete spesso agli ufficiali americani, in modo ossessivo, la stessa domanda: “Perché i soldati giudicati sono quasi tutti afroamericani?”. I bravi ragazzi rispondono cose come: “Oh, non li conosci! Si scatenano, non sanno come comportarsi, come disciplinarsi”. Alcuni pensano che, a parte i combattimenti, dovrebbero essere disarmati. Più spesso non rispondono.

Guilloux nel suo racconto è attento a non dare risposte che loro non danno. Quello che comunica perfettamente nel suo libro è il disagio che prova di fronte a questo razzismo travolgente, inconscio, “sistemico”, come diremmo oggi. Gli americani non portano solo la libertà.

Sebbene la presenza americana in Francia sia stata romanzata in innumerevoli libri e film, OK, Joe! offre qualcosa di raro: una penetrante prospettiva sulla cultura post-D-Day, una cronaca di razzismo tagliente e d’ideali solo enunciati.

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