lunedì 26 luglio 2021

Il nemico alle porte

 

Il cosiddetto terrore dell’Anno Mille è un tema controverso tra gli storici. Viceversa, il terrore degli anni Duemila è faccenda evidente e certezza scientificamente fondata. Assistiamo alla fine del vecchio processo storico, così come a suo tempo avvenne per la transizione dal mondo antico a quella che chiamiamo età di mezzo, e da questa all’età moderna: una diacronia storica fittamente punteggiata da guerre e sciagure di ogni genere.

Questa schematizzazione, pur necessaria ai fini della sintesi, ci dice che non sta accadendo nulla di fondamentalmente nuovo ai nostri giorni, salvo, e non mi pare di poco conto, l’inedita dimensione e accelerazione dell’impatto antropico sull’intero pianeta, per tacere della minaccia nucleare e altre cose simili. Insomma un orgasmo della storia.

Tutto ciò sta avvenendo nella cornice del conflitto tra l’imponente sviluppo delle forze produttive e i rapporti di produzione borghesi (o burocratici, come nel caso della Cina, dopo che il maoismo s’è dimostrato incapace di gestire il primo stadio dell’economia moderna), laddove si assiste alla sovrapproduzione di capitale assoluta e l’ascesa senza fine del capitale finanziario, la forma più rapace e incontrollabile del capitale che innesca di per sé decisivi e profondi processi di modificazione nella sfera sociale e politica.

La società capitalistica è sempre più potente, ma sempre più in crisi e malata, ed è entrata nella sua fase ultima (in termini di tempo storico). Lo scenario della sua malattia copre il mondo intero e perfino propaggini sopra l’esosfera. Una società in cui una piccola classe d’individui domina su tutto, natura compresa. L’ideologia borghese vuol far passare, e per il momento con successo, l’idea che oltre a poter sviluppare quantitativamente le forze produttive essa riesca a svilupparle anche qualitativamente.

A ciò servono, tra le altre cose, i summit sull’ambiente, la propaganda sulle fonti di energia alternative agli idrocarburi, e tutto il baccano sul “bio” e sulle nuove tecnologie. La difesa dell’ambiente oggi è diventata una moda, rappresentata e venduta nello spettacolo mediatico. Chiacchiera accattivante che sa prenderci per il verso giusto, in realtà avvilente, erronea e mistificatoria. Nessuna volontà può diventare reale se non trasformando il sistema produttivo attuale dalle fondamenta.

Ciò che conta davvero, per esempio presso le borse valori, è solo l’aspetto quantitativo, ossia immediatamente remunerativo. Perché è metodologicamente esatto e misurabile, effettivo; mentre l’aspetto qualitativo è mera decorazione, stima aleatoria, poiché quei problemi, dopo decenni d’impegni e solenni dichiarazioni, non sono nemmeno avviati a soluzione e anzi a essi se ne aggiungono sempre di nuovi.

Vero è che l’inquinamento, il depauperamento delle risorse, il tema ambientale nel suo complesso, offre nuove occasioni di profitto. Tuttavia, se si parla d’inquinamento non è per combatterne le cause, tutte interne alle coordinate dello sfruttamento e dell’accumulazione, ma perché si è costretti a parlarne. Per dissimularne le reali cause e perché anche i poveri padroni del mondo vivono sul nostro pianeta, fantasticando di andare a rovinarne altri.

Il problema del degrado della totalità dell’ambiente naturale e umano ha già completamente cessato di porsi sul piano della qualità della vita, poiché esso è diventato radicalmente il problema stesso della possibilità materiale di esistenza del mondo nel proseguire su tale strada.

Se soltanto i leader dell’occidente, fra quelli che “sanno le cose” e però restano chiusi dietro un riserbo rumoroso ma rigoroso, dicessero pubblicamente la verità sulle cause reali di ciò che sta accadendo, ebbene allora i grandi media potrebbero dire quel che vogliono per tappare la falla, ma la residua fiducia nel sistema verrebbe scossa irrimediabilmente.

Come scrivevo due anni or sono, questa è l’epoca che ha ogni mezzo tecnico per alterare in modo assoluto e definitivo le condizioni di vita sul pianeta, ma è anche l’epoca che ha tutti i mezzi necessari di controllo e previsione per misurare con esattezza e in anticipo dove ci porta un’economia lasciata libera di crescere senza limiti e che ha come scopo assoluto ed esclusivo il profitto e l’accumulazione fine a se stessi.

La verità potrebbe costituire motivo sufficiente per innescare, nel precipitare delle situazioni, un profondo malcontento generalizzato e perfino rivolta sociale, dando scacco a tutti i tipi di riformismo, che, come sperimentiamo da decenni, antepongono lo scopo di dare soluzione al problema sociale fondamentale, ossia quello dell’antagonismo tra le due maggiori classi sociali, quella dei padroni e quella dei loro schiavi.

Tra tutte le possibilità, il riformismo ha scelto quelle più disastrose o il nulla. A fronte dei suoi fallimenti, la vecchia politica specializzata dovrebbe confessare di essere completamente finita, cosa che si guarda bene dal fare pubblicamente. Il futuro prossimo lascia una sola strada: farla finita con questi grotteschi imbecilli e la loro grandiosa incompetenza.

La vecchia Terra ne ha sopportate di ogni specie, e fino a ieri si mostrava quasi indifferente anche all’inquinamento e a tutte le molteplici ingiurie che le infliggiamo. Non così la società umana. Ormai se ne stanno rendendo conto (quasi) tutti, lo vediamo in questo frangente, non tanto e non solo per la gravità della pandemia, ma per i modi cervellotici, particolaristici e dissipativi d’affrontarla, per il crollo di stima verso gli “esperti”, perché la paura è dappertutto. La società umana e i livelli di civiltà raggiunti non potranno essere salvati continuando su questa strada. Il nemico alle porte della società borghese non è più un’illusione, bensì la morte.


12 commenti:

  1. Secondo me finiranno prima i pronipoti dei tuoi pronipoti che il capitalismo.

    RispondiElimina
  2. Nonostante le crude verità che scrivi è bello sentir parlare con tanta lucidità .....vorrei sentire queste parole e le azioni conseguenti da chi ha in mano il potere....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto è che ormai il potere è diventato qualcosa di evanescente, di indistinto, di occulto, quasi di metafisico. Almeno per noi

      Elimina
  3. https://officinadeisaperi.it/agora/politica-e-cultura/capitalismo-sviluppo-avidita-odio-da-il-manifesto/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se lei, caro amico, mi segnala questo articolo, potrei dedurre che non condivide il mio. infatti, che cose significa quanto leggo:

      "è necessario aumentare la consapevolezza del problema e fare ognuno il proprio pezzo: Il Global Footprint Network a questo proposito, assieme all’Agenzia per la Protezione Ambientale scozzese, hanno presentato oggi la campagna «100 Days of Possibility», un elenco delle soluzioni collaudate e scalabili che possono essere adottate a livello di comunità o individualmente per avere un impatto significativo sul tipo di futuro in cui investiamo: ad esempio ridurre l’impronta di carbonio del 50% sposterebbe la data di più di 90 giorni." ??

      io invece scrivo:
      Nessuna volontà può diventare reale se non trasformando il sistema produttivo attuale dalle fondamenta.

      non colgo alcun riferimento a questo, solo pannicelli caldi. con i summit e gli aleatori impegni su questo o quell'aspetto in particolare non si va da nessuna parte. non è con l'approccio "scientifico" che si risolvono i "problemi". la scienza è al servizio del capitale, da secoli.

      ieri, per farle un esempio, guardavo al supermercato i prodotti docciaschiuma, non meno di una decina di marche, almeno un paio di prodotti per marca, tutti mascherando il principio attivo con due paroline latine, tutti i prodotti in confezioni di plastica. non dico di ritornare all'austerità di tipo sovietico, ma per l'appunto è necessario ripensare il sistema produttivo e commerciale in modo radicalmente nuovo. decidere che cosa produrre e perché non dev'essere più una faccenda legata alla casualità del mercato, alias capitale. invece a decidere di gran parte dell'economia è il mercato finanziario. abbiamo bisogno di un cambiamento epocale che non sarà faccenda di qualche anno o decennio. un nuovo assetto geopolitico, una nuova economia.

      come scrivevo domenica:
      L’alternativa non può uscire dal cilindro di un singolo soggetto, quasi si tratti d’una specie di mago, né può essere discussa e stabilita a tavolino da un qualsiasi consesso, per quanto largo, indipendente e nutrito di buoni propositi. L’alternativa può darsi solo in divenire, come lavoro di costruzione di un nuovo mondo a cui s’adoperi l’umanità intera, come superamento reale dei rapporti di sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Dunque non sarà una faccenda parlamentare e dei relativi decreti legge.

      Elimina
    2. Sono prove di cambiamento. Da qualche parte bisogna iniziare, anche se non rimane molto tempo a disposizione.
      Olympe de Gouges16 luglio 2021 11:13
      da anni scrivo che la lotta ideologica è una determinazione essenziale della lotta di classe, senza di essa non c’è teoria, e senza teoria e sviluppo della stessa non c’è organizzazione pratica.

      Elimina
  4. Olympe de Gouges, mi hai ricordato questo vecchio post:
    http://ravennapensa.blogspot.com/2009/11/i-dentifrici.html
    Ma veramente siamo così pochi a percepire questi fenomeni come sintomi di un male potenzialmente mortale invece di esaltarsi?

    RispondiElimina
  5. Grazie di questo suo lucidissimo articolo. Nel mio piccolo trovo che tanta sinistra, compresi molti sostenitori della decrescita, ancora pensi che all'interno di questo sistema si possa cambiare qualcosa e che gli appelli (che firmo anche io, non avendo altro su cui contare) trovino orecchie per essere ascoltati.
    La così detta lotta di classe però mi pare che oggi manchi di un protagonista, almeno dalle nostre parti: il mondo del lavoro e degli oppressi non paiono avere altro che brandelli di coscienza di classe.
    Percepisco che siamo in un momento rivoluzionario in cui manca un soggetto adeguato.
    Nel mio minimo mi muovo sperando di tenere viva la brace sotto le macerie liberiste.
    Grazie ancora
    Tiziano C

    RispondiElimina
    Risposte
    1. infatti, una sinistra senza popolo, ma non è casuale
      grazie a lei Tiziano

      Elimina