venerdì 15 aprile 2011

Uguali nel cambiamento



Di quello che scrive Alberto Asor Rosa – ora viene fatto passare per un pensionato ottuagenario che non saprebbe bene quel che dice – è responsabile egli stesso e chi ne pubblica le esortazioni. Ma i mandanti sono molti, a cominciare da Eugenio Scalfari che non manca occasione per invocare lo scioglimento delle Camere d’autorità. Giorni fa, alla Camera, quando i deputati leggevano ognuno un articolo della Costituzione, Massimo D’Alema andò oltre, volle leggere, dopo l’articolo 87 anche l’inizio dell’articolo successivo: Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.

Vogliono andare alle elezioni, sicuri di vincerle, ma non hanno un margine, nei sondaggi, per essere certi di nulla. La stessa cosa che è successa alla Camera il 14 dicembre scorso. Anche perché determinanti saranno gli attuali indecisi, che sono, sempre secondo i sondaggi (tutti, anche quelli fatti in casa) legioni. Quindi rischiano di prendere una randellata definitiva, e ciò nonostante insistono. Hanno cuore italiano, loro. Non lo fanno per calcolo e interesse, ma per il bene del paese. L’unica cosa che sanno dire e gridare in televisione (ieri sera la Bonino) è di essere liberali.

Prendiamo la cosa da un punto di vista meramente riformista. Non hanno un programma, non un’idea alternativa a questa società. Non sono né di sinistra e non sanno essere veramente conservatori. Essi occupano una posizione intermedia, la più subdola. Dicono di essere per le riforme, ma chi non lo afferma? Per quale motivo un elettore di sinistra dovrebbe votare per loro, e soprattutto perché dovrebbe votare? E come potrebbero formare un governo se sono divisi in tutto, dal nucleare al testamento biologico, sul referendum per l’acqua, sulla giustizia e la patrimoniale. Come possiamo fidarci degli ex democristiani, e dei "mai stati comunisti" Veltroni e D’Alema, di uno come Di Pietro che candida Scilipoti e compagnia? Di gente che quando c’è da votare, per ben due volte, contro leggi decisive a favore dell’evasione fiscale, trova scuse incredibili per non votare? Che scalpita contro la legge elettorale attuale ma in due anni non ha mosso paglia per modificarla? Che con l’acerrimo nemico Berlusconi è arrivata a ogni compromesso? Quello che vogliono è solo il potere, quello delle poltrone e delle nomine, del ménage affaristico in grande stile, la privatizzazione del welfare, public companies, ecc.. Il resto è contorno, ideologia e propaganda, il ritocco di qualche balzaello o tariffa che nulla cambia.

Un galantuomo borghese e moderato come Francesco Saverio Nitti poteva dire: Non credo che la classe dominante possa volontariamente spogliarsi dei propri privilegi. Voglio dunque che coloro che sono in basso si organizzino e lottino, e che le riforme siano fatte non solo per il popolo, ma mediante il popolo. Chi degli attuali maggiorenti del Pd sarebbe disposto a dare pratica attuazione a tali parole? Chi degli attuali notabili del Pd se la sente di affermare queste stesse parole in Tv? Quando mai questi servitori del capitale hanno minimamente messo in conto di poter modificare nella sostanza i rapporti tra capitale e lavoro, tra Stato ed economia, ovvero i caratteri generali su cui regge la dittatura della borghesia, o anche solo ribaltare le posizioni decisive dell'apparato burocratico amministrativo? Vogliono creare “posti di lavoro”, ma su cosa produrre e come, cosa mangiare, bere, respirare, lo decide il capitale!

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