In dieci anni la scuola ha perso mezzo milione di studenti. È come se in un decennio fossero spariti gli studenti di una grande regione.
Altra notizia: l’Italia ha un alto numero di adulti con un basso livello di alfabetizzazione: il 37 % di tutti gli adulti tra i 25 e i 64 anni ha competenze alfabetiche di livello 1 o inferiore, un dato superiore alla media dell’Ocse.
Il livello 1 di alfabetizzazione indica l’acquisizione di conoscenze elementari e la capacità di svolgere compiti semplici con strumenti tecnologici e navigare in modo basilare su Internet. Questo livello di alfabetizzazione, sia linguistica che digitale, è il più basilare e permette di comprendere e usare espressioni quotidiane di uso molto frequente.
Il livello 2 di alfabetizzazione indica la capacità di comprendere frasi e espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediata rilevanza personale e lavorativa. Nel contesto dell’alfabetizzazione digitale, il livello 2 implica l’acquisizione di competenze avanzate per interagire attivamente, comunicare e partecipare alla società dell’informazione attraverso il web.
L’individuo può capire frasi isolate ed espressioni di uso comune relative a situazioni quotidiane, come informazioni su sé stessi e la famiglia, acquisti, geografia locale e lavoro. È in grado di descrivere o presentare in modo semplice persone, situazioni di vita o di lavoro, attività quotidiane e può esprimere preferenze personali usando frasi semplici e collegate tra loro.
Si riferisce a un insieme di competenze più evolute rispetto a quelle di base, per un uso consapevole e attivo del digitale. Permette ai cittadini di sfruttare appieno il potenziale del web per informarsi e comunicare, condividere contenuti e interagire con comunità online. Include la capacità di utilizzare strumenti digitali in modo autonomo e critico, valutare le fonti e gestire la sicurezza delle informazioni online.
Ciò significa, volgendo il discorso in negativo e sorvolando sulle competenze a riguardo dell’utilizzo di strumenti digitali in modo autonomo e critico (che non è poca cosa), che quasi il 40% degli adulti (eccettuati nel computo gli over 64) non è in grado di comprendere frasi e espressioni di una qualche complessità relative ad ambiti di immediata rilevanza personale e lavorativa, così come non è capace (o non si trova a suo agio) di descrivere o presentare in modo semplice persone, situazioni di vita o di lavoro, attività quotidiane ed esprimere preferenze personali usando frasi semplici e collegate tra loro. Né di utilizzare strumenti digitali in modo autonomo e critico, valutare le fonti e gestire la sicurezza delle informazioni online.
Per popolazione adulta s’intendono persone che sono nate tutte nel dopoguerra, anzi, a partire dagli anni Sessanta, ossia nella fase più alta della storia economica e sociale di questo Paese, con livelli di scolarizzazione di massa. Quali giudizi e considerazioni trarre da questi dati? Quei giudizi e quelle considerazioni che ognuno di noi preferisce, posto che il 37% di tali opinioni verrebbe da persone, tra i 25 e i 64 anni, con un basso livello di alfabetizzazione. E per i più anziani è meglio non indagare.
https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/poveri-e-ignoranti-per-far-crescere-il-pil-servono-piu-laureati-ma-tocca-pagarli-da-il-fatto/
RispondiElimina"Quei giudizi e quelle considerazioni che ognuno di noi preferisce, posto che il 37% di tali opinioni verrebbe da persone, tra i 25 e i 64 anni, con un basso livello di alfabetizzazione. E per i più anziani è meglio non indagare."
RispondiEliminaHo ammirato la tua analisi, in quanto - e qui mi avvalgo della promessa di non essere indagato e quindi di non essere giudicato - quasi subito nel leggere ho pensato che tu stessi parlando con gentile sorprendente leggerezza delle "legioni di imbecilli" del famoso discorso di Umberto Eco.
Non ho capito
RispondiEliminail post o il commento di romeo?
EliminaNiente, voleva solo essere una risposta simpatica.
Elimina😁
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