mercoledì 24 settembre 2025

Fascisti

 

Grave problema di sicurezza all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York: il presidente dello Stato membro più importante delle Nazioni Unite avrebbe dovuto tenere un discorso inaugurale ai rappresentanti della comunità internazionale, e invece un vecchio confuso ha assaltato il podio e si è scatenato per un’ora. Alla fine, tutti i presenti erano visibilmente sollevati nel vedere che nessuno era rimasto ferito. Non è ancora stato chiarito dove si trovasse effettivamente il leader della comunità mondiale.

Nessuno può dimenticare l’epoca in cui il regime dell’apartheid in Sudafrica era all’apice del suo potere, e qualsiasi condanna della sua tirannia alle Nazioni Unite veniva bloccata dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti. Oggi, per quanto riguarda il riconoscimento della Palestina, per quanto assuma ormai i toni di un riconoscimento meramente formale, a negarlo assieme a Donald Trump sono rimasti i fascisti e i criptofascisti (oltre ovviamente i sionisti). Peraltro non proprio tutti.

Che cosa intendo per “fascisti”? La domanda andrebbe posta diversamente: cosa c’è dietro l’ostinazione nell’evitare il termine “fascismo” nei media e dibattiti politici? Il fascismo è diventato “populismo” in Europa (*), e il “reazionario” intransigente è diventato il comodo “conservatore”. La simpatia per il fascismo è sempre stata presente, chiedete a Mieli, il Toynbee nostrano.

Conservatori e fascisti si sono fusi tra loro. Un fascismo democratico, ovviamente, che consenta la commedia delle libere elezioni e dunque lo stesso sguazzo odierno. Nella fogna fascista del terzo millennio c’è tanta bella gente, non solo Meloni, Salvini, Tajani e camerati vari. Per non parlare poi del fascismo del sistema bancario, un tema che però non fa “odiens” se descritto nei dettagli.

(*) Una parola, tra l’altro, che aveva un significato completamente diverso nel XIX secolo, sia in Russia che negli Stati Uniti. Elly Schlein o Emanuel Macron usano il termine “populismo” perché hanno non hanno mai avuto e non vogliono avere, data la loro posizione di classe e ideologica, alcun contatto con il popolo, e hanno ceduto questo campo ai movimenti fascistoidi. Non è da escludere che Friedrich Merz e l’imbianchino Tino Chrupalla, detto Pennello, un giorno non troppo lontano si alleino.

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