mercoledì 10 settembre 2025

Dialettica bellica


La dialettica di ogni innovazione militare è che risolve un problema ma ne crea un altro. Il suo scopo è la distruzione, indipendentemente dai mezzi tecnici. Il drone, come nuovo dispositivo militare, lo illustra perfettamente: spesso è più economico da produrre di un missile; se viene abbattuto, la perdita è quindi inferiore; e poiché non segue traiettorie balistiche ma è controllato da un’intelligenza umana o artificiale, il suo percorso è praticamente imprevedibile.

Quando un drone viene abbattuto le leggi fisiche di gravità si applicano all’improvviso, e cade ovunque possa cadere. Anche su edifici residenziali civili che non erano previsti come bersaglio. Ancora più fatale è quando i controlli da remoto vengono interrotti dalla guerra elettronica, e il drone continua a volare per un po’, finché, com’è successo, nell’aria non c’è più un’etichetta nazionale gialla e blu, ma una bianca e rossa. E che i polacchi siano gente rissosa è ampiamente noto.

Era “intenzione russa” che i droni entrassero nello spazio aereo polacco, come ha così acutamente dedotto l’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, tale Kaja Kallas, figlia di un filonazista cacciatore di ebrei. In termini giuridici, esiste anche la categoria dell’intenzione condizionale: incidenti che di per sé non causano danni gravi, ma si verificano semplicemente nello “spazio aereo straniero”. Mosca non voleva creare crateri nei prati polacchi.

Sorge la domanda su quale interesse possa avere la Russia nell’inevitabile escalation di tensioni che tali incidenti comportano. O persino la Bielorussia, che pur l’avrebbe dopo il fallimento del cambio di regime orchestrato da Varsavia nel 2020. Rimane un terzo attore per il quale l’attuale escalation si adatta perfettamente, perché la sta comunque perseguendo: l’Ucraina.

La Russia ha accusato il governo di Varsavia di aver tentato di inventare falsi miti per inasprire il conflitto in Ucraina. Tuttavia, il ministero degli Esteri ha dichiarato di essere pronto, così come il ministero della Difesa, a collaborare con la parte polacca “per una completa chiarificazione degli eventi”. Donald Tusk ha intimato alla popolazione polacca di “credere solo alle proprie informazioni ufficiali”. Un’indicazione che ci troviamo di fronte a menzogne che piegano le travi. 

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