Dopo la batosta subita nella battaglia di Agnadello (1509) ad opera dei francesi, i veneziani chiesero al Sultano di Istanbul di inviare rinforzi propri in cambio di frumento. I rapporti tra Venezia e gli ottomani in quel momento erano ottimi, ma la trattativa andò per le lunghe. In ogni modo dal sangiaccato di Bosnia e dall’Albania arrivarono delle truppe islamiche, prevalentemente dei cavalieri, che furono impegnate in azioni belliche nel Veneto per conto di Venezia. Non ci si faceva scrupolo e del resto le controversie religiose erano roba per il volgo. Anche i Papi, segretamente, intessevano rapporti diretti con Istanbul.
Per non dire dei francesi di Francesco I, che consentirono alla flotta ottomana di svernare a Tolone, che di fatto si trasformò in una città turca con tanto di moschee (anche la Cattedrale venne trasformata in moschea). Nel frattempo, Carlo V stava manovrando per formare un’alleanza asburgico-persiana, inviando ambasciatori allo Shah Tahmasp I nel 1525, e di nuovo nel 1529, chiedendo un attacco all’Impero Ottomano.
Gli Stati europei sono stati sempre divisi e contrapposti in guerre feroci, non hanno mai avuto un’idea di strategia comune contro i loro veri competitori o nemici. Ai giorni nostri, si sono costituiti in un’unione di 27 nazioni, ma ognuna con la sua storia e i suoi interessi particolari, ognuna pronta a porre il proprio veto. Un gigante economico e però un nano politico e militare. La responsabilità di questa situazione non è quindi da ascrivere tutta a carico degli Stati Uniti.
Sta di fatto però che Washington ha sempre visto come fumo negli occhi gli accordi commerciali tra l’Europa e la Russia, tantopiù da quando hanno l’esigenza di vendere il loro gas all’Europa. La Russia, anche quando si chiamava Urss, è stata a lungo un partner commerciale preziosissimo per l’Europa, rifornita di gas russo a buon prezzo. Ciò ha consentito, soprattutto alla Germania, grandi vantaggi per il suo sviluppo industriale.
Da più di due decenni, i paesi della Ue hanno assecondato la politica d’espansione statunitense verso l’Europa dell’Est, che minaccia la Russia tramite il braccio armato della Nato. Il risultato di questi fatti è sotto gli occhi di tutti e anche nelle nostre bollette energetiche. Ora, gli Stati Uniti, con una popolazione che rappresenta il 4,52 per cento della popolazione mondiale e governati da una banda di matti tecno-fascisti, ci ripagano della nostra sottomissione al loro diktat anti-russo con l’applicazione di dazi alle merci europee. Per il resto, secondo non solo Trump, che al contrario dei suoi predecessori lo dichiara apertamente, solo l’uso del ricatto è considerato una politica razionale.
I nostri liberal/liberisti si lagnano. Non gli sembra possibile tale affronto, non tra alleati, non dalla democratica (fino a ieri) America. Non hanno mai voluto capire niente della reale natura dell’imperialismo americano (economico e militare). La loro fiducia nell’America è una religione. Del resto ne ignorano largamente la storia.
Per esempio: alcuni membri della generazione fondatrice che votarono per il Bill of Rights, inclusa la protezione della libertà di parola del Primo Emendamento, una volta al potere sostennero gli Alien and Sedition Acts, incluso quello che, tra l’altro, sostanzialmente proibì la libertà di parola politica rendendo reato raccontare una “falsa storia” critica nei confronti dell’amministrazione Adams (quel presidente che recentemente uno sceneggiato televisivo presentava come un santino da incensare). Naturalmente erano i giudici governativi, alcuni dei quali nominati dallo stesso John Adams, a stabilire che cosa costituiva una menzogna.
Decine di direttori di giornali pro-Jefferson furono imprigionati, così come Matthew Lyon, membro del Congresso del Vermont e sostenitore di Jefferson. Il “crimine” del deputato Lyon fu quello di aver descritto l’amministrazione Adams come piena di “una pompa assurda e di una folle adulazione” nei confronti di Adams. David Brown del Massachusetts fu condannato a 18 mesi di prigione per aver eretto nella sua città un palo della libertà su cui era scritto: "Pace e ritiro del Presidente, lunga vita al Vice Presidente (Jefferson). Questo Sedition Act fu redatto in modo che scadesse il giorno in cui John Adams lasciò l’incarico, in modo che non potesse essere utilizzato contro il suo partito.
Circa sessant’anni dopo, Lincoln sarebbe diventato il più grande nemico delle libertà civili di qualsiasi presidente americano, avendo sospeso illegalmente l’habeas corpus e arrestato in massa decine di migliaia di dissidenti politici negli Stati del Nord durante la guerra, chiudendo i giornali dell’opposizione, intimidendo i giudici, censurando il telegrafo, deportando deputati e molto altro ancora. Ma è venerato come un semidio.
Eccetera.
Vi sono prove che l’annessione del Canada fosse chiaramente auspicata da molti membri di spicco del Congresso, tra cui Henry Clay (1777-1852), il principale “falco della guerra” del 1812 contro l’Inghilterra. Il deputato Richard Johnson, ad esempio, dichiarò: “Non morirò mai soddisfatto finché non avrò visto l’Inghilterra espulsa dal Nord America e i suoi territori annessi agli Stati Uniti”.
Prima di guidare i suoi uomini in battaglia durante la guerra del 1812, il generale Alexander Smyth disse loro: “State per entrare in un paese che diventerà parte degli Stati Uniti”. Henry Clay si vantava che la sola milizia del Kentucky sarebbe stata sufficiente a conquistare il Canada e si aspettava che gli Stati Uniti acquisissero almeno una parte del Canada alla fine della guerra.
Tutto sommato, Trump non può essere considerato un’anomalia della storia americana.