giovedì 13 febbraio 2025

Una vita in bianco e nero

 

Un po’ mi spiace di doverlo ammettere, ma non ho avuto una vita da romanzo come Corrado Augias e tanti altri. La mia è stata una vita normale, a tratti monotona, altre volte un po’ movimentata, rischiando anche di diventare un caso “interessante” se gli dèi non avessero interceduto a mio favore.

Non è un caso che quasi tutti i miei ricordi mi appaiano in bianco e nero, salvo i fotogrammi della prima infanzia: quelli sono tutti a colori, chissà perché. E, con mio stupore, i capelli biondicci, come del resto nella parentela, dove erano comuni soprannomi come “bionda” e “biondo”. Mi vengono in mente gli “innesti” di ricordi di Rachael nel film di Ridley Scott. Più probabile, invece, qualche rozzo ascendente longobardo, oppure un incrocio fortuito con gente venduta in Riva degli Schiavoni. Vai a sapere la misticanza della razza umana. Discendenti di re o di schiavi, tutti quanti almeno un po’ bastardi, tutti quanti respirano e scoreggiano alla stessa maniera. Finora.

La schiavitù è un filo nero che lega tutte le epoche, in forme storicamente diverse, ovvio. Oggi la schiavitù, tipo la damnatio ad metalla, non esiste più. Gli schiavi non hanno più le catene ai piedi, bastano le catene del bisogno, del doversi procacciare con fatica e sudore di che vivere. In futuro, però, non ci sarà più bisogno né di fatica né del conseguente sudore. Ci penserà la tecnologia a sollevarci dalle gravose incombenze della vita, e a salvarci la pelle in tante circostanze.

A proposito di tecnologia e di “innesti”, c’è chi pensa di poter salvare la pelle collaborando con i suoi nuovi padroni, con il pretesto che non deve lasciarsi sfuggire “la svolta dell’intelligenza artificiale”. Senza sapere dove ci porterà. Ma che cos’è l’intelligenza artificiale? Immaginate un supercomputer che contenga tutta la conoscenza umana presente nei computer del mondo. Fategli una domanda e lui costruirà una risposta partendo dai miliardi di dati a cui ha accesso. Chiedetegli di scrivere una poesia nello stile di Carducci o di Rimbaud e lui vi inventerà una prosa che la imita quasi alla perfezione. Chiedetegli di dipingere nello stile Leonardo o di Rembrandt e realizzerà un dipinto che non esiste ma che somiglierà molto a un’opera originale di quegli artisti.

Questa tecnologia è in grado di progettare canzoni, musica, voci, disegni, foto, film a partire da milioni di opere create da creatori in carne e ossa. L’intelligenza artificiale può generare testi, immagini o melodie che hanno il sapore, il suono e la consistenza dell’immaginazione umana, ma che non provengono da un essere umano. Finirà che gli artisti e i poeti dovranno trovarsi un altro mestiere. E anche i cantanti. L’intelligenza artificiale è sulla buona strada per liberarci di Sanremo. E questa, se non altro, non è una cattiva notizia.

«Ma che male ti fa Sanremo? Basta non guardarlo!». Giusto. Avete capito tutto e io niente. Che ci volete fare, ve l’ho detto che ho avuto una vita in bianco e nero.

8 commenti:

  1. Ah, i bei tempi del "Bonobismo"!

    RispondiElimina
  2. https://m.youtube.com/watch?v=0dU4mLOHGIQ

    RispondiElimina
  3. Un regalo in bianco e nero
    Saluti
    Gigi

    RispondiElimina
  4. Io comincio a stancarmi dell'uso improprio del termine "intelligenza artificiale". La IA ncora non esiste, al di fuori dei romanzi di fantascienza. Quando esisterà, saranno cazzi amari per chi aveva un impiego.
    Per chiarire, la IA spacciata correntemente per tale è un'interrogazione di data base. La "vera" IA è, per intenderci, quella di HAL 9000 di Kubrick/Clarke.
    A chi non si accontenta suggerisco "Il dominio dei robot" di Martin Ford (Il Saggiatore).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa a Lavender, che è sostanzialmente costruita intorno alla raccolta di informazioni sulla popolazione palestinese, dati che vengono poi aggregati per etichette e per gradi di pericolosità sociale, associando un punteggio a secondo della ritenuta (cioè presunta) pericolosità di un soggetto … è stata infatti approvata una legge da Israele che ammette l’uccisione di civili nel momento in cui vengono applicati criteri proporzionali per l’uccisione di un “nemico dello Stato di Israele”; quei civili divengono “danni collaterali”: non uccidiamo alcun cittadino in più di quelli strettamente necessari, dicono. Questo aspetto della “proporzionalità” è strettamente collegato all’intelligenza artificiale. Il governo di Israele afferma, sostanzialmente, che ci sono dei cittadini che sono non-persone; i danni collaterali sono non-persone. Vedi poi l’attacco ai cerca-persone in Libano. Ci sono state centinaia e centinaia di persone in Libano, non sappiamo ancora quante, che hanno perso gli occhi e che hanno avuto complicazioni gravissime, e che non c’entrano assolutamente nulla con l’idea di guerra.

      L’intelligenza artificiale letale lavora quindi su più piani: la raccolta delle informazioni, la loro sistematizzazione e l’organizzazione delle macchine per colpire i bersagli, autorizzando a distruggere sia umani, che ambienti e territori. Gli animali e i territori restano inquinati per decenni o addirittura per secoli.

      Un’intelligenza artificiale che passerà dalla dimensione generale – quella di ChatGPT – alla dimensione personale, attraverso quella tecnologia che viene chiamata "assistente personale". Ogni dispositivo disporrà quindi di un proprio spazio che aggrega tutte le informazioni esistenti su internet relative a quella persona, dalle informazioni pubbliche più generali alle informazioni più private, poi le chat e tutte le informazioni che passano da quel dispositivo; quell’assistente sarà la tecnologia a cui ti potrai rivolgere per avere risposte personalizzate alle domande che poni, e questo significa che la nostra compagine sociale verrà ulteriormente disgregata: non più in gruppi che si scannano virtualmente su Facebook, ma una manipolazione dell’immaginario che agirà sulle singole persone. Diventeremo molto più soggetti alle influenze da remoto. Ecc.

      Elimina
    2. In pratica fa quello che facevano i preti quando ero ragazzino (e che vorrebbero rifare). Che fine di mmmmm.
      Morvan

      Elimina