Giulio Andreotti preferiva esistessero due Germanie anziché una sola grande Germania. Ed è stato accontentato. Dopo sette lustri dalla riunificazione esistono una Germania dell’ovest e una dell’Est. Come prima? Non proprio. Quella dell’Est non è più “comunista” ma è diventata neo nazista. Elettoralmente nell’Est raccoglie più voti di tutti i partiti di governo messi insieme.
L’AfD è diventata la forza più forte in tutti e cinque i Länder della Germania orientale e ha ottenuto la maggioranza anche in due circoscrizioni dell’ovest: a Gelsenkirchen (24,7%) e a Kaiserslautern (25,9%). In totale il 20,8% dei voti e siederà nel Bundenstag con 152 camerati.
La sinistra raddoppia i voti ed entra in parlamento con l’8,8 per cento e 64 seggi, mentre la SPD subisce complessivamente una sconfitta storica. I Verdi sono all’11,6 per cento. Sahra Wagenknecht non supera la soglia di sbarramento del 5% e resta fuori, così come i liberali. Conservatori e democristiani il partito più votato con il 28,6 dei voti e 208 seggi.
I risultati di questo voto federale richiedono una chiara comprensione delle sue cause.
Questi risultati infrangono un mito della storia tedesca del dopoguerra: che il nazismo fosse un’anomalia storica, limitata alla crisi degli anni Trenta. In realtà, la rinascita del fascismo è la risposta alla crisi del modello economico capitalistico e del completo decadimento della democrazia borghese.
In particolare, la devastazione dell’economia della Germania dell’Est, il conseguente impoverimento e la mancanza di prospettive hanno favorito i nazisti. Molti nella Germania orientale votano per l’AfD per rabbia verso i partiti tradizionali e le loro politiche.
Politiche economiche ma anche quella per il riarmo (a un ritmo mai visto dai tempi di Hitler) e la guerra. Ciò ha creato le condizioni in cui persino l’AfD, profondamente militarista, può sfruttare il sentimento contro la guerra perché critica la guerra della NATO contro la Russia.
Secondo i dati forniti dal Federal Returning Officer, l’affluenza alle urne è stata dell’82,5%. Si tratterebbe della più alta partecipazione dopo la riunificazione. Nelle elezioni del 2021, l’affluenza era del 76,4%.
Bisogna chiedersi se alle prossime elezioni, perdurando e anzi aggravandosi la crisi economica e sociale, reggerà questa affluenza alle urne. Dunque se in prospettiva l’AfD sarà sdoganata e prenderà posto in un futuro governo. Questa evoluzione di tutte le varietà del nazionalismo non può essere fermata dall’indignazione morale.
C’è stata la rottura delle relazioni transatlantiche alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. La risposta a Make America Great Again sarà Deutschland über alles. Per le élite al potere, il vero nemico rimane l’antagonismo di sinistra. Che se c’è, vive in forma latente.
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