Centinaia di milioni di euro alle università private e mezzi miliardi di euro ogni anno alle scuole private, che si fanno chiamare paritarie ma sempre private sono. Non richiamerò qui l’articolo 33 della costituzione, che tanto non serve a niente (in Francia hanno l’articolo 2 della legge del 1905, che sostanzialmente funziona).
Sostengono di offrire un servizio pubblico, non certo solo a scopo pedagogico. Anche la miriade di centri diagnostici e le farmacie e volendo anche i supermercati offrono un servizio pubblico, tuttavia ciò non toglie che scuole e università private beccano soldi pubblici. In aggiunta, si tratta di scuole prevalentemente cattoliche e dunque oltre alla “pubblica utilità” e al lucro aggiungono l’indottrinamento. Ci sarà da ridere un giorno, non troppo lontano, quando avremo anche da noi le scuole private parificate musulmane incentrate “nella conoscenza e nel rispetto della loro religione e cultura d’origine” (vi sono quelle ebraiche, non vedo perché non debbano esserci quelle islamiche).
Per quale motivo la scuola pubblica non sarebbe adatta agli alunni che frequentano le scuole private? Uno dei motivi è dato dal fatto che si tratta per l’appunto di una scuola laica! Un altro motivo, il principale, è quello che non si vuole una scuola realmente paritetica per tutti, si punta a una scuola differenziata, di classe.
Le scuole private, prevalentemente confessionali, fanno pagare alle famiglie degli studenti rette sostanziose. Fanno anche affidamento su donazioni private, da persone fisiche o giuridiche. E per incoraggiare queste donazioni hanno un argomento forte: l’esenzione fiscale (la chiamano “ottimizzazione fiscale”). Per quanto riguarda i legati (trasmissione testamentaria di tutto o parte del patrimonio), sono completamente esenti dall’imposta di successione. Abbastanza per ottenere un grande successo presso una parte della popolazione, che preferirà fornire fondi a queste istituzioni piuttosto che pagare le tasse alla comunità.
Insomma, siamo alle solite. Il finanziamento dello Stato alla scuola e università private è un fatto che risale indietro di decenni. Pertanto il problema non è che cosa fa o non fa, che cosa dice e non dice, questo governo di fascisti e reazionari. Il problema è storico e riguarda la sinistra europea in generale e quella italiana in particolare: che cosa ha fatto e non fatto in oltre un secolo, sia quando approvava i crediti di guerra, sia quando nel secondo dopoguerra è stata al governo, e così via.
Vorrei ricordare, a titolo di esempio storico, che la famigerata amnistia Togliatti per i criminali fascisti, fu promulgata il 22 giugno 1946, pochissimi giorni dopo che De Gasperi aveva assunto le funzioni di capo provvisorio dello Stato (12 giugno), ma già prima di questa autoinvestitura, il ministro di grazia e giustizia Togliatti aveva presentato il decreto di amnistia alla firma dell’allora luogotenente Umberto II, il quale si rifiutò di firmare perché, dopo il referendum, che preventivava dover essere favorevole alla monarchia, voleva intestarsi il merito del provvedimento (Davide Conti, Gli uomini di Mussolini, p. 144).
Tutti mostrarono una gran fretta nel voler reintegrare i fascisti, ivi compresi coloro che si erano macchiati di gravi crimini.
Mentre si stavano disarmavano i partigiani, il Partito comunista italiano prendeva soldi dagli industriali del Nord compromessi con il fascismo, e i vertici del partito erano a conoscenza che gruppi di anticomunisti e monarchici stavano ricevendo armi e finanziamenti, che costituivano gruppi e bande armate che svolgeranno un determinato ruolo nella successiva storia della Repubblica (vedi, tra gli altri: Nicola Tranfaglia, Come nasce la Repubblica. La mafia, il Vaticano e il neofascismo nei documenti americani e italiani 1943- 1947).
Nel 1948 gli organi di sicurezza italiani stimarono le forze anticomuniste mobilitabili in Italia in 160.000 aderenti al MSI (di cui 50.000 organizzati e armati); 50.000 armati più altri 100.000 armabili appartenenti all’ECA (Esercito clandestino anticomunista); 10.000 uomini armati dell’AIL (Armata italiana di liberazione, della quale, secondo il questore di Roma, Ciro Verdiani, avrebbero dato la loro adesione gli on.li De Gasperi, Romita, Gasparotto, nonché notevoli personalità dell’esercito alleato); 20.000 effettivi dei FAR (Fasci d’azione rivoluzionaria), collegati con ex militari della X Mas, delle Brigate nere e delle SAM (Squadre d’azione Mussolini); 5.000 uomini armabili del FUA (Fronte unico anticomunista). Queste strutture, tranne il MSI, facevano capi a uno Stato Maggiore di stanza a Roma denominato Esercito nazionale anticomunista (ENA).
Pochi mesi dopo l’entrata in vigore della nuova costituzione repubblicana, i fascisti presentarono il loro partito alle elezioni del 1948, e già erano stati determinanti nel 1947 per l’elezione del sindaco di Roma. Nessuno mosse un dito.
Intanto, ieri, la Cassazione ha sdoganato di fatto il saluto romano. Tra non molto i fascisti di governo celebreranno l’orgoglio fascista. L’hanno già messo in calendario!
La scuola è laica ma l'ora di religione è obbligatoria, tranne per quelli che non se ne avvalgono. In passato ho avuto studenti islamici, cristiani ortodossi, persino un indiano seguace di Brahma; ebbene, le rispettive famiglie non vogliono che i loro figli vengano indottrinati al verbo cattolico. Ricordo il caso di una ragazza romena che non chiese di essere esonerata e che partecipava alle lezioni della sua insegnante di religione, la notizia all'interno della comunità ortodossa si diffuse: la ragazza fu costretta a chiedere l'esonero perché il pope ortodosso lo venne a sapere e fece forti pressioni sulla famiglia della ragazza. Sono casi che conosco perché li ho vissuti e sono casi che non hanno alcuna risonanza perché non si vuole toccare il dogma dell'ora di religione: una anomalia tipicamente italiana
RispondiEliminaIo che sono un insegnante precario, mi fa incazzare leggere di questi finanziamenti pubblici ai privati.
RispondiEliminaAddirittura poi, ci sono colleghi che nella scuola privata non prendono lo stipendio, ma solo i punteggi. Punteggi che dopo tre anni gli permettono di insegnare nella scuola pubblica.
Cornuti e mazziati!
Grazie per l'articolo.
Quella del lavoro gratis in cambio del punteggio è una storia antica che conosco bene. Grazie a lei
EliminaPrendono il punteggio se vengono pagati i contributi all'INPS.
EliminaJazztrain
EliminaMagra consolazione, non trovi?
Certamente.
EliminaInteressante la parte iniziale sulle scuole private. Tutte cose che già sapevo ma che non dobbiamo dimenticare.
RispondiEliminaMa sconcertante la robusta seconda parte sulle milizie parafasciste nel dopoguerra.
Non ne sapevo nulla, era tanta roba, altro che Gladio.
Dovrei ringraziarla giornalmente, ogni tanto lo faccio.
Gladio era la punta di un iceberg
Eliminac'era dell'altro
grazie a lei
Temo di averlo già scritto qui, quindi mi scuso se sono noioso. Nessuno, a sinistra e a destra, protesta per i finanziamenti alla scuola privata, per una ragione semplice: chiunque possa permetterselo evita di mandare i figli alla scuola pubblica. Ciò vale pei i politici di qualunque versante, e per i rispettivi reggicoda, che popolano i talk show televisivi. Sai che sprofondamento se uno facesse una campagna pro art.33, e qualche giornale indagasse sulle scuole dei figli e dei nipoti.
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