Secondo i vari apologeti della borghesia, le classi subalterne, possedendo tutto ciò di cui hanno bisogno, non hanno più motivo per cadere nelle barricate e nelle rivoluzioni. Stiamo sempre più assistendo con i nostri occhi alla natura illusoria di tali affermazioni.
La sinistra parlamentare è immersa in un sonno profondo, in una crisi ideale, politica ed esistenziale irreversibile. Sia le classi medie che il proletariato più disperato, sentendosi traditi e senza più i tradizionali riferimenti, guardano verso la destra estremista, alla quale viene facile cavalcare il malcontento promettendo ciò che non potrà mantenere. È ciò un aspetto della necessità del presente, poiché la condizione sociale di queste masse ha loro conferito questo carattere e nessun altro.
Lenin ha dimostrato che l’imperialismo non è semplicemente una specifica politica borghese, ma rappresenta un processo oggettivo del capitalismo nel suo sviluppo. Gli appelli morali e la pressione sugli imperialisti affinché adottino politiche sociali più inclusive e più pacifiche non possono che generare illusioni. Le illusioni soggettivistiche di ieri, di oggi e di sempre.
La guerra è in premessa nella disputa tra potenze rivali. La prima guerra mondiale ha i suoi antecedenti nel ribaltamento delle alleanze dopo Bismarck, nell’ascesa industriale germanica, nella guerra russo-nipponica, nella lotta per la spartizione della “carcassa del turco” (vedi la guerra italo-libica, poi le guerre balcaniche), nella contesa tra Francia, Germania e Inghilterra per l’Africa, quella tra il Reich e la Gran Bretagna in tema di riarmo navale, eccetera. La seconda guerra mondiale iniziò ufficialmente nel settembre 1939, ma era iniziata prima (già a Parigi nel 1919), basti pensare a che cosa avvenne in Cina ad opera del Giappone, l’annessione della Cecoslovacchia e la corsa agli armamenti. E così anche la terza guerra mondiale è già iniziata, pur se le guerre locali non sono ancora collegate in un’unica catena mondiale di conflitti.
La crisi in Occidente e segnatamente negli Stati Uniti, centro dell’imperialismo mondiale, è estremamente avanzata. Le contraddizioni delle nostre società stanno scoppiato in tutte le loro cuciture. Oggi non c’è ancora alcuna forza politicamente organizzata a livello di massa, quale è stato il movimento socialista e comunista in passato, che possa prendere la direzione di una reale opposizione, né si vede in alcun luogo una leadership politica consapevole di ciò che realmente è in gioco. Ed è esattamente ciò che fa la forza e la fortuna del neofascismo.
Tutto ciò, in occasione del centenario leniniano, porta a riflettere ancora una volta sul ruolo dell’individuo nella storia, ricordando che sono gli uomini a fare la storia, e quindi le attività dei singoli non possono non essere importanti, specie laddove alcune personalità giungono ad occupare un ruolo centrale e addirittura decisivo nel processo storico ogni volta che agiscono con un alto grado di coscienza e in conformità con il processo storico oggettivo e le forze sociali.
L'attualità di Lenin? Dico, stiamo scherzando? Diamo valore a degli opuscoli di propaganda politica di un leader astuto che ha distrutto i menscevichi e gli ltri partiti socialisti in Russia con il colpo di stato e l'abolizione dell'assemblea costruituente ? Un socialista che non conosceva l'economia e che utilizzava lo slogan imperialismo senza fare una seria analisi dei rapporti economici. Ci manca, solo Gramsci e siamo a posto.
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