Questa nostra società è un dipinto di Brueghel, sempre sul crinale tra il sublime e il ridicolo, tra lo scioccante e il grottesco. Lo spettacolo è prodigioso: tanto spalancato quanto affascinante, tra poltiglia e cortocircuito. Il blablabla, il colesterolo del giornalismo televisivo. Questo narcisismo selvaggio, come non bastasse quello degli ipnotizzatori professionisti. E il godimento aspro e senza illusioni morali e sentimentali di chi guarda e ascolta. Eh sì, non possiamo chiamarci fuori, siamo parte del teatro di stupidità e crudeltà. Tutti sappiamo bene che le parole si vendicano dell’inutilità in cui le immergiamo, e possono ferire e a volte uccidere. Come il silenzio. Anche il silenzio può uccidere. Le parole però di più, molto di più. Guardiamo bene al mattino nella nostra tazza di caffè, di tè o di altro, potremmo trovarci alcune gocce di sangue.
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