martedì 19 luglio 2022

L'attesa

 

Tutto il mondo è col fiato sospeso in attesa della decisione di Mario Draghi. Chissà un giorno come sarà raccontato questo periodo ai nostri pronipoti.

Chi non ha vissuto questi tempi difficilmente potrà immaginarsi che cosa accadde realmente: con voce tremante, il nonno Achille racconta ai suoi nipoti, che ascoltano incantati, il periodo movimentato intorno all’anno 2020-21, quando la maggiore preoccupazione dell’Italia e del mondo fu concentrata sull’epidemia virale.

Tutto il Paese guardava con preoccupazione alle previsioni degli esperti, che avvertivano che presto l’Italia sarebbe stata colpita in modo devastante, con almeno un milione di morti. Il nonno mostrò come prova un ritaglio ingiallito di un giornale.

Il piccolo Emilio vuole sapere: “La gente aveva molta paura, vero nonno?” Con gli occhi lucidi nonno Achille risponde: “Oh, allora le persone dai terrazzini e dalle finestre cantava, suonava, manifestava con delle scritte il proprio ottimismo, la propria fiducia: andrà tutto bene, era una delle frasi più ricorrenti, almeno all’inizio”.

“La gente aveva molta più paura di una guerra nucleare, vero?”, intervenne di nuovo Emilio. “Guerra nucleare?”, rispose il nonno, “All’epoca nessuno ci pensava seriamente. Avevamo solo paura, uscendo di casa, di dimenticarci la mascherina e si guardava con sospetto chi starnutiva”.

“Dunque è vero, chiese Lara, sorella di Emilio, che l’acqua e il gas non erano ancora razionati, che ci si poteva lavare e guardare la tv quando si voleva e in casa si poteva stare con un solo maglioncino?”.

Asciugandosi le lacrime, il nonno riprese: “Allora avevamo benzina in abbondanza, non sapevamo nemmeno cosa farcene, ci facevamo la doccia tutti i giorni, seppure ci fosse già chi la disertava per diversi giorni. Anche l’energia elettrica, bastava premere l’interruttore e la casa s’illuminava, soprattutto non mancò mai il riscaldamento d’inverno!”.

“Ma l’inflazione deve essere stata davvero brutta, vero?”, osservò ancora Lara, suscitando una risata stanca del nonno: “L’inflazione era così piccola che anzi si parlava del problema opposto, della deflazione, ossia di come portare l’inflazione al due per cento”. I due nipoti risero: “Ma nonno, cosa dici, l’inflazione al due per cento, impossibile”.

Il nonno volse lo sguardo verso l’alto: “Ah, voi non potete capire, oggi le cose sono completamente diverse, i prezzi non si aggiornavano continuamente, in tempo reale, come avviene oggi. Quando al supermercato s’iniziava con la spesa, si sapeva già quanto si sarebbe poi pagato alla cassa un prodotto. Non c’erano sorprese”.

“È pazzesco”, si meravigliò Lara. “Com’è stato possibile che poi tutto sia cambiato?” Il nonno s’alzò, guardò fuori dalla finestra fissando lo sguardo in un punto indefinito e con un filo di voce disse: “Presero il sopravvento gli statisti, e con loro la guerra, le sanzioni, i razionamenti, l’inflazione, tutto in una volta”.

Entrò nella stanza la nonna e disse: “È tornato il gas, se mi sbrigo riesco a cucinare la pasta prima che lo tolgano di nuovo”.

3 commenti:

  1. Questo scenario distopico non tiene conto di ciò che è effettivamente sottovalutato (ed infatti neanche lo scenario distopico ne tiene conto): il cambiamento climatico.

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    1. Non ci sono più le mezze stagioni.

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    2. Neanche quelle intere, ma comunque leggo che la pasta non mancherà.:)
      Pietro

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